Educazione, questa è l’ora della responsabilità

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Formare una nuova generazione di uomini e donne che sia in grado di dare una speranza di futuro al Paese, capace di assumere responsabilità in ogni ambito della vita pubblica è la proposta conclusiva  della 46ma Settimana Sociale dei Cattolici. E’ un obiettivo dallo sguardo ampio che deve coinvolgere molti soggetti, anche i non credenti e le istituzioni. Noi cattolici, però, dobbiamo interrogarci su come assumere oggi la visione e l’ispirazione al bene comune, che il Papa indicava “risultato di un discernimento culturale ed etico, condizione costitutiva delle scelte politiche ed economiche”. Il discernimento del credente, in un mondo in continuo cambiamento, tra urgenze ed opportunità, porta a scelte responsabili e, talvolta, immediate, specie se si devono condividere con l’umanità gioie, speranze, tristezze e angosce.

Nell’esperienza della condivisione della fede, i cattolici hanno dimostrato di saper leggere la storia con sguardi di sapienza e partecipare con responsabilità alla ricostruzione. Nei momenti di difficoltà nazionale, donne come Armida Barelli hanno avuto il coraggio di uscire di casa e percorrere l’intero stivale per insegnare alle giovani generazioni come promuovere valori irrinunciabili, preparandoli ad assumere ruoli impegnativi per diffonderli e difenderli. E uomini come De Gasperi, La Pira, Sturzo non hanno esitato a promuovere cammini di democrazia e di libertà per il popolo italiano, rischiando la vita e pagando con l’esilio.

Questa è la nostra ora, il tempo in cui ciascuno assolva il proprio ruolo educativo e si coinvolga in un percorso unitario di collaborazione e di responsabilità collettiva. L’azione educativa, che parte dalla famiglia, cuore della vita affettiva, di relazione e di fede, perché sia compiuta nel migliore dei modi, deve trovare i supporti necessari nelle Istituzioni tutte ma anche in ogni persona adulta. Spendersi per il bene comune è compito impegnativo ma non impossibile, faticoso e lungo ma non può essere delegato a qualcuno in particolare, nemmeno alla politica. La città degli uomini si costruisce insieme, attraverso la partecipazione concorde di tutte le forze sociali e di tutti i cittadini che hanno una coscienza formata. Una coscienza retta si costruisce e matura nell’esercizio continuo di scelte operate nel rispetto della verità, della giustizia, della pace nella libertà. Le scelte illuminate dalla fede in Cristo generano cultura e stili di comportamento di reciproca solidarietà. Ma occorre anche fissare delle buone regole di vita, per combattere le illegalità; per migliorare le istituzioni; per consentire ai cittadini la libertà di scegliere gli uomini e le donne a cui affidare il governo delle città e della nazione e di poter verificare la loro idoneità al compito.

E per questo non possono stare a guardare!

                                                                       Teresa Scaravilli

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