Mostre / Dalla Sicilia in Cina la collettiva sulla terapeutica artistica

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mostra sulla terapeutica artistica

Dalla tranquillità alla risonanza” è stata una mostra collettiva realizzata in collaborazione con l’Accademia Centrale di Belle arti cinese, la cui ricerca mirava ad esplorare pratiche di terapeutica artistica.  La mostra, che ha viaggiato oltreoceano, spostandosi dall’Italia alla Cina, dove è stata ospitata ad Aoshang, a Quanshi Town, presso il museo d’Arte delle Vecchie fotografie, ha avuto luogo dal 20 al 23 marzo 2025 e dal 28 marzo al 2 aprile 2025.

Tra le artiste e gli artisti partecipanti, Laura Veziano, Caterina Mainardis, T. Ben, Alessandra Cancino, Chiara Di Fant, Luo Siliang e Martina Torrisi, il cui lavoro di terapeutica artistica  parte da un progetto realizzato per la prima edizione di Fudda festival (tenutosi a Catania nel settembre 2023) e, da qui, volato dalla Sicilia, fino in Cina.mostra su terapeutica artistica visitatori

“Attraverso la visita e la comprensione delle nove opere e delle loro storie, i visitatori potranno cogliere, anche in modo istintivo, alcuni spunti o intuizioni che, sebbene difficili da descrivere a parole, sono reali e presenti”. E’ quanto dichiara in un’intervista una delle curatrici della mostra, Alessia Chen Yutong Brera.

“Dalla tranquillità alla risonanza” è un viaggio e racconta sguardi, emozioni ed abbraccia punti di vista intercontinentali. In un’intervista con Alessia Chen Yutong Brera, ho avuto modo di dialogare sul suo processo creativo e professionale.

Come nasce l’idea della mostra?

Quella della terapeutica artistica è una pratica, per il mondo, ed in modo particolare in Cina, ancora poco conosciuta, nonostante se ne possa aver sentito parlare. Quindi, attraverso una mostra collettiva di artisti, ho desiderato presentare le storie ed i processi legati alla terapeutica artistica, dando forma concreta a questo concetto e rendendolo più accessibile al pubblico. 

Spero che questa modalità espositiva possa offrire visibilità ai giovani professionisti che lavorano con la terapia dell’arte. Permettendo anche a chi si trova lontano, come in Oriente, di avere una comprensione ed una conoscenza del nostro lavoro.

Gui Jiaman è una giovane curatrice e fotografa cinese che vive in Italia, dotata di grande talento e sensibilità. Con questa mia co-curatrice abbiamo contattato diversi enti, fino a giungere al Dipartimento di Incisione dellAccademia Centrale di Belle Arti di Pechino.
I docenti e responsabili  del Dipartimento hanno deciso di sostenere e ospitare questa mostra. 

Come hai selezionato le artiste?

Tutte le artiste selezionate sono delle professioniste eccellenti. Rendere il concetto di terapeutica artistica più concreto e comprensibile al pubblico cinese, attraverso casi pratici e diversificati, è stato sicuramente un criterio con cui ho selezionato le artiste che hanno portato opere nate in contesti molto differenti. Questa diversità di origini porta inevitabilmente a stili espressivi differenti e a esperienze emotive altrettanto distinte per il pubblico. Mettendo in evidenza la forza dellarte come linguaggio capace di esprimere emozioni. 

Qualche focus sul lavoro delle artiste selezionate?

Martina Torrisi, ad esempio, grazie alla sua esperienza formativa in diversi paesi ed in ambiti interdisciplinari, è particolarmente abile nel combinare la sua acuta capacità di osservazione con il linguaggio della terapeutica artistica. Creando così modalità di interazione con i materiali che risultano sensibili e coinvolgenti per i partecipanti.

L’opera di Chiara Di Fant e del team di Janiki Citti nasce, invece, da un laboratorio di supporto post-trauma e ricostruzione emotiva rivolto ai sopravvissuti dellincendio avvenuto a Venezia nel 2022. I workshop condotti da Alessandra Cancino e Martina Torrisi sono nati in contesti più intimi, trattando temi più delicati, come perdita e il dolore.

Qual è la tua formazione?

Oltre ad essere una curatrice, sono anchio una artista-terapeuta. Durante il periodo della pandemia, infatti ho iniziato a condurre laboratori di terapeutica artistica rivolti a diversi gruppi, principalmente rivolti a partecipanti cinesi: proprio grazie a questa esperienza, ho capito che, sebbene molte persone conoscano il termine “terapeutica artistica” e ne abbiano una vaga idea, in realtà non lo comprendono davvero fino in fondo.

Hai sempre lavorato nel mondo dell’arte?

Prima di dedicarmi all’arte terapia, ho lavorato come redattrice di moda per ledizione cinese di Harpers Bazaar ed è proprio grazie a questo che so molto bene quanto sia importante utilizzare forme visive concrete, come le mostre, e sfruttare la forza dei media per diffondere questo concetto. È così che io e la mia co-curatrice Gui Jiaman abbiamo trovato subito una profonda sintonia. Condividiamo lo stesso obiettivo: mostrare al pubblico lapplicabilità concreta dellarte e contribuire a superare lidea che larte sia qualcosa di inutile”.  È da questa nostra visione comune che nasce questa mostra.

 

Giulia Bella