Università / In Svizzera truffati studenti italiani iscritti ai corsi di Fisioterapia e Infermieristica

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Accade in Svizzera un fatto sconcertante. L’Università “Unipolisi” con sede a Disentis (Canton Grigioni) chiude improvvisamente senza nessuna comunicazione agli studenti.
I ragazzi adesso sono rimasti senza un titolo di studio tra le mani e, dopo tanti sacrifici fatti per pagare le costose tasse universitarie, si ritrovano a dover ricostruire in qualche modo il loro futuro dato che qualsiasi Università europea non riconoscerebbe gli studi fatti alla “Unipolisi”.
Ogni anno sono tantissimi gli studenti che provano in Italia i test d’ammissione alle professioni sanitarie, ma la maggior parte non ci riesce o rinuncia. Alcuni di questi ragazzi, però,  hanno pensato di andare a studiare in Svizzera pur di non rinunciare alle proprie ambizioni.
La retta universitaria era di ben 8 mila euro l’anno, più le spese per vitto, alloggio e permanenza in Svizzera. Questi soldi, se impiegati, come vantava questa università, per avere dei docenti eccellenti e ottenere una laurea di prestigio, sarebbero stati ben spesi. Purtroppo le cose non sono andate così.
La Unipolisi richiedeva sia la presenza fisica degli studenti alle lezioni e agli esami, sia un collegamento  da casa con l’ateneo. I ragazzi preparavano regolarmente le materie e davano gli esami come in qualsiasi altra università.
I corsi interessati sono quelli di Fisioterapia e Scienze infermieristiche, considerate dagli svizzeri un’eccellenza.
L’Unipolisi aveva garantito anche un collegamento con altre Università europee per consentire agli studenti di passare ad un altro ateneo, cosa che invece non è stata attuata.
Questi giovani, provenienti da Milano e da Monza, sono stati truffati e giustamente si stanno unendo per intentare una causa comune contro questo ateneo.
E’ l’incubo di qualsiasi studente la chiusura di un ateneo e l’annullamento di tutta la carriera universitaria. Genitori e  figli sono amareggiati e sconcertati e sperano che si faccia chiarezza nell’imbrogliata situazione.

Michela Abbascià

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