ACR / Duecento bambini alla Festa degli Incontri diocesana, esperienza di crescita comunitaria

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Festa incontri diocesana ACR

Una giornata di gioia, riflessione e fraternità ha colorato il Parco Giardino di San Giovanni Montebello, che ha accolto circa 200 bambini provenienti da 11 diverse parrocchie della nostra diocesi per la tanto attesa Festa degli Incontri diocesana. L’edizione di quest’anno, intitolata “Come le tessere di un mosaico”, ha fatto da filo conduttore a un pomeriggio ricco di attività, giochi e spiritualità, all’insegna dell’unione e della bellezza della diversità.

Ad aprire la giornata, un festoso momento di accoglienza, scandito da musica e balli, che ha subito creato un clima di festa e condivisione. Subito dopo, ha preso la parola Cetta Vecchio, presidente diocesana di Azione Cattolica, che ha rivolto un messaggio forte e coinvolgente, sottolineando l’importanza dell’incontro come esperienza di crescita comunitaria, soprattutto per i più piccoli.

Cetta Vecchio e i ragazzi dell'Azione Cattolica
La presidente Cetta Vecchio e i ragazzi dell’Azione Cattolica

ACR, Festa degli incontri / L’intervento della presidente Cetta Vecchio

Con le sue parole, la presidente ha voluto ricordare come anche i più giovani possano essere testimoni autentici del Vangelo. Prendendo esempio da chi, fin da piccolo, ha vissuto con radicalità e amore la propria fede. “Alcuni, anche piccoli, ci hanno provato: sono i santi, amici di Gesù” – ha detto.

Ha quindi citato alcuni giovani santi, veri modelli di vita cristiana:

  • Sant’Agnese, morta a soli 13 anni, è una delle martiri più venerate della Chiesa. Il suo nome in greco significa “pura, casta”, e la sua fede incrollabile l’ha resa testimone di un amore totale per Cristo.
  • San Domenico Savio, vissuto solo 14 anni, fin da bambino desiderava diventare sacerdote. Discepolo di San Giovanni Bosco, si impegnò a vivere in modo puro e responsabile, aiutando i più deboli e testimoniando la fede nella quotidianità.
  • Santa Maria Goretti, morta a soli 11 anni per aver difeso la sua purezza. Perdonò il suo assassino prima di morire, lasciando un segno profondo di misericordia e coraggio cristiano. La sua canonizzazione fu un evento di grande significato per la Chiesa del XX secolo.
  • Carlo Acutis, morto a 15 anni, è oggi considerato il “patrono di Internet”. Attraverso la sua testimonianza semplice e moderna, ha saputo parlare ai suoi coetanei con il linguaggio della fede vissuta nel quotidiano.intrattenimento

Infine, ha ricordato la figura di Alfonsina Buttaci, giovane della diocesi di Caltanissetta, morta a 18 anni, che ha saputo incarnare un autentico “eroismo della normalità”. Con umiltà, generosità e spirito di condivisione, ha trasformato ogni gesto quotidiano in occasione di amore e dono. In uno dei suoi scritti annotava: “Il tempo è dono del Signore. Mi è stato dato perché in esso mi santifichi. È un tesoro prezioso.” Parole che hanno guidato la sua breve ma luminosa esistenza.

ACR, Festa degli incontri / L’intervento dell’assistente don Di Bartolo

Momento centrale del pomeriggio una riflessione guidata da don Rosario Di Bartolo, assistente ACR diocesano. Egli, a partire dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (12, 12-27), con parole semplici ma profonde, ha spiegato come San Paolo paragoni la comunità cristiana a un corpo umano: ogni membro, pur diverso, è indispensabile per il buon funzionamento dell’insieme. Nessuno è inutile o superfluo, e ogni dono, se messo a servizio degli altri, diventa parte viva del progetto di Dio.

In linea con il tema del corpo e dei suoi sensi, i bambini hanno quindi partecipato a una serie di giochi simbolici. Giochi progettati per mettere in risalto l’importanza dell’ascolto, dell’osservazione, dell’azione, della parola e del sentimento: le orecchie per ascoltare, gli occhi per guardare, le mani per costruire, la bocca per comunicare e il cuore per amare. Ogni attività ha rappresentato un piccolo percorso di scoperta, aiutando i partecipanti a comprendere il proprio valore e quello degli altri.

ACR, Festa degli incontri / Il messaggio di unitàImmagine di don Pino Puglisi

La conclusione del percorso è stata particolarmente significativa: a ciascuna squadra è stato consegnato un frammento dell’immagine del Beato Don Pino Puglisi. Unendo tutti i pezzi, è stato possibile ricostruire il volto del sacerdote palermitano, martire di speranza, che con la forza della fede e l’amore per i giovani ha saputo portare luce nei contesti più difficili.

Questo gesto simbolico ha reso tangibile il messaggio dell’intera giornata: solo insieme, con l’impegno di ciascuno, anche attraverso i gesti più semplici, si può costruire qualcosa di grande e significativo.

È da una sua frase che nasce il titolo della Festa: “Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale. Ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l’unico volto del Cristo.”
Il mosaico è diventato simbolo dell’intera giornata: ogni bambino, educatore, parrocchia ha rappresentato una tessera indispensabile di un’unica opera piena di amore, colore e speranza.

La giornata si è conclusa con una merenda condivisa e con la consegna del Tangram, antico rompicapo cinese, come simbolo finale. Anche se i pezzi sono diversi per forma e dimensione, solo uniti danno vita a una figura armoniosa. Un messaggio chiaro e potente da portare a casa: ognuno ha un ruolo, anche il più piccolo dei pezzi è fondamentale per dare senso all’insieme.

A cura dell’equipe ACR diocesana