Settimana sociale, la speranza in agenda

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“Far nascere una nuova generazione di cattolici impegnati in politica”, come ha auspicato di recente il card. Bagnasco, è “una delle aspettative maggiori che abbiamo per la Settimana Sociale”. Lo ha detto mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato scientifico e organizzatore, rispondendo il 7 ottobre alle domande dei giornalisti. L’occasione: la presentazione della 46ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, in programma a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre, sul tema “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”. Quanto ai mezzi per realizzare questo obiettivo, mons. Miglio ha risposto: “Lo si vedrà dopo, è un obiettivo su cui intendiamo riflettere e lavorare”. Intanto, però, “ci sono state e ci sono, e alcune sono anche fiorenti”, le Scuole di formazione alla politica promosse dalle diocesi, e “anche l’associazionismo cattolico è sicuramente un modo di formazione, dove può maturare qualcosa intorno al bene comune”. Ad una domanda su quale sia per la Cei la forma di governo e il sistema elettorale più idoneo per il nostro Paese, il vescovo ha precisato che “non è compito né dei vescovi, né della Cei, né del Comitato dare risposte su quale sistema elettorale sia migliore: il nostro compito è invitare il mondo cattolico a riflettere, e i laici in particolare a prendersi le proprie responsabilità e a valutare anche i rischi”. Quanto al clima politico attuale, il vescovo ha detto: “Bisogna capire gli scenari di sviluppo, mi pare che l’insoddisfazione sia abbastanza generale”. I “numeri” della prossima Settimana Sociale sono rilevanti: ci saranno 1.200 partecipanti, tra i quali 300 giovani selezionati dalle diocesi (184) e dalle 177 associazioni presenti. Il mondo ecclesiale sarà rappresentato da 66 vescovi, 204 presbiteri, 29 tra religiosi e religiose, 9 diaconi. I giornalisti accreditati sono oltre 150. In vista della Settimana Sociale sono stati prodotti ben 28 documenti da parte di associazioni e organismi ecclesiali, sindacali e politici. Tali materiali sono consultabili sul sito www.settimanesociali.it, che è stato potenziato in vista dell’evento.

Supplenza e orientamento. “Fornire supplenza e orientamento alla presenza cattolica”, senza sostituirsi a nessuno, ma alimentando le attività formative: così mons. Miglio ha sintetizzato gli obiettivi della Settimana Sociale, nei confronti della quale “c’è molta attesa”. “La cronaca di questi giorni – ha fatto notare il presule – conferma come la scelta della sede, fatta due anni fa, sia stata in qualche modo provvidenziale, perché ci permette di vivere l’evento in un punto dove le sofferenze del Paese, in particolare del Sud, si manifestano in modo acuto”. A Reggio Calabria, ha rivelato mons. Miglio, “c’è stata un’attenzione speciale delle istituzioni, che da subito hanno capito lo spirito e l’importanza dell’appuntamento”. Il 16 pomeriggio, ad esempio, ci sarà una relazione di Giuseppe Savagnone sul documento della Cei del febbraio scorso, “Chiesa italiana e Mezzogiorno”: “Un momento in cui ci raccorderemo al magistero del Papa, e a quanto ha detto a Palermo sulla criminalità organizzata”, ha assicurato mons. Miglio, che riguardo all’eventuale invio dell’esercito a Reggio Calabria ha ribadito: “Siamo certi di tutta la collaborazione e anche del risultato positivo, anche riguardo alle problematiche emerse in questi giorni. Per quanto riguarda il tipo di forma pubblica da utilizzare per garantire sicurezza, per noi non è una preoccupazione in più”.

Due carovane di giovani. “Quasi cento incontri preparatori in altrettante città, due anni di un intenso ‘cammino di ascolto’ per scoprire le tante ricchezze e speranze del Paese”: con queste parole Edoardo Patriarca, segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali, ha sintetizzato l’iter preparatorio. “Abbiamo potuto incontrare le tante realtà che animano la Chiesa e la società italiana – ha proseguito – e ancora una volta abbiamo constatato che esiste un enorme deposito di risorse e di energie sul quale vale la pena d’investire per poter tornare tutti insieme a crescere”. Un evento significativo sarà costituito “da due ‘carovane’ di giovani che muoveranno da Rosarno e da Locri, luoghi simbolo delle presenze malavitose in Calabria, per raggiungere il capoluogo nei giorni della Settimana Sociale. Sarà una marcia per la cittadinanza e la legalità di alto valore simbolico”, ha concluso.

Le tre scommesse. “La politica non ha il monopolio del bene comune, ha un compito specifico”. A chiarirlo è stato Luca Diotallevi, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore della Settimane Sociali. “L’incontro tra la Chiesa e la società avviene non solo ai vertici, ma nella quotidianità”, ha spiegato riferendosi a “quell’impasto caratteristico del cattolicesimo italiano, nelle sue radici vitali”, di cui l’importante appuntamento sarà uno specchio. “Declinare qui, oggi, per il nostro Paese, la nozione di bene comune”: questo, in sintesi, per il sociologo, lo scopo della prossima Settimana Sociale, la cui “impostazione” particolare “ha consentito il sereno reingresso della politica”, a partire dalla consapevolezza che “ci sono nel nostro Paese un congruo numero di soggetti capaci di battersi per il bene comune, e intenzionati a farlo; che con garbo ed educazione sanno parlare il linguaggio della franchezza; e che sanno usare lo zoom”. È su questi tre versanti, infatti, che si collocano le tre relative “scommesse” che la Settimana Sociale di Reggio Calabria “proverà a vincere”.

dal Sir – a cura di Luigi Crimella e M.Michela Nicolais

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