Ambiente / Istituito in Sicilia l’Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale

0
22
agricoltura sociale

In Sicilia viene istituito l’Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale presso l’Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea. L’ente, come riportato dal Decreto assessoriale, è composto da diverse figure istituzionali: 

  1. a) rappresentanti dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea: dott. Marco Mascellino e dott. Bruno Lo Bianco; 

a1) rappresentanti dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro: f.d. Rosario Candela – f.d. Paolo Sancarlo; 

a2) rappresentanti dell’Assessorato della Salute: dott.ssa Rosalia Murè – dott. Pietro Schembri;

  1. b) rappresentante del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca politiche e bio-economia dott.ssa Gabriella Ricciardi;
  2. c) rappresentante delle organizzazioni delle cooperative maggiormente rappresentative:  Pino Ortolano;
  3. d) rappresentante delle organizzazioni datoriali agricole maggiormente rappresentative: dott. Francesco Mastrandrea; 
  4. e) rappresentante del terzo settore: dott.ssa. Claudia Cardillo;
  5. f) rappresentante dell’agricoltura sociale: dott. Salvatore Cacciola. Agricoltura sociale verde

Questo spazio istituzionale è nato soprattutto dall’esigenza di configurare a livello legislativo e regolamentare il mondo dell’agricoltura sociale all’interno del territorio siciliano. In questo modo è possibile facilitare il dialogo per lo sviluppo concreto di quest’ambito, ma non solo. Oltre alle essenziali funzioni di coordinamento, si tratta anche di migliorare e sistematizzare la raccolta di dati e la valutazione dei risultati, con una relativa comunicazione e diffusione degli stessi. La Rete delle Fattorie Sociali Sicilia in particolare ha sollecitato la fondazione di questo organismo. 

Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale / Cos’è l’agricoltura sociale?

Come si legge nel sito de La Rete delle Fattorie Sociali Sicilia, quest’ultime “sono imprese agricole e cooperative sociali che offrono servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e di inserimento socio-lavorativo per soggetti deboli. L’agricoltura sociale trova le sue radici più profonde nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità, gratuità e mutuo aiuto che contraddistinguono le aree rurali. La creazione di contesti di inclusione sociale, di benessere, di riabilitazione e cura caratterizza l’identità delle fattorie sociali e offre l’occasione di sperimentare “dal basso” nuovi modelli di un sistema di welfare fondato sulle responsabilità e sul coinvolgimento di tutti gli attori sociali. La scelta dell’agricoltura biologica caratterizza la rete fattorie sociali Sicilia e coniuga il rispetto per l’ecosistema con la tutela della biodiversità e dell’equità sociale”.

Il fenomeno dellagricoltura sociale, sviluppatosi in Italia a partire dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, consiste, infatti, nell’attività di coltivazione della terra gestita da aziende agricole o cooperative sociali, con finalità inerenti la maturazione di traguardi sociali. Fra questi l’offerta di opportunità terapeutiche, riabilitative, di integrazione lavorativa e di inclusione sociale. Sono tutte azioni indirizzate in particolare a soggetti socialmente deboli e svantaggiati. Facciamo riferimento a persone con disabilità fisiche o psichiche, pazienti psichiatrici, dipendenti da alcool o droghe, detenuti o ex-detenuti, ecc. 

Osservatorio regionale sull’agricoltura sociale / La voce di Salvo Cacciola

«Intanto diciamo che non è un punto di arrivo ma di partenza» ha affermato Salvatore Cacciola, presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia, della quale oggi fanno parte ben 120 soci. «Chiaramente lavoreremo su un calendario di impegni, ma soprattutto cercheremo di migliorare il decreto attuativo, perché il primo passaggio è quello di rendere più semplice e più accessibile il registro regionale per le aziende che fanno agricoltura sociale. L’elemento importante è condividere il tema della strategia, della formazione, della pariteticità del Terzo settore, della coprogettazione.»

«Si tratta di competenze di programmazione», ha precisato Cacciola «perchè non è asolutamente un tavolo tecnico. Inizieremo con un’attività che riguarda soprattutto il rapporto con la sanità, gli interventi assistiti con gli animali, poi proseguiremo con quelle riguardanti le fasce svantaggiate, i migranti e i tantissimi ambiti della fragilità di cui si occupa anche l’agricoltura sociale. È sicuramente un’occasione, per l’istituzione, di aprirsi e dialogare con chi si occupa della materia, in un momento in cui c’è un calo di attenzione rispetto a questi temi».

                                                                                        Maria Maddalena La Ferla