Testimonianza / Auschiwtz, dove si tentò di cancellare l’umanità

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Nel mese di gennaio scorso, insieme ad altri sacerdoti di Sicilia, mi sono recato in pellegrinaggio in Polonia, sulle orme di San Giovanni Paolo II. Tra i vari luoghi visitati c’è stata pure la visita ad Auschiwtz e Birkenau, luoghi ben noti alla triste storia del XX secolo.
Mentre percorro i sentieri e i luoghi dove milioni di Ebrei, Religiosi, Religiose, Omosessuali, Ribelli al regime (scrivo i loro nomi con le iniziali maiuscole per onorarne la memoria), avverto un nodo alla gola e un forte senso di rabbia, per quanto accaduto. Mi riecheggiano le parole pronunziate in quel luogo da Benedetto XVI: Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo? È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte…” (28.5.2006). Non ha taciuto solo Dio! Ha taciuto il mondo intero (Chiesa compresa) in tutti i suoi Stati.
Si è volutamente ignorato il problema, mentre milioni di persone con il Salmo 44 gridavano nel proprio intimo: “…Tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti di ombre tenebrose… Per te siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. Svégliati, perché dormi, Signore? Déstati, non ci respingere per sempre! Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella polvere, il nostro corpo è steso a terra. Sorgi, vieni in nostro aiuto; salvaci per la tua misericordia!”
In quel luogo, ho percepito chiaramente dove la mente e l’agire dell’uomo violento può arrivare. Ho constatato che “contro natura” è la violenza che discrimina, è il concetto di una razza pura, è il non avere cuore e vedere morire di stenti, dolori, fame, carenza igienica e sanitaria e quant’altro si può percepire in quel luogo; è selezionare le persone al loro arrivo nel campo tra possibili addetti ai lavori forzati e condannati immediati alle camere a gas;  è l’attentato contro ogni uomo, quando viene privato della sua libertà e della sua dignità ; è la tortura psicologica e fisica a cui sono stati costretti coloro che hanno avuto la sventura di entrare in quel luogo, sul cui cancello campeggia la scritta in tedesco “Il lavoro rende liberi”.
Dopo circa tre ore la visita è finita. Siamo usciti tutti sbigottiti e attoniti, silenziosi e mesti, profondamente addolorati nell’intimo e vergognati dal comportamento dei nostri padri e del loro silenzio. Eppure consiglierei a tutti di andarli a visitare, perché la memoria orienti al futuro, perché non si ripetano gli errori, soprattutto oggi, dove il rischio che tali fenomeni, sotto diverse forme, si possano presentare è alquanto possibile. Ne è prova il terrorismo imperante, un sistema politico selezionante, una smisurata crescita di estremisti.
Siamo stati creati per la felicità! Abbattiamo, pertanto ogni ostacolo che possa creare divisione. Soprattutto non creiamo paure, selezioni e quant’altro tenta di relegare ai margini, fino a farli scomparire, quanti consideriamo diversi rispetto a noi. L’odio e la differenza razziale nasce sempre da sentirsi superiori rispetto agli altri.
Il rispetto dell’altro, chiunque sia, è sempre il fondamento di ogni civiltà!
A nessuno è permesso offendere, deturpare, privare, selezionare, quanto attraverso la meravigliosa opera della creazione Dio ci ha fatto dono. Ogni persona va amata nella sua naturalezza e contribuisce, inevitabilmente ad arricchire l’umanità. Non esiste una “razza pura”, esiste solamente l’Uomo e la Donna, creati ad immagine e somiglianza di Dio, che secondo la felice intuizione di Ireneo di Lione, con al loro vita “proclamano la gloria di Dio”. Offenderli è offendere il Creatore!

Don Roberto Strano

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