Elezioni regionali: conto alla rovescia nell’acese per i seggi all’ARS

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Il conto alla rovescia è già cominciato da qualche settimana, forse ancora prima rispetto a quando il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha annunciato le proprie dimissioni per la fine di luglio. E’ certo che nella zona dell’Acese saranno in tanti a correre per un posto per l‘Assemblea regionale siciliana. Scontata la ricandidatura di Nicola D’Agostino, il più acese tra quanti sono in carica, nel senso che è di Acireale. Nipote d’arte, figlio di uno dei fratelli di quel Turi che morì prematuramente, arrivando soltanto a ricoprire le cariche di consigliere e assessore provinciale, nulla rispetto a quelle che erano le sue capacità e le sue – legittime – ambizioni.

D’Agostino ha bruciato le tappe nel corsodellalegislatura che va a spegnersi anzitempo. Che avesse stoffa non c’erano dubbi ma che potesse diventare capogruppo del Movimento per l’autonomia, il partito del presidente della Regione, non era facile da pronosticare. Restando sul fronte degli uscenti, c’è Franco Calanducci, anche lui eletto sotto l’aladella “Trinacria lombardiana”, sia pure in seconda battuta. Originario di Palagonia, può essere considerato, per tanti motivi, un acese a tutti gli effetti.

La sua ricandidatura sembra certa, al pari di quella di Raffaele Nicotra che, però, per la guerra che gli è stata fatta, dovrebbe trovarsi a distanze siderali dal fondatore dell’Mpa. Il domicilio attuale dell’ex sindaco di Aci Catena è l’Udc ma appare ancora prematuro sbilanciarsi. Lo scudocrociato vorrebbe puntare su Santo Primavera che da anni, ormai, viaggia in tandem con l’on. Pippo Basile. Le forze riunite basteranno per fare staccare al consigliere provinciale il biglietto per Sala d’Ercole?

I numeri sembrano esserci ma tanto dipende dalla lista che verrà confezionata in sede provinciale ovvero da quanti seggi scatteranno per l’Udc che potrebbe accogliere anche Antonio Castro, legato al giarrese Salvino Barbagallo. E, ancora sul frontedellacosidetta “generazione30”, c’è un altro consigliere provinciale che scalpita, Gianluca Cannavò. Il “pupillo” di Basilio Catanoso è stato uno dei primi, tra coloro che non sono in carica, ad annunciare la sua candidatura per il Parlamento più antico d’Europa. Resta da capire se correrà sotto le insegne del Pdl oppure di una lista legata ad un candidato-presidente. Nell’uno o nell’altro caso, Cannavò pare pronto a rimboccarsi le maniche per confermare il buon patrimonio di consensi del quale ha già dimostrato di godere. Un altro che di consensi se ne intende èGiuseppe Torrisiche ha già annunciato la sua candidatura con Grande Sud. Ma c’è Nello Catalano che pare pronto a fare altrettanto con lo stesso movimento di Miccichè. Non pervenute indicazioni di sorta rispetto a Fli mentre FareItalia, affiancato da La Destra, potrebbe fare scendere in campo Silvio Cavallaro, persona che gode di tanta stima, per onestà e coerenza. Il Pd starebbe insistendo con Giuseppe Cicala affinchè scenda in campo, altrettanto stanno facendo Sel con Francesco Fichera e i Comunisti italiani con Antonio Tomarchio, tutti apprezzati.

Acireale, comunque, è notoriamente “avara” di consensi per i partiti che stanno a sinistra e le due persone citate non meritano di correre solo per spirito di bandiera.

Discorso a parte merita la posizione di Nino Garozzo, dichiaratosi più volte uomo di partito e, dunque, a disposizione del Pdl. Se vuole misurarsi deve abbandonare anzitempo, ben un anno e mezzo prima del previsto, la carica di sindaco, con tutto ciò che ne consegue,  innanzitutto il ritorno alle urne per il rinnovo di giunta e consiglio comunali. Il sen. Firrarello, sponsor da sempre di Nino Garozzo, ha già sul groppone D’Asero e Limoli; l’on. Catanoso non ha fatto salti di gioia dinnanzi al pensiero di tornare al voto per le comunali. Facile ritenere, dunque, che a Garozzo venga chiesto un “sacrificio”, quello di concludere il mandato senza anticipare i tempi con il rischio – per la verità remoto – che il centro-destra possa perdere la guida cittadina.

Gaetano Rizzo

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