La liberazione italiana è ottuagenaria! Ottant’anni fa, il 25 aprile 1945, l’Italia si liberava dall’oppressione nazifascista, aprendo la strada alla nascita della Repubblica e alla costruzione della democrazia.
Un anniversario che l’Accademia di Belle Arti di Catania ha voluto celebrare con un evento speciale, tra arte, musica e memoria attiva, riaffermando i valori di libertà, giustizia sociale e cittadinanza attiva.
Per la ricorrenza del 25 Aprile, anche l’ABA – Accademia di Belle Arti di Catania ha voluto rendere omaggio a ciò che l’emblematica data rappresenta. Si tratta, dunque, di una data storica colma di significati simbolici correlati a congiunture che rimano con democrazia e impegno civile. Per l’ente di Alta formazione accademica, ha primeggiato la cultura del ricordo, ponendo le basi per costruire un evento intitolato “W l’Italia antifascista. 1945–2025”.
ABA / Protagoniste Grafica e musica
Si è vissuto un pomeriggio all’insegna di superbe suggestioni. Protagoniste indiscusse sono state la grafica e la musica, che si sono avviluppate per restituire al pubblico il valore vivo della memoria della Resistenza, in una stagione storica che richiama più che mai alla difesa dei valori democratici.
«Abbiamo voluto proporre un’occasione di riflessione condivisa – ha dichiarato Gianni Latino, direttore dell’Accademia e curatore della mostra. – L’arte e il design grafico possono essere potenti strumenti di memoria attiva e di partecipazione critica. Celebrando la Liberazione, celebriamo anche il diritto e il dovere di costruire ogni giorno una società libera e giusta».
Accanto a lui, la prof.ssa Daniela Costa ha sottolineato: «L’Accademia si impegna a formare non solo professionisti, ma cittadini consapevoli. La memoria della Resistenza deve continuare a nutrire il nostro presente e il nostro futuro, soprattutto attraverso il linguaggio delle giovani generazioni».

ABA / 80 manifesti per raccontare la Resistenza
La manifestazione si è incentrata sull’evento espositivo di 80 manifesti, progettati dagli studenti del biennio specialistico in Design per l’editoria e dai dottorandi del Dottorato di ricerca in Design della comunicazione visiva e utilità pubblica.
Ciascun manifesto ha interpretato, con linguaggi diversi, i valori della Resistenza, raccontando la lotta per la libertà come un’esperienza ancora viva e necessaria.
Tra i manifesti di autori vari esposti, si riporta il concept lanciato da Martina Giustolisi, che ha sintetizzato lo spirito dell’intera giornata: «Io partecipo, perché l’unità è più grande del conflitto (…) perché fino alla fine, ostinatamente, libera». Per la realizzazione del concept, l’autrice ha fatto riferimento a materiale fotografico sulla liberazione di Roma, proveniente dagli archivi alleati. Gipstopia del Vittoriano. In particolare, l’istantanea ritrae una “Ragazza che abbraccia il sergente Leibowitz, fotografato di guerra aggregato alla V Armata”.
ABA / Il canto sociale che attraversa i tempi
L’espediente artistico si è completato con un exploit musicale. Si è esibito, invero, il Gruppo di Ricerca Musicale Isolapunta e il Coro Scatenato Helin Bölek, diretti da Anna Borisova. Così, la musica ha raccolto il testimone lasciato dal lato grafico dell’arte. Negli spazi percorribili dell’accademia, unitamente al suo cortile, sono riecheggiate canzoni di pace, giustizia e libertà, tratte dalla tradizione popolare italiana e internazionale.
Ogni brano è stato introdotto da brevi riflessioni storiche, sottolineando un precipuo percorso emotivo, che ha ricordato come il canto popolare sia memoria viva. Memoria capace di rinnovare il senso della lotta civile, ieri come oggi.

La memoria della Liberazione nelle parole di Sandro Pertini
La celebrazione di quest’anno non è stata solo una commemorazione, ma un invito a riflettere su quanto l’eredità della Resistenza sia oggi più che mai attuale.
Come ricordava Sandro Pertini, ex partigiano e presidente della Repubblica Italiana, nel suo storico discorso alla Camera dei Deputati, pronunciato il 23 aprile 1970, in occasione della giornata dedicata al valore della Resistenza:
«Onorevoli colleghi, senza questa tenace lotta della classe lavoratrice – lotta che inizia dagli anni ’20 e termina il 25 aprile 1945 – non sarebbe stata possibile la Resistenza. Senza la Resistenza la nostra patria sarebbe stata maggiormente umiliata dai vincitori e non avremmo avuto la Carta costituzionale e la Repubblica».
Inoltre, Pertini sottolineava: «Siamo qui per riaffermare la vitalità attuale e perenne degli ideali che animarono la nostra lotta. Questi ideali sono la libertà e la giustizia sociale, che costituiscono un binomio inscindibile. Non può esservi vera libertà senza giustizia sociale e non si avrà mai vera giustizia sociale senza libertà. […]. Non permetteremo mai che il popolo italiano sia ricacciato indietro. Anche perché non vogliamo che le nuove generazioni debbano conoscere la nostra amara esperienza.
“Per le nuove generazioni, per il loro domani, che è il domani della patria, noi anziani ci stiamo battendo da più di cinquant’anni.
Ci siamo battuti e ci battiamo perché i giovani diventino e restino sempre uomini liberi, pronti a difendere la libertà e quindi la loro dignità. Nei giovani noi abbiamo fiducia».
Pertini richiamava l’impegno di operai, contadini, giovani e di tutti coloro che, dal 1920 al 1945, alimentarono quella “guerra popolare” che fu la Resistenza, conquistando con il sacrificio la possibilità di una Repubblica libera e democratica.
ABA / Libertà e giustizia sociale: una responsabilità per il presente
Nel ricordare quelle parole vibranti, il messaggio che emerge dall’evento dell’Accademia è chiaro: “Senza memoria, senza partecipazione, senza il rinnovato impegno per i valori di libertà e giustizia, nessuna democrazia può dirsi davvero compiuta”.
Il senso della celebrazione si radica dunque nell’attualità: non si tratta solo di ricordare il passato, ma di difendere la democrazia ogni giorno, con gesti concreti, con la cultura, con la partecipazione. «Nei giovani noi abbiamo fiducia», concluse Pertini.
Ed è proprio ai giovani – studenti, artisti, cittadini – che l’evento di Catania ha voluto affidare la torcia della memoria, perché continui a illuminare il cammino della libertà.
Luisa Trovato