Comunicazioni sociali / Don Arturo Grasso: “Necessaria un’educazione a una coscienza critica”

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Domenica 13 maggio 2018, solennità dell’Ascensione del Signore, ricorre la 52° Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali“Fake news e giornalismo di pace” è il tema scelto da Papa Francesco (il testo di riferimento è il Vangelo di Giovanni, 8,32: “La verità vi farà liberi”) .
La costituzione della Chiesa cattolica dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali risale alle disposizioni contenute nel decreto conciliare Inter Mirifica (IM), approvato il 4 dicembre 1963, e nell’Istruzione pastorale Communio et Progressio, pubblicata il 23 maggio 1971. Papa Paolo VI istituisce la prima giornata mondiale delle comunicazioni la domenica del 7 maggio 1967  sul tema “I mezzi di comunicazione sociale”
L’Ufficio per le Comunicazioni Sociali nasce per essere punto di riferimento e di coordinamento per i media ecclesiali, per offrirsi come interlocutore a professionisti e media laici.
Negli ultimi anni la globalizzazione e la digitalizzazione – afferma don Arturo Grassovice direttore delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Acireale –  hanno incrementato la diffusione e la velocità delle notizie, purtroppo anche di quelle false, le FAKE NEWS, favorendo così una crescente confusione. E’ necessaria dunque un’educazione ad una coscienza critica dei pregi e dei rischi della comunicazione attuale, per riscoprire la verità nella sua dimensione più profonda e combattere la disinformazione e la manipolazione. La cultura e le relazioni contrastano il clima attuale odierno fatto di impreparazione, incompetenza e “silenzio”. Il giornalista, afferma Papa Francesco, è il custode delle notizie e promotore di un giornalismo di pace e con questa espressione non intende  un giornalismo “buonista”, che neghi l’esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati ma, al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboantiLe comunità parrocchiali ed i fedeli tutti sono invitati a pregare per i giornalisti, perché abbiano la consapevolezza che, nel diffondere la verità, rendono servizio alla Carità “.
Nelle indicazioni pastorali di quest’anno il nostro vescovo afferma: “Perché non incaricare in ogni parrocchia una persona, preferibilmente giovane, che curi l’ambito delle comunicazioni sociali ed integri le attività e le iniziative pastorali della parrocchia anche attraverso l’uso dei social network?” Noi Chiesa possiamo dare così al mondo del giornalismo un contributo che sappia coniugare fedeltà, verità, creatività, missionarietà e sinodalità nella  libertà cristiana per un giornalismo di pace.

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