Acireale / Nasce il progetto «Golem» ideato dal prof. Rocco Schembra del liceo “Gulli e Pennisi”

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“Le giovani generazioni leggono tanto, ma lo fanno male”, afferma il prof. Rocco Schembra dell’Istituto di istruzione superiore “Gulli e Pennisi” di Acireale, che con l’aiuto dei colleghi Marta Aiello dello “Spedalieri” di Catania e Alessandro Salerno del liceo “Concetto MarIMG_1452 chesi” di Mascalucia si appresta ad avviare il progetto «Golem»; nome che ricopre la duplice veste di creatura mitologica ebraica e acronimo di Grandi Opere della Letteratura Mondiale. L’associazione di parole non è casuale, perché spesso la cultura e la letteratura possono apparire mostruose se non correttamente affrontate. Al giorno d’oggi i giovani sono proiettati più che in passato verso la lettura, ma spesso leggono testi sconnessi e decontestualizzati che non ne arricchiscono le competenze linguistiche, quindi il progetto si pone l’obiettivo di orientarli verso un corretto uso della lettura, dando così forma al golem, mostro di terra che può essere plasmato così come le nuove generazioni. Gli ideatori hanno individuato quattro opere importanti della letteratura mondiale: Pastorale Americana di P. Roth; I Buddenbrook di T. Mann; Cecità di J. Saramago; Il deserto dei Tartari di D. Buzzati. Il progetto si struttura in quattro incontri in luoghi pubblici in cui chiunque è invitato a partecipare, dove sarà possibile condividere le proprie opinioni sull’opera letta; un appuntamento introduttivo si svolgerà il 9 Ottobre presso la Libreria Mondadori di Via Umberto a Catania alle ore 16:30. La finalità di questa iniziativa è chiara: bisogna portare la cultura al di fuori delle strutture scolastiche, dando a tutti la possibilità di conoscerla e identificarsi così in essa. “Spero che il progetto Golem diventi incontrollabile, che coinvolga chiunque abbia voglia di diffondere una cultura che non può essere imposta, ma fatta apprezzare ed amare”, conclude così il prof. Schembra, entusiasta dei consensi ricevuti per un’iniziativa che potrà aiutarci a dare un’anima al Golem, e quindi a noi stessi.

 Paolo Damasco

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