Randazzo / Alla presentazione del “Libro Rosso”, don Santino Spartà paragonato a Beethoven e Mozart

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Nella gremita chiesa di San Martino in Randazzo si è svolta la presentazione del Libro Rosso, trascritto dal professore don Santino Spartà.

La basilica di San Martino a Randazzo
La basilica di San Martino in Randazzo

Ad aprire l’iniziativa culturale la moderatrice dott.ssa Giuseppina Palermo, che ha presentato l’autore mettendo in rilievo la trascrizione integrale del Libro Rosso (XV-XVI secolo) ed ha proseguito con piacevole ironia nell’accostare la composizione della nona sinfonia di Beethoven ai nove libri su Randazzo scritti da don Santino Spartà e di come egli sia sulla buona strada anche nell’imitare Mozart, in quanto lo studioso è quasi giunto alla quarantesima opera. Pertanto si può dire che il religioso randazzese abbia tutte le carte in regola per essere uno dei tre storici della città medievale, assieme al Plumari e don Virzì. Accomunati, tra l’altro, dall’indossare l’abito talare.

Ha preso quindi la parola il professor Francesco Tosto, che ha evidenziato l’importanza del lavoro di trascrizione di don Santino, quale fonte inequivocabile per i ricercatori che intendono anche scrivere sulla storia di Randazzo, e che ha il merito di scolorire possibili errori.

In seguito, il parroco di S. Martino, padre Emanuele Nicotra, ha precisato: “Pur non essendo uno studioso ho apprezzato il lavoro di don Santino, quale fonte preziosa di consultazione”.

Don Santino Spartà
Don Santino Spartà

Dulcis in fundo, don Santino ha enucleato i contenuti del Libro Rosso, che consistono in bolle di vari pontefici e in trattazioni delle dispute delle tre chiese storiche, della preziosità del patrimonio sacro, dei contratti, dei beni terrieri. Ed ancora ha dichiarato: “Il lavoro trascritto sarà conservato, non appena aprirà, nella biblioteca, sotto la supervisione del responsabile, onde evitare che mani barbare possano mutilare l’armonioso intreccio dell’opera”.

Prima di concludere don Santino ha voluto chiarire il significato del termine ‘plagiare’: “Si tratta di plagio quando si copia in certo qual modo un’opera precedentemente pubblicata. Se questo/i caporali della cultura locale non hanno dato alle stampe nessuna relativa opera edita, è logico che non si possa, né si debba parlare di plagio”.

“Ad oggi, gli innominati non sono stati capaci di allietare i randazzesi con loro volumi di qualsivoglia natura. Le calunnie dei suddetti mietitori potrebbero sfumare nelle sedi appropriate”.

Don Santino Spartà ha quindi concluso ringraziando i presenti e invitandoli al rinfresco.

Per ulteriori approfondimenti sul “Libro Rosso”, si può consultare la nostra intervista esclusiva a don Santino Spartà.

Maria Pia Risa

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