Lavoro / Il Jobs Act e le nuove generazioni al centro dell’incontro promosso dal circolo 02PD di Milano

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Organizzato dal Circolo 02PD, si è tenuto ieri presso lo spazio Energolab di Milano un confronto pubblico per discutere del Jobs Act con la partecipazione di Giuseppe Lodovico, ricercatore in Diritto commerciale all’Università Statale, Tommaso Nannicini, docente di Political economics alla Bocconi e consigliere economico del Presidente del Consiglio, Brando Benifei, parlamentare europeo ed Alessia Rotta, deputata e componente della Segreteria nazionale del Partito Democratico.IMG_1237

A spiegare la filosofia che sottende la riforma Renzi – Poletti, diversa dalle precedenti, che rispondevano agli shock economici al margine mediante la creazione di nuovi contratti atipici e scaricando i costi sulle giovani generazioni, è stato il bocconiano Nannicini, intervenuto per primo: “La sfida principale è aggredire la segmentazione del mercato del lavoro. Con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti diventa più conveniente assumere direttamente, ad esempio un giovane, asciugando gli oneri normativi legati al tradizionale contratto a tempo indeterminato e rendendo incrementali i costi di separazione”.

Secondo Lodovico la riforma è buona nella misura in cui si sostanzia di un’effettiva decontribuzione triennale a vantaggio del datore di lavoro, sebbene solo chi assume nel 2015 possa beneficiarne, col rischio che alla fine del triennio i contratti a tutele crescenti stipulati oggi si trasformino in contratti a termine, una possibilità della quale i tecnici di Palazzo Chigi sono consapevoli e che per essere arginata richiede il costante monitoraggio del quadro economico complessivo.

Timore parzialmente condiviso da Brando Benifei, che tuttavia ha messo in luce i recenti successi italiani in Europa, dallo scorporo dei fondi per gli investimenti dal calcolo del deficit alla lettura più flessibile del patto di stabilità e crescita, merito della leadership internazionale e dell’azione riformista del Premier Matteo Renzi. “Con la riforma andiamo incontro ad un modello flessibile, che però richiede scelte e risorse: dobbiamo potenziare i servizi per l’impiego”, ha aggiunto, in riferiremo al sistema italiano ancora carente.

Infine ha preso la parola Alessia Rotta, rispondendo ad alcuni interrogativi sollevati dai presenti: “Il Jobs Act nasce con l’intento di lottare contro la precarizzazione: di crescente non c’è solo l’indennizzo, ma anche una serie di diritti che prima non erano garantiti. La tutela del posto di lavoro e non del lavoro in sé era anacronistica”.

Per comprendere davvero quali saranno gli effetti di medio periodo dei provvedimenti approvati dalla maggioranza ed implementati dal Governo bisognerà attendere almeno la fine dell’anno. Ma anche se i tempi dell’economia non sono i tempi della politica, l’ultimo rapporto CNA conferma che le assunzioni sono cresciute dll’8,6 % rispetto a Marzo 2014 (+ 54,6 % di contratti a tempo indeterminato in dodici mesi) e secondo il più recente bollettino economico di Bankitalia “l’impulso fornito dalle politiche macroeconomiche si è accentuato significativamente negli ultimi trimestri e ha creato i presupposti per una ripresa della domanda interna, oltre a consolidare i benefici di quella estera”. Due considerazioni che lasciano aperta la prospettiva della speranza e ci mettono di fronte alla responsabilità individuale di cogliere lo spirito di cambiamento che sottende questa fase nuova. Per la prima volta dopo tanti anni sia gli imprenditori che i lavoratori beneficiano degli effetti della stessa riforma, riconciliando capitale e lavoro e gettando le premesse per uscire dalla palude della crisi.

Elia Torrisi

 

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