Libri / Tantucci, “Gesù scartato”: esperienza di fede che conduce l’uomo alla conversione del cuore

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Il volumetto ‘Gesù scartato’, pubblicato da Giordano Tantucci per le edizioni TAU, si propone di condurre il lettore per mano attraverso un’esperienza di fede il cui proposito, in compagnia della Madonna della Medaglietta Miracolosa, è riuscire a scorgere ancora oggi la Croce di Cristo che, da simbolo per eccellenza dello scarto, cioè dell’estremo rifiuto per gli uomini, sia invece la meta finale di un’esperienza di fede che conduca l’uomo ad un’autentica conversione del cuore.
Come si legge nella prefazione al libretto, curata dallo stesso autore, proprio Papa Francesco, in questi ultimi anni, ha voluto particolarmente attenzionare l’aspetto dello scarto, distinguendo lo scarto materiale, inteso come spreco vero e proprio di risorse di ogni genere, dallo scarto sociale, consumato dagli uomini a danno dei propri fratelli.

Appropriato particolarmente per il Tempo liturgico di Quaresima, per il quale esso può costituire anche un’ottima proposta di meditazione, il libriccino prende in considerazione lo scarto dell’uomo Gesù: l’umanità non riconosce il Figlio di Dio (dice il Vangelo di Giovanni nel Prologo: ‘Egli venne nel mondo tra i suoi, che non l’hanno accolto!’). Gesù, dunque, vede scartata dagli uomini la propria proposta di idee e valori. Egli sapeva, comunque, di essere quella pietra che, chiamata ad edificare il Tempio di Dio nel mondo, sarebbe stata scartata dai costruttori (gli uomini), i quali non l’hanno accolto, come testimonia lo scarto totale che si consuma con la morte in croce sulle alture del Gòlgota. Ciò perché gli uomini non hanno saputo, o meglio non hanno ‘voluto’, riconoscere in Lui la natura divina, il suo essere il Figlio Unigenito del Padre’. Lo scarto nei confronti di Gesù continua a verificarsi ogniqualvolta non si accetta la sua proposta, per molti motivo di scandalo, adusi come sono agli usi ed ai costumi del proprio tempo.

Certo, anche Gesù stesso, nel proprio essere uomo, ha sperimentato il dolore dello scarto, cioè dell’abbandono di quanti, invece, Egli aveva chiamato accanto a sè nella propria evangelica missione; Egli ha sperimentato l’aspetto dello ‘scarto’ in una duplice dimensione, cioè in quella ‘privata’ quando, agonizzante nell’orto del Getsèmani, Egli sperimenta l’angoscia dell’abbandono e della completa tristezza, giungendo persino a chiedere al Padre, che sembra sordo alle richieste del Figlio, che lo liberi da tale situazione, che gli provoca sudore di sangue anche se subito dopo Egli si affida, comunque, totalmente alla volontà del Padre Celeste, ma ne sperimenta anche una dimensione ‘pubblica’ quando, appeso al legno della Croce sul Gòlgota, Egli subisce la completa derisione sia dei passanti sia degli stessi ladroni con Lui crocifissi. Gli uni e gli altri desiderano vedere con i propri occhi, cioè toccare con mano, la natura divina del Cristo crocifisso, il quale dovrebbe dimostrare a tutti di essere il Figlio di Dio e, come tale, Dio Egli stesso, scendendo dalla Croce e salvando tutti loro. Gesù, però, ha voluto sottoporsi ad ogni umiliazione, non sottraendosi persino alla cruentissima morte di croce, ma il centurione, vedendolo spirare tra enormi strazi, non può fare a meno di riconoscere pubblicamente la natura divina di quell’uomo che, con la propria vita, aveva voluto incarnare lo spirito della ‘Divina Misericordia’.

La Madonna della Medaglietta Miracolosa, cui siamo stati affidati dallo stesso Gesù ‘scartato’ sulla Croce, si fa, dunque, nostra compagna in quest’avventura spirituale, cadenzata dagli undici capitoli del prezioso libriccino, per un itinerario che, passo dopo passo, come scandito dai brani evangelici della Passione del Signore, condurrà alla  gioia finale della liberazione quando, cioè, quella Croce, comunemente intesa quale simbolo di completa disfatta, diverrà trono di gloria dal quale Cristo si erge vincitore sulla morte ridonando all’umanità redenta la gioia della vita eterna. La morte, dunque, non è la fine di tutto, ma solo un passaggio dalla dimensione effimera e transeunte della vita terrena a quella di un’eternità che non avrà mai fine.        

                                Nando Costarelli

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