Presepi / A Santa Venerina Franz Pilleri ricostruisce anche l’eruzione dell’Etna con i rumori originali dei boati

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Franz Pilleri, 20 anni, tipico ragazzo siciliano, occhi e capelli scuri, sguardo intenso e pilleriviso da bravo ragazzo, nutre una grande passione per il presepe, trasmessa da papà Antonio, tanta che gli ha permesso di realizzare, nella casa dei nonni a Santa Venerina, un presepe che, inaugurato la domenica prima di Natale, è stato meta di diverse centinaia di visitatori provenienti anche da altri centri della provincia di Catania. E lui è lì a illustrare, senza enfasi alcuna, il suo lavoro: i vari ambienti, i paesaggi, i mestieri, l’Etna in eruzione, accompagnata dai rumori originali, l’alba, il giorno, il tramonto, la notte; a spiegare come ha realizzato gli effetti sonori, quelli luminosi, l’evaporazione dell’acqua calda, come ha rimodellato una figurina per farla diventare quella di un ricottaio e farle simulare la lavorazione del latte; a rivelare che ognuno dei personaggi in movimento è azionato da un congegno singolo collegato a una centralina che lo armonizza con gli altri; a rivelare che i Re Magi provengono dalla Spagna e molti materiali li acquista da produttori specializzati del Nord Italia; a descrivere i movimenti degli artigiani, dei coltivatori della terra (ce n’è uno che raccoglie fichi d’India), dei commercianti, che cominciano a lavorare di prima mattina, quando sul presepe arriva l’alba, e si fermano quando tramonta il sole.
Franz ha lavorato al suo presepe tutte le domeniche e i lunedì (quando è chiusa la barberia di papà) per sei – sette mesi, impiegando in questi giorni praticamente tutto il suo tempo libero a realizzare un presepe di una dozzina di metri quadrati con oltre duecento figurine di varie dimensioni, una trentina di fabbricati, tra case, botteghe e magazzini, costruiti interamente da lui, tegoline comprese, alberi, sabbia, pietrisco, muschio naturale, “bombe” laviche di quelle regalate dall’Etna nella scorsa primavera.
Quello di Franz è uno di quei presepi che vale la pena visitare (sulla via Archimede di Santa Venerina, a poche decine di metri dalla chiesa Madre) per rivivere la vera tradizione siciliana che celebra la Natività.

G. V.

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