Il cinese Zen Ze-kiun, un cardinale “scomodo”

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Quella del card. Joseph Zen Ze-kiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, 80 anni ben portati, è stata una delle presenze più significative alla cerimonia di beatificazione di padre Gabriele Allegra. Molti si sono i meravigliati del fatto che parlasse perfettamente l’italiano, ma il card. Zen è in effetti più italiano di quanto non si possa pensare.

Il card. Joseph Zen Ze-kiun

Egli infatti,  nato il 13 gennaio 1932 a Shangai da una famiglia cattolica, iniziò gli studi, ancora giovanissimo, presso l’aspirantato salesiano della sua città. Costretto qualche anno dopo a trasferirsi a Hong Kong (negli anni immediatamente precedenti l’instaurazione della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949, ad opera dei maoisti), ha quindi perfezionato i suoi studi in Italia, prima a Torino e poi a Roma, tra la fine degli anni ’50 ed i primi anni ’60. A Torino è stato anche ordinato sacerdote, l’11 febbraio 1961. Rientrato a Hong Kong nel 1964, la sua vita si è successivamente svolta tra la Cina e Hong Kong, che fino al 1997 – ricordiamo – era un protettorato britannico. Dal 1978 al 1983 ha ricoperto la carica di Superiore Provinciale dei Salesiani per Hong Kong, Macau e Taiwan (la cosiddetta Cina “esterna”). In varie riprese ha insegnato nei seminari cinesi, sia quelli ufficiali, sia quelli “clandestini”, il che gli ha permesso di fare di lui uno dei maggiori conoscitori della realtà di ambedue le chiese cattoliche cinesi. Nel 1996 Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo coadiutore di Hong Kong, di cui è divenuto titolare il 23 settembre 2002, alla morte del suo predecessore, il card. Wu Cheng-chung. Nel 2006 Benedetto XVI lo ha nominato cardinale, scegliendo Hong Kong, Seoul e Manila quali sedi cardinalizie al posto delle tradizionali sedi di Parigi, Barcellona e Dublino.

Il card. Zen con un gruppo di cinesi nella cattedrale di Acireale

Per il suo impegno a favore della democrazia e per le sue critiche ai governi cinesi, mons. Zen è sempre stato malvisto dal governo di Pechino, che gli impedì l’ingresso in Cina per sei anni, dal 1997 al 2004. Fonti ben informate ci dicono che avrebbe anche trascorso qualche periodo di tempo in prigione. Anche adesso da vescovo a riposo (è diventato emerito per limiti d’età nel 2009), mons. Zen continua le sue battaglie a favore della Chiesa cattolica in Cina, dove, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a “Famiglia Cristiana” il 25 maggio scorso, la Chiesa cattolica è al limite di uno scisma, per via dei forti contrasti tra la Chiesa cattolica ufficiale fedele al Papa e la Chiesa “Nazionalista” sottomessa al regime, con la quale il card. Zen ritiene che non sia opportuno cercare il dialogo a tutti i costi. Dopo l’unificazione, egli ha iniziato con il governo di Hong Kong una battaglia legale per difendere le scuole cristiane, e nel mese di ottobre 2011 ha fatto tre giorni di sciopero della fame a favore di questa causa.

L’intervento del card. Zen durante la veglia di preghiera

Anche ad Acireale, durante la veglia di preghiera che ha preceduto la beatificazione di padre Allegra, si è rammaricato del fatto che non potrà mai più rivedere i luoghi sacri della sua infanzia, distrutti dai comunisti, e del fatto che il 29 settembre nessuno in Cina avrebbe saputo niente dell’evento.

Presso la Santa Sede il card. Zen gode di grande credito. Ricordiamo che nel 2008 Benedetto XVI lo ha incaricato di preparare le riflessioni per la Via Crucis del venerdì santo, in cui il card. Zen ha ricordato i tanti “martiri viventi”, i cristiani perseguitati della Cina.

Nino De Maria

 

 

 

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