L’incontro tra Papa Francesco e la scuola italiana / Voci dalla piazza: comune impegno per costruire insieme spazi educativi

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Giovani studenti in piazza S. Pietro per l'incontro con il Papa

(10-5-2014) I commenti a caldo di Giuseppe Desideri (Aimc), Fabrizio Azzolini (Age), Franco Miano (Azione cattolica), Gioele Anni (studenti di Ac), Carlo Costalli (Mcl) e Gianni Bottalico (Acli). In tutti la consapevolezza di un nuovo inizio per tutta la scuola pubblica, statale e paritaria.

Giovani studenti in piazza S. Pietro per l'incontro con il Papa
Giovani studenti in piazza S. Pietro per l’incontro con il Papa

Tante voci da piazza San Pietro, per un giorno trasformata in una grande aula all’aperto. Parlano i leader di alcune grandi associazioni cattoliche che hanno a cuore la scuola, come espressione primaria del bene comune.

“Una grandissima festa. La scuola ha risposto con grande entusiasmo all’invito di una persona credibile come il Papa, dimostrando che aveva bisogno di essere chiamata. La scuola italiana c’è e desidera essere protagonista. È di tutti ed è per tutti. La scuola di questa giornata aveva bisogno. Da oggi può ripartire”. È il commento a caldo di Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Associazione italiana maestri cattolici, a margine dell’incontro tra il mondo della scuola e Papa Francesco. Il suo discorso gli è rimasto impresso: “Ci ha ricordato che la maestra elementare lascia il segno. Siamo soddisfatti di questo incontro gioioso, che ci ha confermato nella nostra mission. La scuola fa parte del nostro villaggio globale. E non è facile affrontare l’insegnamento, che va ponderato con conoscenza e competenza, sempre alla luce dei valori”.

“Siamo l’altra parte del patto educativo, la famiglia, e ci siamo radunati attorno al Papa, nostro maestro”, dichiara Fabrizio Azzolini, presidente nazionale dell’Associazione italiana genitori, “come membri di una scuola dove non si scommette solo su quello che i ragazzi apprendono e faranno ma soprattutto su quello che saranno. Una scuola – prosegue Azzolini – che apra la mente, educhi la persona, insegni ad amare la vita e sappia puntare sui valori, non solo sui contenuti. Oggi abbiamo visto una scuola al di là degli steccati ideologici, una scuola attenta a tutti, che sa accogliere. Abbiamo vissuto la testimonianza di una scuola che funziona, non si lamenta e va avanti”.

Franco Miano, presidente nazionale di Azione cattolica, è rimasto particolarmente colpito “dall’insistenza del Papa sul rapporto tra amare ed educare, sul valore dell’incrocio tra vero bene e bello e sulla necessità che la scuola sia luogo in cui cresce la cultura dell’incontro. Le parole di Francesco hanno dimostrato che la Chiesa in Italia ha veramente a cuore la scuola. Noi ci crediamo”.

Papa Francesco in giro tra la folla
Papa Francesco in giro tra la folla

“Felice di aver sentito rievocare tante volte le parole di don Milani” è Gioele Anni, segretario nazionale del Movimento studenti di Ac: “Bella anche l’idea dell’apertura alla realtà. Nella scuola sono mille i problemi da affrontare e serve una visione ispirata. Serve la cultura dell’incontro, che si è celebrata anche oggi, nella condivisione tra credenti e non credenti. È anche vero che l’educazione è un lavoro di comunità e corresponsabilità e, come dice il Papa, che i ragazzi hanno fiuto per chi ha la passione dell’insegnamento”.

Per Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori, “la scuola va difesa e occorre ridare dignità al mestiere di insegnante”. Quello che si è raccolto oggi a San Pietro è “un bel popolo, un grande popolo: occorre – ha auspicato Costalli – abbandonare le aggressioni ideologiche, sennò di mezzo ci vanno famiglie e lavoratori. L’impegno è volto a educare ai valori, al bene comune e al lavoro superando ogni tentazione individualistica per raggiungere la responsabilizzazione, l’altruismo e la solidarietà, tessuto connettivo indispensabile ad ogni società democratica”.

Secondo Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Associazioni cristiane lavoratori italiani, con l’incontro di oggi la Chiesa italiana non solo “si prende cura della scuola”, ma “rilancia delle priorità nell’interesse di tutta la comunità nazionale. Abbiamo quanto mai bisogno di una scuola capace di un pensiero aperto, che formi coscienze critiche in un’epoca di forte omologazione e di spregiudicata manipolazione della realtà dei fatti. Papa Francesco ci insegna che l’educazione non può essere neutra, ma orientata al vero, al bene e al bello. Si tratta di un’esigenza imprescindibile non solo per i cattolici ma per tutti. E basta tagli alla scuola – conclude Bottalico -. Si è raggiunto il fondo e dobbiamo impedire che le fasce più deboli della popolazione rimangano in deficit di istruzione e di formazione”.

 Lorena Leonardi

(Fonte: SIR)

 

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