Semplice, spontaneo, divertito nel “colloquiare ”con gli spettatori del suo concerto, lo scorso mercoledì 27 novembre, Renga ha regalato loro momenti di romantiche canzoni alternati con quelli di rock e ritmi incalzanti. Al teatro Metropolitan di Catania, ha, infatti, progressivamente accresciuto il coinvolgimento dei presenti, già in armonia con il cantante fin dai primi pezzi proposti, come La tua bellezza e L’odore del caffè, esibendosi in brani che costituiscono il suo repertorio e appartenenti a diversi momenti della sua storia canora.
Pochi arricchimenti scenici, soltanto le luci, ricche di colori e proiettanti varie forme, hanno fatto da cornice a Francesco Renga, che passo dopo passo ha raccontato la sua carriera attraverso i pezzi che l’hanno creata. Ha parlato di sé e del suo lavoro. “Dovete sapere che chi fa questo mestiere, che per me non è più tale ma è proprio la mia vita, passa il tempo in solitudine, a cercare di tirar fuori quello che ha dentro, scrivendo delle canzoni. Poi trova un amico musicista che gli dà una mano, qualcuno che lo aiuta a mettere a posto un po’ le cose, magari le rifà e se trovi il produttore sei fortunato, riesci a fare un disco. Però è sempre tutto costruito, creato, intercambiabile, invece il live per me è il momento più sincero di questo lavoro, proprio perché è il momento in cui la musica, le parole e tutto quello che ho precedentemente pensato, immaginato, diventa fisicamente reale. La musica acquista una sua fisicità, la potete toccare, la potete guardare, attraverso il chitarrista che accorda il suo strumento o attraverso me che sudo tantissimo, questo è tutto vero. La musica è fatta anche di imperfezioni, di cose che vedrete progressivamente in questo viaggio che stiamo facendo insieme”, ha dichiarato il cantante.
E tra un commento e l’altro ha dato vita a momenti di musica con Angelo, Era una vita che ti stavo aspettando, Il bene, Meravigliosa, Cambio direzione, Scriverò il tuo nome, Prima o poi, Il mio giorno più bello del mondo, facendo anche un tentativo di scendere tra il pubblico e muoversi lungo il teatro, per salutare, avvicinarsi a chi lo chiamava e per ricevere i doni preparatigli. Molta attesa nei suoi confronti e molta voglia di vedere da vicino Renga che ha ricambiato verbalmente la partecipazione. “In questo momento ho voi e sono molto felice”, ha affermato l’artista.
A pezzi più recenti come Guardami amore del 2016 o Aspetto che torni, contenuta nel suo nuovo album, L’altra metà del 2019, ha alternato brani che hanno visto l’inizio della sua attività, quale Raccontami del 2000. E lui, che da cinquantunenne agilmente scandiva il ritmo con saltelli ben adatti ad un ragazzino, non ha mancato di citare, coinvolgere e ringraziare la sua band, costituita da Fulvio Arnoldi alla chitarra acustica e tastiera, Vincenzo Messina al pianoforte e tastiera, Stefano Brandoni e Heggy Vezzano alla chitarra, Phil Mer alla batteria e Gabriele Cannarozzo al basso.
Rita Messina