Acicatena: approvata dal Consiglio comunale la mozione di Ferro e Cutuli contro la violenza sulle donne

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“Tutte le donne hanno il diritto di vivere libere dalla violenza” è il titolo della mozione presentata al consiglio comunale di Acicatena dai consiglieri Martino Orazio Ferro e Salvatore Cutuli.
L’iniziativa mira a far nascere nel Comune una rete di informazione, formazione e protezione che raggiunga tutte le donne, anche con il sostegno delle istituzioni scolastiche territoriali  affinchè i termini diritto, libertà, rispetto,valore della persona costituiscano la parola d’ordine del vivere comune.
Tra i punti della proposta recentemente approvata spicca l’istituzione all’interno del Comune di uno sportello giuridico dove le donne possono trovare sostegno e informazione sui loro diritti e sul patrocinio gratuito per la loro difesa.
Il comune di Acicatena, inoltre, si costituirà parte civile nei casi di violenza conclamata, a sostegno delle donne residenti nel proprio territorio.
La mozione dei due consiglieri  trae spunto dalla necessità di operare capillarmente per la creazione di strumenti che favoriscano l’informazione e la prevenzione a tutela delle donne.
Le donne, infatti, sono sempre più oggetto di violenze da parte di chi si fidano, di chi
amano. Follia diffusa che non risparmia livello sociale e culturale, quasi un morbo che attende di manifestarsi in tutta la sua virulenza. Si rimane scioccati e ci si interroga, si invocano maggiore presenza delle istituzioni, leggi mirate e certezza della pena, si scava n
el tessuto sociale e ci si accorge che, nel tempo, varie assenze a mancanza di valori di riferimento hanno causato una forte instabilità emotiva quasi una bomba a orologeria. Questo è quanto emerso dalle risposte di un campione di donne di diversa età, estrazione sociale e culturale. Allo stesso tempo sono emerse la paura di essere sole, poco e male sostenute dalle istituzioni e la tendenza a sottovalutare atteggiamenti che possono essere considerati campanelli di allarme.
 Nonostante la martellante pubblicità patrocinata dal Consiglio dei Ministri molte donne ignorano il 1522 numero antiviolenza nazionale a cui è possibile rivolgersi per ottenere aiuto psicologico e legale. Ciò che manca, in realtà, è il contatto umano e denunciare un qualsiasi atto di violenza richiede grande forza e coraggio.
 E’ necessario, dunque, agire quotidianamente per abbattere le barriere culturali e comportamentali che tengono la donna “chiusa in gabbia”.

                                                         Angela Pirronello

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