Una domenica all’insegna di un’eccellenza enogastronomica italiana, in occasione della IX edizione del Carbonara Day, tenutosi a Milano lo scorso 6 aprile insieme ai grandi “master” della pasta più amata di sempre. Da Barbara Agosti (Eggs) a Sarah Cicolini (Santo Palato) a Luciano Monosilio (Luciano Cucina Italiana).
La carbonara è il piatto che vanta più imitazioni nella storia della gastronomia recente. Secondo i dati dell’Accademia Italiana della Cucina è la ricetta più interpretata all’estero, mentre il New York Times cita un articolo di Ian Fisher, “Pasta Carbonara, an Unlikely Stand-In”, secondo il quale ci sarebbero 400 versioni di carbonara in giro per il mondo.
Nasce come evento social nel 2017, grazie all’Unione Italiana Food e all’International Pasta Organization. Divenendo un’occasione per milioni di persone di condividere la loro passione per una ricetta con cinque soli ingredienti, pasta, guanciale, uovo, pecorino e pepe, continua a conquistare le tavole di tutto il mondo.
Nell’edizione 2025 come scegliere il formato di pasta per la Carbonara
L’edizione 2025 si è incentrata, sul tema #Formatocarbonara, esplorando il formato di pasta ideale per questo piatto.
>Una leggenda narra che la carbonara sia nata nel 1944, durante il secondo dopoguerra, quando i soldati americani, durante la Seconda Guerra Mondiale, assaggiarono la “cacio e ova” preparata dai carbonai abruzzesi. Aggiungendo il guanciale, simile al loro bacon, diedero vita a quella che oggi conosciamo come carbonara.
Secondo un’altra narrazione, è Napoli ad aver dato i natali alla ricetta. Allorché un soldato americano aggiunse a un piatto di spaghetti la cosiddetta “razione K”, il pasto militare giornaliero introdotto nel 1942, composta da uova in polvere, pancetta e panna liquida.
Nel ’54 la ricetta compare su “La cucina italiana”
La prima testimonianza scritta della ricetta non appare in un manuale italiano, ma in una guida ai ristoranti di Chicago del 1952, “Vittles and Vice” di Patricia Bronte. Solo nel ‘54, la rivista “La Cucina Italiana” pubblicò la prima descrizione della carbonara in Italia, consacrandola definitivamente negli anni ’60 grazie al ricettario di Luigi Carnacina.
Roma si conferma la capitale della carbonara, con il 25% degli ordini totali, seguita da Milano, Napoli, Torino e Palermo.
Tra i dati ufficiali, al nord Italia si è visto un aumento significativo delle consegne, con Pavia in testa (+341%). Novembre 2024 è stato il mese record per il consumo di carbonara. Con un picco di ordini il 15 febbraio 2025, sabato successivo a San Valentino, dimostrando che la carbonara è il piatto dell’amore e della consolazione.
C’è chi ci mette le uova intere e chi solo i tuorli, chi usa boule di acciaio, chi di plastica e chi di vetro. Cottura perfetta del guanciale, mantecatura della pasta lontano dai fornelli, un preciso dosaggio di tuorlo e albume. Ogni chef ha i suoi piccoli segreti per preparare la carbonara perfetta con tocchi di creatività e inventiva.
Le diverse versioni
Secondo alcuni esperti, la carbonara esiste in 8 versioni come nei ristoranti Eggs di Roma e Milano di Barbara Agosti. Infatti, vi è la carbonara classica, ma anche “rosso fuoco” con la nduja e la stracciatella, ma c’è anche la “carboca” con l’uovo d’oca.
Poi c’è la “54”, con tonnarelli, gruviera e pancetta, una delle preferita al nord. La più insolita è senza dubbio la “porpora” con petto d’anatra e uovo d’anatra.
Poi c’è la versione di Sarah Cicolini di Santo Palato, che usa anche gli albumi per non rendere il piatto troppo pesante. Luciano Monosilio, famosissimo nel mondo per la sua carbonara, invece, afferma: ”gli orientali ne vanno matti, soprattutto i giapponesi. La cucina con lo spaghetto cotto a bagnomaria dentro una salsa all’uovo, per far sì che la pasta sia completamente rivestita. Un’intuizione che si sposa bene con il guanciale croccante aggiunto solo alla fine”.
Anche l’Umbria ha detto la sua, con lo chef Umberto Trotti, influencer gastronomico, profeta della forchetta e difensore del guanciale. Egli, in grande stile con una videoricetta, ha spiegato la sua visione di un piatto tanto discusso.
Tra storia e tradizione culinaria, ha detto: “Seguiteci perché è emozionante” “guardate bene cosa significa Carbonara: sacrificio, gloria… e bontà. Fare la carbonara è come andare in battaglia. O la vinci…o la mescoli”.
Giusy Giacone