Acireale / Gino Astorina tra i pastori del Presepe Settecentesco per tenere vivo un patrimonio culturale e il rapporto umano

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Poter ammirare le bellezze di un sito culturale e farlo, trasportati, contemporaneamente, dalla spensieratezza di un momento comico, di sana comicità, potrebbe sembrare un connubio insolito e soprattutto difficile da raggiungere. Non lo è stato nella realtà. Il sito in questione è uno dei più conosciuti di Acireale, il Presepe Settecentesco, con la sua Natività ed i pastori a grandezza naturale, che da sempre hanno fatto parte dell’identità locale, hanno contribuito a caratterizzare “il volto” della cittadina barocca. Al suo interno le opere d’arte subiscono l’azione inevitabile del tempo e per il quale sono necessari lavori di restauro.
I personaggi del Presepe si sono presentati, comunque, in tutta la loro bellezza agli spettatori, che sono accorsi in una serata di valorizzazione dello stesso, nei giorni scorsi, a cura dell’Associazione Presepe Settecentesco, per farsi ammirare e lasciare tutti, ancora una volta, affascinati. Tra di essi, hanno già ritrovato la loro originaria immagine la statua di Gesù Bambino, “u maravigghiatu da stidda” e “a Susanedda”, poiché già sottoposti a restauro.
Dal dicembre 2017, infatti, tante iniziative hanno avuto luogo all’interno della grotta a cura dell’associazione Presepe Settecentesco, proprio con l’intento di sensibilizzare la collettività su un bene comune e reperire fondi necessari ai lavori da apportarvi. Diversi gli eventi realizzati nel corso dei mesi passati, appuntamenti culturali, di svago, di condivisione.
“Da quest’anno abbiamo un ulteriore obiettivo da raggiungere con le nostre iniziative, ovvero occuparci delle opere di manutenzione della struttura, che il Vescovo ha inserito all’interno del circuito culturale del Museo Diocesano, e non soltanto del restauro delle statue, come è stato negli anni passati”, ha affermato Paola Riccioli, presidente dell’associazione. L’importanza di salvaguardare il Presepe, di far in modo che siano resi possibili i lavori di cui necessità, ha contenuto in sé il senso di ciò che ciascuna persona rappresenta o può rappresentare in termini di individualità, ma anche di gruppo e di collettività.
Nella serata in questione l’intervento del cabarettista catanese Gino Astorina ha messo in risalto alcuni aspetti tipici della sicilianità, del modo di interagire, di gestire le situazioni familiari e dei rapporti con gli altri, senza scadere in formule standardizzate ma proponendole con la piacevole ironia che porta a vedere la vita con occhio positivo, a sorridere dinnanzi a certi atteggiamenti particolari.
La rilevanza di tenere vivo un patrimonio culturale come il Presepe, si è accostata a quella di tenere vivi i rapporti umani, reali, concreti, e non veicolati da mezzi di scambio e di contatto, come i cellulari o i social in generale, che oggi tendono a sostituire le emozioni vissute di presenza e senza filtri. “Qualche messaggio in meno e qualche visita ai cari, agli amici, in più”, ha detto Astorina, auspicando che ciascuno non perda il piacere di vivere in modo reale le giornate e le occasioni che esse propongono.
L’appuntamento alla grotta ha offerto la semplicità dell’ascolto, del mettersi a contatto con gli altri e con le esigenze che scaturiscono dal vivere in un grande gruppo. “Mi sono reso conto che per tante persone il Presepe è sempre stato motivo di forte legame sociale”, ha dichiarato il vescovo, mons. Antonino Raspanti.
Prossime al restauro, grazie anche al contributo  di privati, sono la statua della Madonna e di San Giuseppe, in modo da completare la Sacra Famiglia, e di un altro pastore.                                                                            Rita Messina  

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