Tempo di Natale – 6 / Il dramma di Josef e la risposta di Miriam nel recital presentato in San Sebastiano

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I pensieri, i timori, le parole cariche di sentimento della giovane Maria, che viene a conoscenza improvvisamente della vita esistente dentro di lei, sono venuti fuori dalle pagine del romanzo breve di Erri De Luca e hanno preso consistenza all’interno della Basilica di S. Sebastiano di Acireale, grazie alla regia di Alfio Vecchio.

In una serata, domenica dieci dicembre, perfettamente a tema con l’atmosfera natalizia, le vicende di “Miriam/Maria”, a cui ha dato voce Tina Leotta, sono state raccontante attraverso i dialoghi con il suo “Josef/Giuseppe”, interpretato da Carmelo Di Mauro. Una voce narrante, quella di Antonio Blanco, li ha collocati puntualmente nel contesto dell’epoca. L’interno della chiesa di S. Sebastiano è stata l’ambientazione sacra, che con i suoi superbi affreschi ha ben accolto l’evento, il cui coordinamento è stato curato da Saro Russo.

A ricreare la situazione che ha reso Maria madre di Gesù un accurato lavoro con cui Alfio Vecchio e Pippo Catania hanno adattato il testo di De Luca intitolato “In nome della madre”. De Luca, giornalista napoletano, da sempre si è cimentato in opere di narrativa, con romanzi tradotti in molte lingue, in produzioni per il cinema e il teatro, fra cui lo scritto in questione, nonché composizioni poetiche.

Ha coinvolto ed emozionato non poco i presenti ascoltare le riflessioni di Miriam/Maria, di cui è stata sottolineato, nel romanzo, l’aspetto determinato del carattere, che l’ha condotta senza titubanza eccessiva ad accogliere la gravidanza inaspettata e misteriosa “(…) Che mi fece madre senza l’aiuto di un uomo”. Evidenziate nel testo le critiche subite dalla giovane, che per tutti gli altri ha violato le regole del buon costume e della morale, allo stesso modo di Giuseppe, con la scelta di starle vicino.

Le musiche di sottofondo, selezionate da Alessandro Strano, impegnato anche a suonare la pianola, sono state avvolgenti al punto da confermare quei momenti di enfasi e coinvolgimento che la storia prevede. Al violoncello la figlia Giulia, mentre alla chitarra Giacomo Stulle, che ha accompagnato mons. Vittorio Rocca con i suoi accordi.

Le immagini a tema, che scorrevano lungo la serata, curate da Pippo Catania e Fabio Grippaldi, hanno ulteriormente confermato l’importanza nella storia del consolidamento di una famiglia che ha sfidato le regole e le critiche, in nome dell’amore. L’ultima, in particolare, ha confermato l’idea con la “Sacra Famiglia” o “Tondo Doni” (1503-1504) di Michelangelo Buonarroti, in cui i tre personaggi, con Maria in primo piano, sanciscono l’unione. Interamente dedicata alla Madonna la canzone composta ed eseguita da mons. Rocca dal titolo “Miriam”, seguita dall’“Ave Maria” di De Andrè, sempre cantata dallo stesso rettore della Basilica di San Sebastiano.

A voler citare le parole dello scrittore De Luca, “La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille”. La storia continua ad affascinare e ad attrarre a sé gli animi, che vi si accostano con la forza della fede incondizionata.

Rita Messina

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