Verso la Settimana sociale 2 / Lavoro: quattro nodi affliggono la società

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Nel lavoro le donne non vedono ancora riconosciuti diritti pari a quelli degli uomini

Quella del lavoro e della crisi occupazionale in Italia è davvero una  “matassa” alquanto intricata: fili di diverso colore s’intersecano , si avvolgono   e  si aggrovigliano, formando “nodi”, che soltanto una notevole dose di pazienti politiche adeguate potrebbe, nel tempo, sciogliere del tutto. Vorremmo brevemente soffermarci su quattro di questi “nodi”, portati all’ attenzione dal Comitato organizzatore della Settimana sociale di Cagliari. “Criticità”,  vengono  chiamati nelle Linee preparatorie , stese per avviare una riflessione sul tema, una riflessione che vorrebbe coinvolgere non solo gli addetti ai lavori, ma tutta la comunità ecclesiale italiana, le nostre parrocchie con i parroci e,  soprattutto il laicato , aggregato e non. A questo vorrebbero contribuire queste righe: offrire ai lettori  qualche spunto,  perché la comunità diocesana possa  superare lo stadio della sterile lamentela e cominciare a promuovere segni di un possibile rinnovamento.

Nel lavoro le donne non vedono ancora riconosciuti diritti pari a quelli degli uomini

Quattro i “nodi” portati all’attenzione di tutti:
la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno riveste una gravità particolare, come ha avuto più spesso modo di sottolineare il nostro vescovo, monsignor Raspanti, al quale stanno particolarmente a cuore le politiche giovanili in fatto di lavoro. Sappiamo come ci si stia impegnando  in diocesi a creare  anche piccoli spazi  di occupazione per i giovani, con l’ intento di lanciare segnali positivi e promuovere una nuova mentalità.  Il clima attuale tende infatti a garantire gli adulti occupati, ma  le fasce giovani  sono le principali  vittime del problema. Accanto alla disoccupazione imperante, non meno inquietante è l’aspetto  del  lavoro precario dei giovani occupati: non protetto, non sicuro e non retribuito.
l’estensione dell’area della povertà, associata alla crisi occupazionale: purtroppo, i dati parlano di una povertà assoluta raddoppiata, con un costante aumento tra i giovani fino ai 17 anni. Per non parlare delle forme illegali attraverso cui il lavoro viene deturpato , come le agromafie  e  il capolarato.
il lavoro femminile,  con tutte le implicazioni connesse. Nonostante il  livello di competenze raggiunto, si fa fatica  in questo campo a riconoscere alle donne pari diritti a quelli dei maschi. I salari sono più bassi, la partecipazione al mercato del lavoro è limitata, mancano le misure di sostegno perché la donna possa conciliare vita di lavoro e famiglia, con una ricaduta notevolissima sulla natalità.
la distanza tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro.  I nostri giovani concludono il loro percorso formativo dopo anni d’impegno sui libri, ma le competenze acquisite non sono spesso quelle che il mondo dell’impresa richiede. Alle conoscenze (sapere) non corrispondono le abilità richieste (saper fare). Si sta cercando di aggredire il problema promuovendo l’alternanza scuola-lavoro, ma occorrerebbe ripensare insieme tutto il sistema scolastico attuale, ponendo attenzione ad alcuni campi che, per il nostro territorio,  sono particolarmente congeniali: agricoltura, artigianato, turismo, commercio, custodia del creato.
Quattro “nodi” su cui invitiamo ciascuno a riflettere e a confrontarsi, perché , insieme a coloro che hanno il compito di governare , nessuno si senta escluso in  questa ricerca del “bandolo”, che potrebbe consentire di rinnovare le maglie della società italiana ed assicurare a tutti una vita dignitosa.

Barbara Sgroi

 

 

 

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