“Crono Silente”, poesia nata dal dettato della vita

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Nell’auditorium “Sant’Anna” di Zafferana Etnea, Salvo Patanè e Luisa Spampinato in qualità di relatori hanno introdotto la presentazione del primo libro di poesie di Grazia Calanna dal titolo “Crono Silente”. Le letture sono state affidate all’attore Pasquale Platania. Un momenti musicale, con il duo Teresa Esposito Faraone e Giulia Melito, violiniste dell’orchestra sinfonica dell’Ersu di Catania, ha impreziosito l’evento. Nella prefazione, la scrittrice Savina Dolores Massa, dice: “Solo penetrando Il mito di ‘Crono’ possono apparire limpide le parole di Grazia Calanna, esposte senza abiti, senza culle, senza carillon pietosi negli imbrunire silenziosi, amputati”. Il curatore del libro, prof. Mario Grasso, ha aggiunto: “La formula espressiva di Grazia Calanna presenta il privilegio di esser conosciuta ad apertura di pagina. E questo il primo merito che ne garantisce autenticità incisive”. E ancora: “La poesia è sempre un resoconto di vita, un gesto-atto ossimoro, superiorità-umiltà, come tale è ogni diario in pubblico senza velature di belletti o suoni di stranianti carillon”. Una delle poesie dell’autrice, di grande attualità, “Lampedusa”, recita: ‘Note preconfezionate / stordiscono / coscienze bruciate dal sole / Sorrisi laccati / annegano nel mare / dell’indifferenza / Sogni cristallini / s’infrangono /  contro lo scoglio / dell’umana bramosia / Vita scivola via… / tra silenziosi frastuoni”. Come commenta inoltre il critico letterario Luigi Carotenuto: “Una poesia alla ricerca dell’essere puro, eterno, consapevole dell’incapacità del linguaggio stesso di afferrare le cose, i concetti (La parola / incompleta carceriera), volta verso essenze celesti e albe sorridenti dove smettere, finalmente, di cercare risposte”.

Qual è il messaggio centrale della silloge “Crono Silente”?

“I messaggi sono molteplici per un unico destinatario: l’uomo. Dall’assillo per il tempo che corre via a nostra insaputa e del quale siamo sempre meno padroni, all’odierno paradosso della non comunicazione. Liriche nate spontaneamente dal dettato della vita”.

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