Diocesi di Acireale / Come “Inter Mirifica” e “Sacrosantum Concilium” hanno contribuito a cambiare la Chiesa

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Il vescovo di Acireale mons. Nino Raspanti
Il vescovo di Acireale mons. Nino Raspanti

Nel 50° anniversario della promulgazione dei documenti conciliari “Sacrosanctum Concilium” e “Inter Mirifica”, è stato organizzato ad Acireale, presso la Basilica Cattedrale un incontro di approfondimento.
Ha introdotto i lavori l’Avv. Mario Di Prima sottolineando che gli interventi avrebbero offerto spunti di riflessione per conoscere maggiormente i documenti e analizzare i cambiamenti da essi  apportati in una Chiesa che negli anni del Concilio Vaticano II si interrogava su come annunciare il Vangelo nella società.
La visione di due filmati d’epoca risalenti agli anni del Concilio ha fatto percepire le grandi attese riposte nei lavori conciliari che videro la promulgazione di quattro Costituzioni, nove Decreti e tre Dichiarazioni con lo scopo di ridefinire e rinnovare la Chiesa, ricomporre l’unità dei cristiani e permettere il dialogo della Chiesa col mondo contemporaneo.
La relazione sulla “Sacrosanctum Concilium”, costituzione sulla divina liturgia, è stata affidata a don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano. “Per la prima volta un Concilio affrontava la questione liturgica non sul piano rubricistico – cerimoniale, ma su quello teologico, inserito nel contesto della storia della salvezza. L’applicazione della Costituzione, affidata ad un Consilium appositamente costituito da Paolo VI, gradualmente applicò la riforma conciliare ai vari Riti liturgici e sacramentali, anteponendo ad ogni libro liturgico non solo le rubriche ma soprattutto dei praenotanda che risultano essere a tutt’oggi dei capolavori di teologia, catechesi e mistagogia.
Il recupero della Sacra Liturgia allo spirito delle origini, troverà una felice espressione nel Messale Romano con l’introduzione di ben 4 preghiere eucaristiche. Inoltre viene consegnata a tutti i fedeli, non solo ai sacerdoti e religiosi, la preghiera della Liturgia delle Ore e nei vari riti viene introdotta in abbondanza la Parola di Dio. Fu inoltre ammessa la lingua nazionale che ”ha favorito, senza nulla togliere al Mistero che si celebra, la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia”. Don Roberto Strano ha poi proseguito la sua relazione analizzando l’attuazione della costituzione presso la nostra diocesi.
“Nei giorni 29/30 Gennaio 1965 Mons. Bacile indiceva il primo Convegno liturgico Diocesano avente come tema: Significato, Finalità e Criteri della riforma liturgica – Attuazione della Riforma. Fu invitato come Relatore il Cancelliere della Curia Arcivescovile di Catania, Mons. Salvatore Famoso, Membro della Commissione antipreparatoria del Concilio. Gli anni che seguirono furono dedicati ampiamente alla Riforma Liturgica, alla Costituzione dell’Ufficio Liturgico Diocesano. Diversi Convegni pastorali diocesani hanno avuto come tema la liturgia nei suoi diversi aspetti celebrativi e pastorali. La puntuale presentazione al clero e ai laici dei Libri liturgici scaturiti dalla riforma, significative pubblicazioni quali un libretto di Canti per la Liturgia nel 1981… Momenti qualificati sono stati i Convegni diocesani realizzati unitamente all’Ufficio Catechistico e a quello Caritas, E’ stato introdotto in Diocesi il Ministero Straordinario della santa Comunione. La celebrazione della 54^ Settimana Liturgica Nazionale nel 2003, in occasione del 40° anniversario della Sacrosanctum Concilium, ospitata nella nostra Diocesi è stata un evento di Grazia che ci ha permesso di conoscere, grazie ad illustri relatori, la ricchezza della Costituzione”. Concludendo il suo intervento don Roberto ha lodato e ringraziato lo Spirito Santo per il dono di questo prezioso documento e ha detto che si può affermare una sola cosa: “La riforma liturgica è ancora in fase di attuazione, in cammino verso una meta che solo da Dio può essere donata”.
La relazione sul decreto “Inter Mirifica”, sui mezzi di comunicazione sociale è stata compiuta da don Marco Catalano, direttore dell’Ufficio di Comunicazioni Sociali della Diocesi di Acireale.
“E’ la prima volta che un Concilio mette in risalto il tema dei mezzi di comunicazione sociale, spiega don Marco citando il documento – La Chiesa nostra madre riconosce che questi strumenti (stampa, cinema, radio, televisione)  se bene adoperati, offrono al genere umano grandi vantaggi, perché contribuiscono efficacemente a sollevare e ad arricchire lo spirito, nonché a diffondere e a consolidare il regno di Dio. La Chiesa ritiene dunque suo dovere l’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale per annunciare il Regno di Dio e la salvezza portata da Cristo. Per  usare rettamente questi strumenti è necessario che chi li adopera conosca le leggi morali e vi si attenga e viene sottolineato come il diritto all’informazione debba essere garantito, anche dall’autorità civile, e che la comunicazione debba essere sempre vera, completa, onesta e conveniente. Viene ribadito il primato dell’ordine morale sia per gli autori, che devono subordinare interessi economici al bene comune, sia per gli utenti, perché un cattivo utilizzo non provochi danni spirituali.
Si legge, nel documento, un invito ad incrementare la stampa cattolica e a produrre film, programmi televisivi e radiofonici moralmente sani, adatti alle famiglie e ai giovani e a formare sacerdoti, religiosi e laici che sappiano usare con competenza le moderne tecnologie. Nel documento si fa esplicito riferimento a sussidi economici da devolvere per le varie iniziative e si stabilisce che venga istituita la Giornata delle Comunicazioni Sociali in ogni diocesi”.
Don Marco Catalano si è poi soffermato sull’iter travagliato che ebbero i  mezzi di comunicazione sociale all’interno del Concilio; circolò all’epoca anche un ciclostilato che invitava a votare “non placet” per fare escludere questa tematica dagli argomenti da trattare, ma fu Papa Giovanni XXIII a voler che si definissero delle norme anche su questo. In epoca post-conciliare c’è invece stato un incremento di documenti per favorire la funzione pastorale di questi strumenti. Nel Direttorio sui mezzi di comunicazione sociale del 2004 si è delineata l’importanza di creare delle sale della comunità e di formare animatori della comunicazione e della cultura. Oggi un ulteriore passo in avanti con il web, internet e i social network. In chiusura del suo intervento don Marco Catalano ha citato Mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali che di recente ha dichiarato che “bisogna usare i media da testimoni e che il medium più prezioso siamo noi”.
A conclusione dell’incontro è intervenuto S.E. Mons. Raspanti che ha sottolineato come il Concilio Vaticano II ha segnato un cambiamento di rotta nella Chiesa, che le tematiche evidenziate hanno messo in moto una riflessione che non si è ancora conclusa, che per certi versi molte cose decise allora devono essere ancora attuate. La globalizzazione ha cambiato la nostra percezione del mondo, apparentemente si sono annullate le distanze. Si ha una pluralità di discipline, si assiste a cambiamenti rapidi e bisogna affrontare problematiche e sfide sempre nuove. La liturgia diventa espressione forte del popolo di Dio. “E’ necessaria una consapevole adesione a Cristo. Sento che siamo determinati in un cammino che è anche ricerca. Percepisco tra i fedeli della diocesi un cuore pulsante e un’energia positiva, avverto la voglia di accogliere il dono della fede e di andare avanti con un bel senso di responsabilità”.

                                                                                                                                                                                                                                   Laura Pugliatti

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