Acireale / L’antologia di Maria Pia Risa “Poesie preghiere da San Francesco ad oggi” presentata al “San Michele” in occasione della rinascita dell’Uciim

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Da sinistra: la relatrice Anna Bella, la presidente Uciim Rita Calderone, l'autrice Maria Pia Risa, il giornalista Giuseppe Vecchio e don Santino Spartà

La poesia usa le parole a suo piacimento e descrive mondi vicini o lontani, sentimenti e stati d’animo, pensieri ed esperienze. La poesia può usare le parole per farle diventare preghiera, intrisa di puro sentimento religioso o più diretta, che esprime semplicemente il desiderio umano di una vicinanza a Dio ed al suo universo. Al primo tipo di produzione poetica si è, in generale, più abituati, anche perché fin dai primi anni di scuola ci si accosta ai poeti più noti ed alle loro opere, mentre del secondo tipo, ovvero la poesia-preghiera, se ne ha, solitamente, minore conoscenza.

Da sinistra: la relatrice Anna Bella, la presidente Uciim Rita Calderone, l’autrice Maria Pia Risa, il giornalista Giuseppe Vecchio e don Santino Spartà

Questa è la regola, che trova immediata eccezione nella persona di Maria Pia Risa, autrice dell’antologia dal titolo: “Poesie-preghiere da San Francesco ad oggi”, edito da Agorà. La giovane pedagogista e giornalista ha rivolto la sua attenzione agli autori del panorama letterario italiano, ricercando in ognuno l’aspetto “devozionale” ed il modo di vivere la fede, attraverso le parole delle loro poesie. Il libro in questione è stato presentato lo scorso 29 maggio all’Istituto San Michele di Acireale, Liceo Scientifico paritario diretto dai padri Filippini, nell’ambito dell’incontro indetto dall’Uciim (Unione Cattolica Italiana Insegnanti medi, Dirigenti, Educatori, Formatori), che ha visto in questa occasione il ripristino ufficiale della sua sede acese. Il momento culturale è stato moderato dal giornalista Giuseppe Vecchio, nonché direttore di questa testata, che, citando le parole “attribuite a S. Agostino, ma che il Vescovo di Ippona e Padre della Chiesa non avrebbe mai detto”, secondo cui “chi canta prega due volte”, ha ribadito il piacere e la gioia derivante  dalla preghiera, espressa in tutte le sue forme, con le semplici parole o accompagnata dalla musica.

Il medico musicista e compositore Gesuele Sciacca, con Angela Aleo e Daniela Greco

Di questa seconda forma ha dato testimonianza ai presenti il medico-musicista Gesuele Sciacca, che con la sua band ha eseguito, con l’accompagnamento della sua chitarra e della moglie corista Daniela Greco, sette poesie dell’antologia, creando, anche con gli acuti del soprano Angela Aleo, un’atmosfera di piacevole ascolto. La prof.ssa Anna Bella ha, poi, presentato il vasto quadro dei cinquantotto autori italiani presenti nella raccolta, che con le loro parole si sono rivolti a Dio, invocandone misericordia. Gaspara Stampa, ad esempio, invoca il perdono del Crocifisso per la sua vita, condotta in modo “libertino” e poco incline ai precetti religiosi; la fede del Manzoni trova conferma negli Inni Sacri, mentre Silvio Pellico si rivolge a Dio in modo forte e diretto: “Con te stringo alleanza”. L’autrice dell’opera ha raccontato come ha avuto origine il suo lavoro, ovvero dai dialoghi intrattenuti con don Santino Spartà, incentrati sulla poesia religiosa e sulla differenza che intercorre tra questa e la poesia-preghiera. Detti dialoghi hanno stimolato Maria Pia Risa  alla  tipologia di ricerca in questione che don Spartà, nel suo intervento, ha equiparato all’atto del “tessere una  tela”, indicando la laboriosità e la dedizione del lavoro svolto dalla stessa nella Biblioteca Apostolica Vaticana.

Esempio, dunque, del fatto che il senso religioso accomuni tutti, gente semplice, poeti, letterati, qualunque sia il modo di esprimerlo, con parole spontanee, scaturite dall’animo devoto e sincero, con parole più ricercate, disposte secondo i dettami dell’arte poetica. Il fine è sempre lo stesso: manifestare la fede in Dio e il bisogno di vivere con la sua presenza costante nella vita.

Rita Messina          

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