In Sicilia presto sarà possibile curarsi col metodo Stamina

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In Sicilia, i malati gravi e non potranno curarsi con le cellule staminali del metodo stamina secondo la metodica del professor  Davide Vannoni.

img1024-700_dettaglio2_Davide-Vannoni-StaminaLo rende noto Pietro Crisafulli, vicepresidente del Movimento Vite Sospese e presidente dell’associazione Sicilia Risvegli onlus “una decisione epocale che ci rende orgogliosi per la battaglia vinta”, infatti il movimento da giorni sta manifestando davanti a Montecitorio per la libertà di cura con tale metodo.
La Commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato una risoluzione che individua già anche le strutture in cui sarà possibile ottenere tali cure sperimentali. Verranno a breve autorizzati due ospedali siciliani, a Palermo il “Villa Sofia-Cervello” ed a Catania il “Vittorio Emanuele-Ferrarotto-Santo Bambino” , quest’ultima struttura infatti dispone di personale, mezzi e know-how sulla terapia sperimentale in base ad accordi e convenzioni avviate con la Stamina Foundation Onlus e gli Ospedali Riuniti di Brescia.
La risoluzione impegna l’assessorato regionale alla Salute ad autorizzare l’ospedale affinchè sia attivato entro 30-45 giorni un laboratorio in grado di produrre, estrarre, trattare e infondere linee cellulari staminali adulte di tipo mesenchimale/stremale per l’utilizzo eterologo ed autologo ( per “uso autologo” si intende il trapianto di cellule staminali in cui il soggetto donatore coincide col ricevente, vs “uso eterologo” in cui il ricevente è diverso dal donatore) da impiegare nell’ambito della medicina rigenerativa per singoli pazienti senza valida alternativa terapeutica.
Questa è sicuramente una svolta che da speranza a molti pazienti e famiglie, sebbene anche sull’applicazione di questa terapia ci siano opinioni discordanti, ma è normale e scontato che ci siano, come accade sempre all’avvio di ogni nuova metodica.
Si stima che siano circa 250 i soggetti affetti da patologie rare che potrebbero essere trattati con tale metodica che senza alternative valide sarebbero comunque condannati negando loro questa possibilità.

                                                                                 Alessandra Distefano

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