Diocesi di Acireale / L’invito alla pace fa eco alla veglia di Pentecoste

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Con l’invito ad essere “costruttori di pace e non spettatori di guerra” si apre l’annuale veglia diocesana di Pentecoste, tenutasi sabato 7 giugno nel Santuario mariano di Valverde ed incentrata, in accordo con la Conferenza Episcopale Italiana, sul tema della pace.

Un’urgenza, quella della pace, che riecheggia nell’omelia del vescovo e che ritorna sul popolo di Dio, oltre mille le persone che da ogni parte della diocesi hanno raggiunto il Santuario valverdese per la veglia di Pentecoste, come invito all’unità e alla speranza.

La veglia diocesana / Processione e rito della statio giubilare 

La veglia, curata dai padri agostiniani e animata dai membri delle aggregazioni laicali, ha assunto quest’anno anche i contorni della celebrazione giubilare delle aggregazioni e dei movimenti laicali.

Ad introdurre la serata il raduno dei partecipanti e il pellegrinaggio che ha mosso i suoi passi dalla zona Peep di Valverde e che ha portato i fedeli a ricongiungersi con vescovo e sacerdoti per dar vita al rito della statio giubilare e alla solenne processione che si è conclusa nella piazza del Santuario.

La processione, musicalmente animata dai giovani della parrocchia di San Nicolò e farcita di segni che gli organizzatori hanno voluto portare in processione ed offire al vescovo durante il rito della statio, è stata fortemente voluta da Salvo Paratore, referente per le aggregazioni laicali, che ne ha curato i dettagli con la collaborazione dell’èquipe diocesana.

Grande anche l’impegno dell’’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Domenico Caggegi che si è occupata di allestire gli spazi esterni per la funzione religiosa e che, al termine della stessa, ha voluto offrire la cena ai presbiteri presenti.

La veglia di Pentecoste / La liturgia

La veglia è stata animata da intensi momenti di preghiera, canti e letture bibliche, mentre la liturgia, presieduta da monsignor Antonino Raspanti, ha visto una particolare attenzione alle realtà carismatiche ed associative del territorio diocesano che sono state ricordate per il loro impegno che fa sì che “siano nel mondo senza essere del mondo”.
Sulla Chiesa particolare di Acireale e su quanti, a vario titolo, collaborano alle sue attività e all’evangelizzazione il presule acese ha invocato il dono dello Spirito Santo.

La Concelebrazione Eucaristica

Alla veglia presenti inoltre più di cinquanta sacerdoti che hanno concelebrato la santa messa. Tra questi monsignor Agostino Russo, vicario generale della diocesi, che nel suo invito a partecipare alla veglia aveva ricordato che rappresenta “un momento forte del nostro cammino, che desideriamo vivere come pellegrini di speranza, riscoprendo il senso della nostra vocazione personale e comunitaria”.

Importante anche il contributo del seminario diocesano, che ha preso parte attivamente alla celebrazione eucaristica curandone il cerimoniale. Proprio al seminario diocesano saranno destinate le offerte raccolte in occasione della tradizionale Giornata pro-Seminario.

L’appello alla pace al centro della riflessione del vescovo Raspanti

L’omelia della veglia di Pentecoste è stata caratterizzata, come già anticipato, dal forte richiamo alla pace universale.
Così il vescovo ai fedeli raccolti in preghiera: “Oggi, uniti ai vescovi d’Italia, preghiamo per la pace, che è dono di Dio ma richiede anche l’impegno concreto dei governanti e di ciascuno di noi. Non basta ricostruire edifici: occorre sanare le ferite tra i popoli e riscoprire i legami di fraternità. Cristo, pietra angolare, è il fondamento della pace vera, mentre il mondo continua a generare violenza e dolore. Il Concilio Vaticano II ci ricorda che la storia umana è ambivalente: capace di grandi progressi, ma anche segnata da gravi illusioni e atrocità”.

Il prelato si è poi ancora soffermato sulla cultura della pace che passa anche attraverso i cuori e le parole, dette in presenza o facenti parte del linguaggio digitale:
“Papa Leone e il compianto Papa Francesco ci invitano a coltivare la pace anche nel cuore e nelle parole, specialmente sul web, rifiutando corruzione e pettegolezzo. È tempo di riscoprire la potenza della Parola di Dio, fonte di ordine, giustizia e pace. Gesù ci invita a Lui per ricevere luce, verità e pace. La fraternità nasce dalla Parola, nel rispetto delle differenze e nella libertà dello Spirito. Come Chiesa, siamo chiamati a essere fermento di unità nel mondo. Affidiamo tutto alla Vergine Maria, perché interceda per la pace e faccia tacere ogni arma”.

Le parole di Salvo Paratore, referente per le aggregazioni laicali

Sul finale della veglia l’intervento di Salvo Paratore ha traghettato verso la conclusione della serata.
“La Pace, l’Unità, il Cammino e la Speranza sono i pilastri su cui desideriamo rilanciare il nostro impegno come laici a partire proprio da questo incontro.
La Veglia di Pentecoste rappresenta infatti per noi occasione per rivedere la nostra vocazione personale, per esprimere la specificità del carisma della nostra aggregazione, per cogliere l’opportunità di confronto e conoscenza reciproca, e tutto questo per rafforzare in noi la capacità di “testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta”.

“Sentiamo una grande responsabilità”

Ha poi proseguito Salvo Paratore: “sentiamo una grande responsabilità e desideriamo sempre più fare rete tra di noi perché la nostra azione possa essere ancora più feconda di questi frutti mettendo a disposizione le nostre capacità, il nostro tempo ma ancora di più il nostro cuore.

Tutto questo incontrerà ovviamente tante resistenze a partire da noi stessi e tanti ostacoli che metterà in campo l’avversario di sempre, ma stasera abbiamo conosciuto, celebrato e accolto l’antidoto e l’alleato: si tratta dello Spirito Santo! In questi giorni mi è capitato di soffermarmi sulla parte finale della seconda strofa dell’inno giubilare che ha introdotto anche questa nostra celebrazione: “passa i muri Spirito di vita”. È una invocazione quanto mai attuale.

Chiediamo fortemente stasera allo Spirito che è Signore e dà la vita di attraversare i muri del nostro egoismo, dei nostri pregiudizi, delle nostre chiusure, della nostra rassegnazione, della nostra indifferenza… che entri con forza lo Spirito a scardinare le gabbie delle nostre sicurezze e a dissipare le nebbie delle nostre paure. La luce della multiforme grazia dello Spirito illumini la nostra mente e orienti il nostro agire nella storia per essere “lievito di unità”, mettendo i nostri “talenti a servizio della missione” evangelizzatrice della Chiesa”.

Chiara Costanzo