I laici nella Chiesa / Seminatori di speranza e promotori di un nuovo entusiasmo vissuto e condiviso

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Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium si legge che «I laici sono semplicemente l’immensa maggioranza del popolo di Dio. Al loro servizio c’è una minoranza: i ministri chiesa_laiciordinati. È cresciuta la coscienza dell’identità e della missione del laico nella Chiesa. Disponiamo di un numeroso laicato, benché non sufficiente, con un radicato senso comunitario e una grande fedeltà all’impegno della carità, della catechesi, della celebrazione della fede” (102.)

Queste espressioni danno forza all’azione di formazione e di evangelizzazione delle categorie professionali e intellettuali che rappresentano un’importante sfida pastorale per la Chiesa d’oggi.

I laici oggi assumono un particolare compito di “seminatori di speranza” esercitando il servizio della gratuità, del volontariato e del dono, apportando al cristianesimo predicato, un fermento di nuovo entusiasmo vissuto e condiviso.

Nel messaggio di Papa Francesco inviato ai partecipanti del convegno, promosso dal Vicariato di Roma presso la Pontificia Università Lateranense, sul tema: “La missione dei laici cristiani nella città”, viene ribadito l’insegnamento del Vaticano II: “I fedeli laici, in virtù del Battesimo, sono protagonisti nell’opera di evangelizzazione e promozione umana“.

Il processo di scristianizzazione sempre più diffuso, rileva che “è più facile diventare cristiani quando non si è cristiani, che non diventarlo quando lo si è; e questa decisone è riservata a colui che è stato battezzato da bambino”. Questa riflessione del filosofo Kierkegaard, conferma che il battesimo di per sé non garantisce che chi è battezzato sia ipso facto cristiano, perché, per diventarlo è necessario “appropriarsi” della verità evangelica, cioè accettarla liberamente e integralmente.

Il messaggio di Kierkegaard, appare ancora oggi attuale e conserva tutto il loro valore, essendo un richiamo per tutti a vivere in modo autentico il Cristianesimo.

La distinzione tra la Cristianità, rappresentata dall’apparato burocratizzato delle pratiche esteriori, insignificanti per l’esistenza dei singoli, ed il Cristianesimo, che non è né una filosofia, né una teologia, ma è la presenza reale e concreta di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nella vita dei credenti, impegna e sollecita ogni cristiano, “membro del popolo di Dio in cammino”, incorporato nella Chiesa mediante il Battesimo, ad essere congiuntamente discepolo e missionario.

Nell’essere “discepolo” si garantisce la fedeltà agli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa e nell’azione missionaria, si manifesta l’essere “apostolo”, ”operaio nella vigna del Signore”, “inviato ad annunciare la lieta novella del Vangelo”, anche ai lontani e nelle periferie.

La raccomandazione di Papa Francesco di “non contrapporre tra loro le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali laicali” risuonano come monito per una Chiesa che vuole essere nel mondo un concreto segno di presenza e di testimonianza dei valori. Una Chiesa unita e non spezzettata in tante piccole porzioni.

Le diverse aggregazioni laicali, nella loro varietà e dinamicità costituiscono una vera risorsa per la Chiesa, garantendo una presenza nei diversi ambienti e settori della vita sociale, ma occorre che sia garantito il legame vitale con la “pastorale organica della diocesi e delle parrocchie”

 Il “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa”, raccomanda papa Francesco, costituisce la “bussola” nel cammino e “uno strumento completo e prezioso” per assicurare un servizio coerente e fruttuoso, capace di promuovere l’inclusione sociale dei poveri, mediante una “prioritaria attenzione religiosa e spirituale”.

In preparazione al Sinodo del prossimo ottobre sulla famiglia e al convegno ecclesiale sul tema: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” che si terrà a Firenze dal 9 al 15 novembre del 2015, i laici hanno il dovere di far sentire la propria voce ed anche nella nostra diocesi la Consulta diocesana delle aggregazioni laicali ha promosso incontri di studio e di riflessione sui temi della famiglia e sui luoghi, le forme, i percorsi d’incontro con Cristo nella pastorale ordinaria d’iniziazione cristiana e di attuazione dell’esperienza della fede.

La difficoltà di educare a credere, in una società invasa di relativismo, di pluralismo culturale e religioso, di ricerca di beni di facile consumo e non d’investimenti sul futuro, pone la prevalente emergenza educativa come priorità dell’azione missionaria della Chiesa.

Se è vero che “ogni incontro fa crescere nell’umanità” ancor più dovrebbe avvenire quando s’incontra Gesù, Uomo completo, Maestro e modello di umanità”, Persona che “prende il posto dell’altro”, che si fa carico dell’intera umanità nell’evento di salvezza.

Educare all’incontro, accompagnare i ragazzi, i giovani, le famiglie all’incontro con Gesù, costituiscono gli obiettivi primari dell’azione pastorale, culturale e sociale della comunità cristiana.

La ricerca dei “nodi problematici” e delle possibili soluzioni per superare le oggettive difficoltà del momento storico che attraversa l’intera società, impegna tutti a seguire il percorso della storia non passivamente, ma da protagonisti e portatori di valori.

“Andare verso, incontrare l’altro, aprire il cuore al dono “, indicano le azioni concrete di un laicato responsabile e coerente, che non si adagia al comune andare, a quel che fanno tutti, ma che si qualifica e si distingue, agendo in coerenza e fedeltà al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa.

Il cammino quaresimale favorisce ancor meglio questo percorso, quale “progetto gettato”, sempre in costante divenire.

Giuseppe Adernò

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