Racconti d’estate per “La Voce”. 16^ puntata: Il pulmino felice

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Nel racconto estivo di oggi, sedicesimo della serie, proponiamo una storia che sembra una fiaba, ma invece è proprio reale. Buona lettura!

pulmino_1C’era una volta un pulmino triste. Era un pulmino come ce ne sono tanti altri, di colore grigio e  verde. Viveva nel cuore dell’Africa, in un villaggio della Tanzania, ed anche se i suoi passeggeri erano per lo più dei bambini allegri e sorridenti, e viveva in un ambiente naturale bellissimo, egli continuava a sentirsi triste, perché sentiva di non avere una sua individualità ed una sua personalità che lo facessero distinguere dagli altri.

Un giorno però, nel villaggio dove egli si trovava, arrivarono quattro giovani: Daniele, Marco, Sandra e Veronica. Erano amici di Franco, un altro giovane che si trovava lì da alcuni mesi come educatore, ed erano venuti a trovarlo per trascorrere qualche settimana in Africa con lui.

Appena videro il pulmino e si accorsero anche loro di quanto fosse triste, cominciarono subito a pensare come ravvivarlo e renderlo più allegro. E allora iniziò la trasformazione. Tutti insieme raschiarono per prima cosa la vecchia vernice bicolore e poi, armatisi di colori e pennelli, diedero, per cominciare, una bella mano di sottofondo azzurro. Poi il tetto lo fecero rosso con le fasce laterali arancione e giallo, e sulle fasce laterali ci disegnarono gli alberi, le capanne e la chiesetta del villaggio. Mentre il lavoro procedeva, con l’aiuto anche degli abitanti del villaggio e sotto gli occhi vigili e meravigliati dei bambini, Marco, futuro architetto e bravo disegnatore, elaborò il progetto grafico sulla decorazione del pulmino, che venne poi realizzata da tutta la squadra. Sulle fiancate venne creato uno sfondo verde, sul quale comparvero magicamente tante scimmiette che giocavano allegramente tra di loro da una parte, ed un leone, affiancato da un elefante che gli faceva il bagno con la proboscide e da una giraffa che allungava il collo, e con tante farfalle che gli svolazzavano intorno, dall’altra parte.

pulmino_3Il lavoro era quasi finito. Adesso mancava solo la personalizzazione, la firma, per così dire. Ma i bambini non sapevano ancora scrivere, ed allora utilizzarono un altro sistema, che per i più piccoli fu come una specie di gioco. Vennero poste a terra, affiancate una accanto all’altra, alcune vaschette di vari colori: giallo, rosso, verde, blù, marrone. Tutti i bambini, ad uno ad uno, misero  le loro manine aperte nel colore e poi andarono ad imprimere le loro impronte colorate sul davanti del pulmino, il tutto mentre Daniele e Marco li fotografavano e li filmavano. Per loro fu una festa grande, di quelle che si vivono una sola volta nella vita. Anche Daniele, Marco, Sandra, Veronica e Franco lasciarono le loro impronte, ed anche i genitori dei bambini e tutti quelli che ci avevano lavorato, creando così una decorazione unica, inconfondibile e irripetibile.

Non potevano mancare alla fine le foto di gruppo ed un giro di prova. Ed allora: tutti a bordo! Con grande gioia anche del pulmino, che adesso non era più triste ma felice, felicissimo, perché ora era diventato unico e inconfondibile, e quando avrebbe incontrato altri pulmini come lui si sarebbe messo a strombazzare contento per farsi notare.

Fatto il giro di prova con Franco che guidava contento e felice per quel pulmino che, grazie a i suoi amici, era diventato nuovo e bellissimo, si pensò pure di dargli un nome, un nome nella parlata locale, che è la lingua swahili. E così, su suggerimento dello stesso Franco che ormai conosceva bene questa lingua, lo chiamarono “Amani na Furaha”, che significa: “PACE E GIOIA”.

Nino De Maria

 

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