Acireale / Il prof Alfonso Sciacca spiega “Perché il San Michele” all’inaugurazione dell’anno scolastico dell’istituto

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Si è svolta all’Istituto San Michele di Acireale la cerimonia di inaugurazione del 144° anno di attività, nonostante le lezioni siano già cominciate lo scorso 11 settembre. Una bella giornata di sole accoglieva nei locali del più antico collegio acese alunni, ex-alunni, docenti, famiglie ed ospiti illustri, per un momento particolarmente significativo, considerato che l’Istituto, con il proprio Liceo Scientifico paritario, è oggi l’unica istituzione non statale superstite dei diversi collegi che hanno contribuito a che Acireale, nel tempo, meritasse il pregevole appellativo di ‘città degli studi’. Nonostante le oggettive attuali difficoltà, legate anzitutto al ridotto numero di allievi, il ‘San Michele’ continua, attraverso la lungimirante opera dei Padri Filippini che sin dalla fondazione (31 dicembre 1874) ne reggono le sorti, ad essere solido punto di riferimento nel panorama dell’istruzione cittadina e non solo.
La festosa giornata si iniziava alle ore 9,30 con la celebrazione della Santa Messa presieduta, nella cappella dell’Istituto, dal direttore padre Alfio Cantarella dopo la prima ora di lezione. Il grande salone liberty dell’Istituto ospitava poi la seconda parte della giornata, introdotta dai saluti del  direttore e del preside prof. Giovanni Vecchio. Padre Cantarella evidenziava le apprensioni e le speranze che accompagnavano il clima di festa. Tuttavia, è di indubbia valenza educativa l’apporto di docenti, famiglie alunni ed ex-alunni alla vita della scuola, che costituisce la principale agenzia educativa, attraverso la qualificata opera dei docenti. Con la propria qualifica di scuola ‘cattolica’, il ‘San Michele’ si apre al territorio, trasmettendo ai discenti i valori morali che formano l’uomo.
Dopo un intermezzo musicale curato dalla giovane pianista Francesca Sciacca, il preside prof. Vecchio introduceva l’illustre relatore del momento ‘culturale’: il preside prof. Alfonso Sciacca, dirigente scolastico emerito del Liceo Classico statale acese ‘Gulli e Pennisi’ ed anche dirigente scolastico emerito del ‘San Michele’.
Il preside Sciacca ha tenuto nell’occasione una dotta relazione sul tema ‘Perché il San Michele?’. A questa domanda, si può dare una triplice risposta. L’oratore introduceva le proprie dotte argomentazioni a partire dalle remote origini dell’Istituto, che non nasceva, comunque, per caso, in quanto fu il primo vescovo della diocesi acese, l’agrigentino mons. Gerlando Maria Genuardi, a comprendere per primo come una qualsiasi istituzione (compresa la diocesi) non poteva rinunciare al fondamentale apporto della cultura, tanto che coinvolse nei suoi progetti i fratelli sacerdoti Licciardello della Congregazione cittadina dell’Oratorio di San Filippo Neri.

Il ‘San Michele’ si propone alla propria utenza quale scuola nella quale il profitto nello studio deve intendersi saldamente vincolato con i valori morali, ma anche quale ‘scopritore’ di talenti nascosti, una scuola, cioè, quotidianamente impegnata a scommettere sui propri discenti.
La scuola dei Padri Filippini si propone da sempre anche quale ‘palestra di vita’ e fucina dei giovani docenti che vi maturano la propria esperienza prima di accedere ai ruoli della scuola statale. Ciononostante, anche docenti affermati  vi hanno nel tempo prestato la propria opera formativa.
Un secondo intermezzo musica della pianista Sciacca, precedeva i brevi interventi con cui il prof. Rosario Musmeci, dirigente scolastico emerito dell’Istituto comprensivo statale ‘Paolo Vasta’ di Acireale, e l’ingegnere Camillo De Martino confermavano la valenza formativa e morale del ‘San Michele’.

Nando Costarelli

                                    

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