La FIJET in Romania per il 53° congresso mondiale

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 La Fijet, federazione internazionale dei giornalisti e scrittori del turismo, ha svolto il suo 53° congresso in Romania, nel palazzo del Parlamento di Bucharest, grazie alla disponibilità del Ministero del Turismo e alla Municipalità di Bucharest.

I lavori congressuali si sono svolti all’insegna del dialogo costruttivo sottolineando, spesso, l’importante e delicato  compito che viene affidato al giornalista del turismo. Egli ha l’incarico di promuovere il turismo nelle sue sfaccettature, deve essere veicolo trainante, perché il turismo e la conoscenza di esso nelle sue forme portano ricchezza economica e culturale. Il turismo è anche scambio di idee che creano consapevolezza; diventa mezzo che porta libertà di pensiero. Popoli di diversi Paesi che si incontrano e che nei loro diritti di espressione si confrontano. Senza la propaganda turistica un Paese rimane chiuso in sè stesso e impedisce conoscenze e saperi.

In Romania oggi si respira aria di libertà, nelle persone si avverte la voglia di progredire, si parla ancora di Ceausescu che impediva al suo popolo ogni forma di libertà. Un popolo che non ha libertà è come un gregge che rimane chiuso nel proprio recinto. E il giornalista del turismo deve essere anche portatore di libertà, deve dire, spiegare che la libertà arricchisce l’uomo in ogni suo aspetto. Nella laboriosa Romania di oggi la gente ricorda che il dittatore Ceausescu impediva anche i matrimoni con il rito cristiano; queste cerimonie avvenivano lo stesso, ma di nascosto, anche di notte, e in località lontane dalla capitale Bucharest per non essere visti. Talvolta accadeva che un comunista, anche parente intimo della sposa o dello sposo, denunciava la figlia o il figlio che aveva contratto il matrimonio con il rito cattolico. Ceausescu puniva questi “peccatori”.

Oggi, grazie alla libertà voluta e conquistata dal popolo rumeno, la gente si sposa con il rito che desidera. Durante il congresso abbiamo avuto modo di visitare molti posti della Romania; la gente ci accoglieva come fratelli e ci rallegrava anche con  musiche tradizionali e balli. La Romania di oggi può programmare, decidere, fare. Il popolo rumeno è un popolo educato, ospitale, vuole crescere e noi, giornalisti del turismo, abbiamo il dovere di divulgare questi nobili sentimenti descrivendo, anche, le bellezze naturali che la Romania offre ai turisti.

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