Il primo libro de “La Voce” / “Opere di un viaggio” consegnato a Papa Francesco

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Pubblichiamo la cronaca singolare di un incontro particolare che ha visto anche la consegna, nelle mani del Santo Padre, del primo libro con il quale “La Voce dell’Jonio”, editrice del giornale omonimo che ha sessant’anni di vita, ha esordito in campo librario. Si tratta di “Opere di un viaggio”, nel quale Letizia Franzone e Giusy Spina descrivono e commentano, l’una dal punto di vista teologico e l’altra da quello artistico, gli affreschi biblici di Giuseppe Spina Capritti che campeggiano sulle pareti laterali della loro chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Ammalati in Acireale. Leggendo la nota che segue si capirà la singolarità e la particolarità, aggettivazioni con le quali abbiamo presentato l’articolo che segue.

16 novembre, 6.30 del mattino, tutto è pronto!
A Roma comincia ad albeggiare, le prime luci di un cielo limpido e azzurro appaiono sullo sfondo del grande colonnato della Basilica di San Pietro! Mio padre è li, pronto a vivere la sua emozione più grande e con lui mia madre, attenta e piena di emozione anch’ella.
Tutti in Cappella, a Santa Marta in Vaticano; mentre si apre una porticina, alle 7 in punto Sua Santità appare così come lo vediamo, come si presenta agli occhi di tutti, con la sua sapiente espressione, colmo del grande amore che riesce a trasferire alle persone mentre celebra la Santa Messa. I bambini presenti rendono un po’ più animata la celebrazione, rendono vivo il sacramento…; “è la vita”, osserva un prete che si trova lì, è proprio il rumore della vita che si presenta con forza agli occhi degli intervenuti. Tutti partecipano, tutti sono lì, ignari, come lo è la mia famiglia, di quello che farà provare il grande momento che vivranno. Lo hanno sognato, sperato, lo hanno desiderato con forza e finalmente adesso è divenuto realtà.
Dopo la celebrazione i partecipanti vengono invitati a trattenersi; lo smarrimento aleggia sui loro volti, cosa accadrà? È tutto finito lì? Ci si chiede, cosa succederà adesso?
Vengono invitati ad entrare in una stanza dove l’uomo vestito di bianco è pronto ad accoglierli con il sorriso di un padre che attende i propri figli; i miei genitori sono lì, ancora una volta, per primi corrono a salutarlo e la loro gioia è colma. Il volto di mia madre, gioioso, stupito, entusiasta, incredulo ma sereno; è come se il tempo si fermasse, niente intorno li distrae; mio padre Antonino, un uomo felice di quella felicita che non si riesce ad esprimere a parole, immensa, infinita; ci sono solo loro mentre gli scatti di un fotografo riescono a fermare il tempo, lo stesso tempo che per loro non scorre più! Secondi di eternità… è gioia piena.
Il Santo Padre chiede loro se ci fosse un motivo che li ha portati fin lì e mia madre spiega che hanno festeggiato ben 50 anni di nozze; quindi chiede ancora: “E’ chi dei due ha avuto più pazienza?”. Una domanda a cui nessuno è riuscito a dare risposta. ll Papa rivolge loro la domanda che svela il motivo della loro unione che dura da 50 anni, non si sono mai separati, forse perché quella pazienza li caratterizza entrambi! Quella pazienza che li unisce sempre più e fa sì che amino l’un l’altra e amino i loro figli.
Quindi, mia madre dice di aver portato dei doni e da una scatola viene fuori una tovaglietta cucita e ricamata a mano dalle signore che ogni venerdì si riuniscono per dar vita a degli oggetti meravigliosi che offrono in beneficenza in parrocchia, la stessa di cui parla il libro “Opere di Un Viaggio”, il secondo regalo che i miei genitori offrono al Santo Padre. Si tratta di un volumetto scritto a due mani da me e da Letizia Franzone.
Il Santo Padre è incuriosito, ne sfoglia le pagine e la gioia di un padre che vede fra le mani del Papa il libro scritto dalla figlia è debordante.
A questo punto mio padre gli chiede di poterlo abbracciare… Il suo sogno sta per coronarsi. Felice e colmo di gioia, mio padre abbraccia quell’uomo che per lui è motivo di stima, di orgoglio, di amore, quell’uomo che ha sognato e desiderato ardentemente di incontrare così, proprio come quando si incontra un amico. Dialogare con lui e consegnargli la cosa più preziosa, il libro che la figlia ha scritto con immensa gioia e partecipazione. L’amore di un padre e di una madre si manifesta in questo grande gesto, la gioia dei miei genitori adesso trabocca veramente. Si abbracciano come se fossero vecchi amici ed è questo il gesto più importante di Papa Francesco: accogliere le persone senza differenza di razza, di colore, di sesso, accoglierle in un abbraccio senza chiedere nulla in cambio ma solo di pregare per lui.

Giusy Spina

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