Acireale / L’atleta paralimpico Devicenzi esorta i giovani acesi: “Non smettete mai di sognare!”

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Andrea Devicenzi

Un messaggio di speranza è stato lanciato sabato 16 maggio a studenti, persone con disabilità e alla cittadinanza tutta dall’atleta paralimpico cremonese, Andrea Devicenzi durante i due incontri ad Acireale che lo hanno coinvolto la mattina all’Istituto “Regina Elena” e durante il pomeriggio nelle sale del “San Biagio Resort”.

Orazio Maltese
Orazio Maltese

Il relatore e organizzatore degli appuntamenti, dott. Orazio Maltese, del Centro Servizi per il Volontariato etneo, ha introdotto i due incontri: «questo è un momento storico di crisi, soprattutto di valori – ha detto il dott. Maltese-. Siamo ricchi di risorse ma siamo anche tutti disabili perché non siamo in grado di fare tutto. La persona con una disabilità non può considerarsi sconfitta perché continua ad esistere, con la sua passione per la vita, proprio come dimostra l’atleta Andrea Devicenzi». Anche la dott.ssa Adele D’Anna nell’aula magna del liceo ha voluto sottolineare il suo obiettivo verso i cittadini con disabilità: «favorire politiche d’incursione per questi cittadini, che, come tutti, hanno doveri e diritti di cui godere». Nel pomeriggio presente anche Francesco Carrara, assessore allo Sport.

Andrea Devicenzi
Andrea Devicenzi

Poi  Devicenzi ha parlato al pubblico, raccontando il cambiamento improvviso della sua vita la notte del 28 agosto 1990: «avevo 17 anni, credevo di avere la mia vita in pugno, ma quella sera a causa di un incidente in moto persi la gamba sinistra. Questo evento però mi ha dato l’opportunità di incamminarmi in un percorso di vita straordinario. La mia avventura ciclistica inizia nel 2008. Avevo preso parecchi chili a causa della vita sedentaria che conducevo. Lasciai in sospeso gli studi al conservatorio di Parma e, con l’intento di dimagrire, salii in bicicletta e da allora non mi sono più separato dal mio amore per il ciclismo e per lo sport. Iniziai a partecipare nel 2008 a una manifestazione ciclistica chiamata “Gran fondo”, poi nel 2009 partecipai anche a gare nazionali, fino ad arrivare alle paralimpiadi di Londra nel 2012. Superai la mia disabilità grazie alla mia forza di volontà, ponendomi obiettivi motivanti, abbandonando la protesi e adottando le stampelle, ma soprattutto grazie all’esperienza vissuta in India con il Raid sul passo Khardung La percorrendo 700km nel 2010». Il messaggio finale è soprattutto rivolto alle nuove generazioni: «Ponetevi degli obiettivi -dice il paralimpico-, siate sempre positivi, aiutate gli altri e se avete bisogno non fate i super eroi, quelli bastevoli a sé stessi. Solo così cambieremo la società». Per aiutarli in questa impresa, Devicenzi e alcune persone da lui incontrate durante il suo cammino, accomunati tutti da spiacevoli eventi nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, hanno realizzato “Progetto 22”.

devicenzi, maltese (1) (FILEminimizer)«Abbiamo ragionato su ciò che ci ha fatto migliorare -ha detto Andrea Devicenzi-, ovvero le nostre risorse, che messe in atto ci hanno permesso di vivere in modo straordinario. Così è nato  “Progetto 22” che ha lo scopo di aiutare i ragazzi a scoprire le proprie risorse e i propri talenti e metterli in atto puntando ad un obiettivo finale. Non bisogna mai smettere di sognare, a qualsiasi età. Ponetevi degli obiettivi e pensate di poterli raggiungere. Perché la vera disabilità sta nel lanciare messaggi negativi al cervello. Il “Progetto 22” è stato presentato a molte associazioni e federazioni nel 2014,ma non abbiamo ricevuto consensi perché era una cosa mai fatta prima. Poi è stato realizzato il primo giro formativo in 22 città d’Italia nell’ottobre 2014. La finalità era incontrare i ragazzi e portare le nostre testimonianze per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti.
Quest’anno il secondo giro formativo inizierà il 5 ottobre e ho voluto inserire nel progetto anche cinque città siciliane. Catania e Modica sono già state prescelte, trovate le altre tre inizieremo il nostro percorso formativo d’Italia insieme ai giovani. Perché? Per aiutarli a trovare la loro unicità, a coltivarla e a seguire quello che è il loro percorso di vita: non bisogna mai smettere di sognare».

Ileana Bella

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