Valverde / Ieri l’incontro di TerSicula sul problema idrogeologico del centro urbano. A caccia di 120.00 euro per consolidare il Santuario

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Ieri, venerdì 6 ottobre, alle 19, nella sede di “TerSicula”, si è tenuto l’incontro intitolato “Il problema idrogeologico a Valverde”, per far conoscere alla cittadinanza le attuali condizioni della piazza e del Santuario. Ad intervenire il dott. Marco Neri, primo ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giovanni Randazzo, prof. di geologia ambientale e geomorfologia dell’università degli studi di Messina, il dott. Mauro Corrao, geologo, e l’architetto Raffaello Di Mauro.

A presentare “gli addetti ai lavori” agli ospiti l’avvocato Lucia Tuccitto, responsabile culturale di “TerSicula”, associazione culturale di Valverde avente come presidente Rosario Tomarchio; i soci fondatori Rossana Epaminonda, Mario Principato, Pina Scuto, Pippo Nicosia, Mimmo Aiola e Antonella Dantone.

Il dott. Marco Neri ha parlato della presenza di faglie nel nostro territorio e ha precisato, tra l’altro: “Viviamo vicino ad un vulcano attivo, le faglie tagliano il nostro territorio. Valverde si trova all’incrocio di faglie molto attive, che si sono mosse fino a ieri. Dopo l’eruzione del 2002, una volta capito il fenomeno, abbiamo sviluppato delle ricerche e applicato un metodo che rivela le faglie con uno strumento che rilascia gas. Grazie ai satelliti – ha aggiunto Neri – siamo in grado di capire come il luogo si deforma. Le persone che vivono in questi territori hanno una casa che continuamente si deforma. Valverde è una zona con faglie attive di tipologia non lavica”.

“L’estrema diffusione nel territorio di tanti piccoli eventi ci ha lasciato perplessi” – ha proseguito il prof. Giovanni Randazzo -. Il territorio – ha continuato – presenta una propensione al dissesto, movimenti asismici abbassano il terreno lasciando dei vuoti. Si tratta di un dissesto fisiologico e diffuso, laddove c’è una condotta si accentua. La superficie – ha aggiunto Randazzo – è più impermeabilizzata di una volta, il problema non è che piove di più; l’acqua non s’infiltra più e si crea un fiume. A Messina – ha raccontato il professore in maniera più ironica – c’è un cartello con la scritta «Fine strada comunale, inizio torrente». A Valverde ci sono stati acquedotti, condotte che hanno scavato nella zona circostante o si sono rotte ed hanno provocato la fuoriuscita dell’acqua. È chiaro che l’acqua è causa dello scavernamento. Sono cose che purtroppo succedono – ha concluso così il prof. Randazzo -, ci dobbiamo convivere. Sarebbe utile la manutenzione. Questa parola in Italia non si riesce a declinare nella nostra amministrazione se non per somma urgenza”.

Il geologo Mauro Corrao ha spiegato che la voragine di corso Vittorio Emanuele, apertasi già nel 2015, fu causa dell’esplosione di una condotta che ha poi portato agli scavernamenti. “Le condotte costruite trent’anni fa erano di 80 centimetri, oggi devono essere di due metri -, ha detto il geologo -. Quel tratto oggi funziona, è stato riparato -, ha aggiunto-. Passano i mesi e cedevano i pilastri del Santuario. Le deformazioni aumentavano con la pioggia. Abbiamo presentato il problema alla Protezione civile. Le indagini – ha continuato – vengono fatte su suggerimento tecnico della Protezione civile, ma a spese del Comune; i loro tempi erano troppo lunghi. Svolgiamo le indagini per consegnare i risultati il prima possibile alla Protezione civile e far sì che possa intervenire al più presto. La Protezione civile si rifiuta, non ci sono soldi. L’ingegnere Foti di Palermo ci comunica che da un punto di vista della legge, non è compito della Protezione civile intervenire. Succede quel che è successo la scorsa settimana, secondo la Protezione civile bisognava intervenire con tecniche per noi non adeguate, così si è deciso di intraprendere un’altra strada”.

Ad intervenire anche l’architetto Raffaello Di Mauro, che ha detto, tra l’altro. “È in corso la progettazione per il restauro; necessitano 400 mila euro circa. La Cei e l’8×1000 finanzieranno il 70%, il Santuario dovrebbe corrispondere con il restante 30%. Servono circa 120.000 euro per non perdere il finanziamento. Il progetto verrà inserito nel sistema telematico della Cei, la risposta è prevista entro marzo 2018. Si proseguirà – ha concluso Di Mauro – con una gara d’appalto privata che interesserà circa cinque ditte e poi si avrà l’inizio dei lavori”.

Nel frattempo, in questi ultimi giorni, si è preso un provvedimento provvisorio ma a quanto pare efficace: il riempimento dell’area interessata nei pressi del Santuario con del calcestruzzo.

Si è già istituita una commissione tra TerSicula e la Curia di Acireale, per contribuire al raggiungimento del restante 30%. “Siamo già a 7000 euro”, ha dichiarato Lucia Tuccitto. L’idea è di coinvolgere quanti più imprenditori, laici e cattolici possibili.

La prossima settimana si proseguirà con dei controlli dettagliati, georadar dentro e fuori dalla chiesa, per vedere la situazione dal 2015 ad oggi e per procedere con il ripristino delle condotte.

La serata ha visto la partecipazione attiva di non pochi valverdesi, che hanno posto domande agli specialisti e chiarito alcuni dubbi. L’incontro meritava comunque ancor più presenze.

Graziella De Maria

 

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