Vangelo della domenica (4 marzo) / L’amore di Dio libera l’uomo dalla menzogna e dal peccato

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Canto al Vangelo ( Gv 3,16 )

Lode e onore a te, Signore Gesù! Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo ( Gv 2,13-25 )

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola del Signore

Riflessione

La Liturgia di questa terza domenica di Quaresima presenta il brano del vangelo di Giovanni, nel racconto di Gesù che scaccia dal tempio coloro che lo avevano reso un mercato. Il brano inizia col dire che si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. La Pasqua dei Giudei era la festa nella quale si ricordava la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto; Gesù, qui entra nel tempio per liberare dal falso culto a Dio, purificando il tempio dalle azioni che non corrispondono alla verità del culto a Dio. Il tempio è la “casa del Padre”, luogo privilegiato di preghiera, di comunione e di amore e non luogo di mercato e di menzogna. Gesù caccia fuori il peccato e la menzogna per ridare all’uomo la dignità di figlio di Dio. A coloro che gli chiedevano un segno che desse spiegazione dell’autorità con la quale agiva, Gesù indica se stesso come “nuovo tempio” che dopo la sua morte in croce per liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato, risorgerà il terzo giorno donandogli la vita eterna. Questo brano del Vangelo ricorda i pericoli di una falsa devozione, che si riduce spesso a sterili gesti privi di autenticità, facendo diventare un mercato il luogo d’incontro con Dio. Ai cristiani che spesso fanno dipendere la loro fede dal constatare segni grandiosi, Gesù, che conosceva quello che c’è nell’uomo, ricorda che  il centro del culto a Dio è l’amore e la fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Nel mistero pasquale Gesù rivela all’uomo il suo amore, indicandogli la via dell’autentica sequela.

Letizia Franzone

 

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