“Youcat”, il catechismo a misura di giovani

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“Una novità, un dono, un prezioso contributo allo scopo di rendere la fede dei giovani più salda, più fedele agli insegnamenti della Chiesa e più decisa nel condividere con gli altri le ragioni della propria speranza”. Così il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ha presentato oggi alla stampa “Youcat”, il sussidio al Catechismo della Chiesa cattolica per i giovani, preparato per i partecipanti alla XXVI Giornata mondiale della gioventù (Madrid 16-21 agosto 2011). Il Catechismo della Chiesa cattolica era già stato diffuso in precedenti Gmg, ma serviva un riferimento di più facile comprensione. Per volere dell’arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schönborn, alcuni teologi coadiuvati da un gruppo di 50 ragazzi tra i 14 e i 20 anni, hanno realizzato un Sussidio concepito appositamente per i giovani. Il manuale è scritto in un linguaggio colloquiale – nello schema domanda-risposta – ed è accompagnato da semplici illustrazioni. Quattro le sezioni: “Che cosa crediamo”, “La celebrazione del mistero cristiano”, “La vita in Cristo”, “La preghiera nella vita cristiana”. La prefazione è stata scritta dallo stesso Benedetto XVI che definisce il volumetto “un libro straordinario”. Il testo verrà diffuso in 700 mila copie e tradotto nelle 6 lingue ufficiali della Gmg (ancora in fase di elaborazione). Sono previste traduzioni anche in cinese e arabo. I giovani lo troveranno negli zaini della Gmg. Le copie donate a Madrid, che sulla copertina porteranno la scritta “questo libro è un regalo personale del Santo Padre”, saranno principalmente finanziate da “Aiuto alla Chiesa che soffre” che ha offerto un contributo di 250 mila euro.

Un passaggio fondamentale. “Youcat – ha spiegato il card. Rylko – traduce i contenuti del Catechismo della Chiesa cattolica con metodo rigoroso e fedele e con un linguaggio adeguato ai giovani. Esso non prescinde dal Catechismo, ma conduce ad esso. Il suo obiettivo è proprio quello di portare i giovani ad approfondire la conoscenza della loro fede. Educare i giovani a studiare con impegno Youcat è un passaggio fondamentale per aiutarli a capire che la fede non è un’ispirazione spirituale soggettiva, né un semplice sentimento religioso o un’ideologia, ma un metodo di conoscenza della verità, un incontro con un avvenimento, con una Persona viva che si chiama Gesù Cristo”. Dello stesso parere anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: “Si tratta di un vero Catechismo e come tale un valido strumento per la nuova evangelizzazione nel mondo giovanile. Forse non a tutti piacerà la proposta di un catechismo; eppure – ha detto il presule – nell’urgenza formativa in cui ci troviamo, uno strumento come questo corrisponde alle attese di tanti formatori che hanno consapevolezza e diretta esperienza della debolezza culturale riguardo i contenuti fondamentali della fede”. “Il Catechismo non solo è importante, ma per alcuni versi essenziale per la vita delle nuove generazioni avvolte troppo spesso da un contesto culturale di grande frammentarietà che impedisce loro di avere una visione unitaria della vita. In questo contesto, anche la fede ha bisogno più che mai di presentare il suo contenuto in modo unitario” come propone Youcat che “risponde anche a un’esigenza del momento presente che deve saper presentare in un linguaggio semplice, completo e soprattutto accessibile ai giovani il patrimonio di fede che da sempre e in ogni luogo i cristiani professano”.

Per una fede intelligente. Professione e pratica di fede, tuttavia in calo, come ha ammesso il card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, parlando di Youcat, del quale è stato uno dei principali promotori. “Il sussidio – ha spiegato – risponde all’urgenza di essere cristiani consapevoli in un contesto in cui si è in minoranza. I giovani devono essere capaci di rispondere alle domande dei loro coetanei che non conoscono la fede”. “In Europa, se guardiamo a coloro che hanno una pratica regolare, i cattolici sono una minoranza – ha sottolineato il cardinale – in Italia, Svizzera, Austria e Germania ci sono moltissimi battezzati ma pochi praticanti. Questo Catechismo intende essere uno strumento per una fede bella e intelligente, per dare ai giovani coraggio di esprimerla”. L’arcivescovo si è poi soffermato sulla questione della traduzione, alla luce di passi controversi nella versione italiana riguardo ai contraccettivi e all’eutanasia “passiva e attiva”, termini questi ultimi che, per mons. Fisichella, “sono in disuso e non dovrebbero essere più usati”. “La questione centrale è se si uccide o se si lascia morire la persona. Far morire attivamente una persona è eutanasia, lasciare la natura andare avanti invece no. Nella versione tedesca il concetto è chiaro, in italiano meno. In ogni caso – ha confermato l’arcivescovo di Vienna – verrà preparata una lista di corrigenda come avvenuto anche per il Catechismo”.

SIR

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