Catania / Presentato “La dignità al malato terminale”, progetto di sette Rotary Club della Provincia etnea

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Ha trattato un tema di grande attualità, “La dignità al malato terminale – Quando non c’è più nulla da fare, c’è tanto da fare”, l’incontro tenutosi nell’Hotel Nettuno di Catania. A promuoverlo – si legge in una nota stampa rotariana – sette club Rotary rappresentati  dai rispettivi presidenti: Carmelo Gullo del Catania Etna centenario, Carlo Cassella del club Aci Castello, Giorgio Giannotti dell’Aetna nord ovest Bronte, Salvatore Agrò del Misterbianco, Rudy Grasso del Giarre riviera ionico-etnea, Paolo Agrò dell’E-club distretto 2110 e Laura Tornitore del Rotaract club Catania Etna centenario.
Presenti anche alcune autorità rotariane: il past governor Francesco Milazzo, il coordinatore degli assistenti del governatore, Rosario Indelicato, e l’assistente del governatore Orazio Agrò.
L’incontro si inserisce in un progetto che i club stanno portando avanti da mesi, denominato “Dignità al malato terminale”, e che si muove su quattro direttrici: un’opera di informazione vasta, a partire dai Licei e a cura di medici del Rotary e di altri specialisti; la formazione dei caregiver, cioè delle persone che si prendono cura di un malato; il sostegno alle famiglie attraverso il supporto di psicologi; l’acquisto di kit (appositi letti da degenza e materassi) per l’ultima fase terminale dei malati.
Per realizzare il progetto, tra le associazioni qualificate operanti nel territorio è stata individuata la S.A.M.O.T. Catania onlus – Società per l’assistenza al malato oncologico terminale. Il progetto, per metà finanziato dai club e per l’altra metà dalla Rotary Foundation, prevede anche un supporto economico a questa associazione.
L’incontro, moderato dalla professoressa e giornalista Isabella Fichera, ha presentato come funziona l’assistenza ai malati terminali e il rapporto che i medici instaurano con i pazienti e le famiglie; ma ha anche esplorato gli aspetti etici e grandi interrogativi sul valore della vita e sul fine vita che interpellano le coscienze.
Nell’ambito della discussione, il dott. Giulio Mellini, responsabile sanitario dell’équipe cure palliative domiciliari Samot, ha, tra l’altro, precisato che le cure palliative non si propongono di posticipare la morte ma di migliorare la qualità del fine vita.
La dott.ssa Carmela Savoca, psicologa e supervisore dell’équipe cure palliative domiciliari Samot, ha spiegato che l’équipe multidisciplinare che assiste il paziente lo aiuta a vivere il dolore affinchè la sua morte possa essere dignitosa.
Padre Gonzalo Miranda, docente di bioetica al pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, ha spiegato che anche per la morale cattolica non c’è l’obbligo di fare tutto ciò che è tecnicamente possibile fare e che deve esserci una proporzionalità terapeutica tra gli interventi da attuare per un malato terminale i quali devono essere proporzionali ai benefici attesi per non sottoporre un paziente ad interventi eccessivi e dolorosi per benefici esigui.

 

 

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