L’immortalità esiste, ma appartiene a una piccola medusa che vive nei nostri mari. La Turritopsis dohrnii, medusa immortale del Mediterraneo, ha sviluppato un superpotere biologico che sfida ogni legge naturale; essa, invece di morire, è in grado di invertire il suo ciclo vitale e, da medusa adulta, di ritornare un giovane polipo, per poi maturare di nuovo in una medusa, in maniera ciclica e costante, sfuggendo così alla morte.
Molti scienziati che questo processo di ‘’ringiovanimento” sia come se una farfalla fosse in grado di fuggire la morte retrocedendo allo stadio del bruco, ritornando farfalla e bruco per più volte. Si potrebbe perfettamente constatare il fatto che la Turritopsis dohrnii è l’unico animale, di conseguenza, a possedere un’immortalità che gli permette di trascendere il tempo tramite il riavvolgimento del suo orologio biologico.
Ma cosa si cela dietro tale meccanismo di ringiovanimento della Turritopsis?
Turritopsis dohrnii: i primi studi sulla medusa immortale
Le prime ricerche condotte sulla Turritopsis dohrnii ebbero inizio nel 1988 in Italia col biologo marino tedesco Christian Sommer, ai tempi giovane studente di biologia marina, il quale stava conducendo degli studi sulla classe degli invertebrati degli Hydrozoa, a cui appartengono le meduse. Sommer era solito immergersi nelle acque di Portofino affinché potesse raccogliere queste piccolissime creature con una rete da plankton, comprese le Turritopsis dohrnii.
Durante l’osservazione delle Turritopsis al microscopio, Sommer si rese conto che questa particolare specie di meduse avesse uno sviluppo piuttosto inusuale; esse erano in grado di invertire il ciclo vitale per più volte, come se si rifiutassero di morire. Alcuni biologi, attirati da questa scoperta, approfondirono gli studi sulla Turritopsis fino a pubblicare, nel 1996, un articolo scientifico intitolato ‘’Reversing The Life Cycle’’, dove si confermò la capacità della Turritopsis di invertire il proprio ciclo biologico vitale e, conseguentemente, di rimanere sempre ‘’giovane’’.
Oggi, la medusa immortale si è diffusa ovunque: spostatasi forzatamente dal Mar Mediterraneo, si è stanziata in altre distese marine a causa della presenza dell’uomo; la sua capacità di attaccarsi a superfici solide e compatte le ha permesso di attaccarsi a navi e barche che, navigando, hanno automaticamente rilasciato le larve di Turritopsis, dando loro un nuovo habitat entro cui potersi sviluppare.
L’immortalità della Turritopsis dohrnii: come funziona l’inversione del ciclo vitale
Le meduse, appartenenti al Phylum dei Cnidaria, possiedono un ciclo vitale molto simile sebbene l’appartenenza a specie differenti: la loro genesi, infatti, scandendosi secondo fasi sia di riproduzione asessuata sia sessuata, si fonda sulla fecondazione dell’ovulo con lo sperma, processo che forma le uova da cui poi nascono larve che si attaccano al substrato marino. Le larve, crescendo, si evolvono in polipi che, dividendosi, generano meduse adulte.
Se in generale questo ciclo vitale risulta essere irreversibile per le meduse, per la Turritopsis dohrnii non è così: la ”medusa immortale” adulta, infatti, è in grado di ritrarre i suoi tentacoli e di chiudersi su sé stessa, fino ad assumere la forma di una piccolissima ciste. Questa, alla fine, si inabissa sul fondale marino, per poi evolversi in polipo e, successivamente, in medusa adulta.

Tale processo di inversione del ciclo vitale è da rimandare ad un processo biologico molto raro, ossia il processo di ‘’transdifferenziazione’’, attraverso cui una cellula ormai matura si trasforma in un altro tipo di cellula. Ovviamente, nell’evoluzione della medusa, vi sono specifiche cellule del polipo che non si trovano nella medusa adulta e viceversa; la fase di transdifferenziazione permette di fare in modo che le cellule specifiche di una medusa possano trasformarsi in quelli di un polipo (questo durante il processo di inversione biologica vitale) fino a ritornare cellule specifiche da medusa.
Probabilmente la transdifferenziazione ha un suo ruolo fondamentale alla base di tale processo di ringiovanimento, ma tutt’oggi tale meccanismo rimane un mistero incompreso, il quale tenta di essere svelato da scienziati e biologi marini con innumerevoli ricerche e osservazioni nell’habitat naturale della Turritopsis e in laboratorio, per quanto sia difficile quest’ultimo a causa dell’estrema sensibilità della medusa e, di conseguenza, per la difficoltà che comporta la pesca di questa.
Turritopsis dohrnii: l’inversione del ciclo vitale come meccanismo di difesa
Tuttavia, questa piccolissima creatura di 4,5 millimetri (pari alla grandezza dell’unghia di un mignolo) non inverte il suo ciclo biologico senza un trigger che possa causarlo; stando agli studi condotti dal biologo giapponese Shin Kobota, infatti, è necessario che alla base di tale processo vi sia una condizione di stress (presenza di possibili predatori, sporcizia presente nell’acqua, fame…) che permetta alla medusa di potere attivare tale meccanismo affinché si possa difendere.
Tale meccanismo di difesa venne osservato da Kubota stesso: immergendo le meduse dentro un acquario con acqua marina colma di impurità, notò che queste meduse attivavano tale sistema di inversione vitale spontaneamente, come per difendersi da agenti esterni potenzialmente pericolosi (in questo caso la sporcizia contenuta nell’acqua non filtrata). La chiusura ‘’a raviolo’’ delle meduse permette a queste di potersi proteggere, per poi rinascere nuovamente.
Turritopsis dohrnii: un’immortalità da chiarire
Sebbene il ciclo vitale delle Turritopsis sia ancora oggi un mistero, bisogna specificare che l’immortalità attribuita ad esse è puramente biologica. Queste meduse hanno la capacità di regredire allo stadio di evoluzione precedente e di evitare di morire, ma allo stesso tempo tale abilità ha un suo limite; la Turritopsis è comunque soggetta a possibili pericoli che possono compromettere la sua vita, ad esempio predatori quali tartarughe e pesci.
La sua è un’immortalità legata solo al suo sviluppo, che può avere un termine nel momento in cui viene attaccata da un agente estraneo che, comunque, è in grado di compromettere la sua vita, causandone la sua morte.
In casi come questi, la natura ci sorprende sempre, nascondendo nelle profondità marine creature con poteri che sembrano usciti dalla fantascienza. Forse l’eterna giovinezza era sempre stata lì, ad aspettare di essere scoperta.
Rosetta Finocchiaro