Martedì 29 aprile si è tenuto a Giarre l’incontro “Comunicazione e Intelligenza Artificiale: sfide e opportunità per la vita consacrata”, rivolto ai religiosi della diocesi di Acireale e guidato da don Arturo Grasso, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Acireale e della CESi.
L’incontro di formazione rivolto agli Istituti di Vita Consacrata
Alla presenza di don Angelo Pennisi, delegato del vescovo, e di suor Angela Vasta in rappresentanza dell’U.S.M.I. (Unione Superiori Maggiori), l’incontro ha coinvolto gli Istituti di Vita Consacrata presenti sul territorio diocesano.
“Un momento di riflessione e confronto sulle nuove frontiere della comunicazione, per comprendere come l’intelligenza artificiale possa essere strumento a servizio del Vangelo, senza perdere il senso del discernimento e del contatto umano”, ha affermato don Pennisi.
Sull’importanza del saper utilizzare le nuove frontiere della comunicazione si è soffermato anche don Grasso, che ha così dichiarato: “l’intelligenza artificiale è una realtà che interpella la Chiesa e la vita consacrata. Siamo chiamati a comprendere, discernere e usare questi strumenti con responsabilità evangelica. Comunicare oggi significa anche abitare nuovi spazi, anche digitali”.
La sfida da cogliere
Nell’era delle innovazioni tecnologiche sapersi adattare alle nuove forme di comunicazione non può prescindere da nessun ambito, compreso quello dell’evangelizzazione.
La rapidità dell’innovazione trascina ogni realtà sociale e saperla applicare in vari aspetti della vita risulta fondamentale nel mondo iperconnesso di oggi.
Integrare la missione evangelizzatrice con l’IA significa discernere i ruoli ma senza perdere di vista i valori fondamentali quali dignità umana e giustizia, piegando la seconda alle esigenze della prima: innovazione e missione non possono essere considerate come opposte ma devono vedersi come complementari.
Utilizzata saggiamente l’intelligenza artificiale è uno strumento essenziale per la missione, che permette di migliorare la cura pastorale analizzando bisogni della comunità, esigenze e nuove prospettive. L’intelligenza artificiale può favorire la formazione degli operatori, permettendo di centrare il focus sulle azioni pastorali desiderate favorendo in questo modo una praticità di azione maggiore.
Non bisogna inoltre dimenticare che saper abitare gli spazi digitali permette di arrivare ad una maggioranza di persone, compiendo un’effettiva opera evangelizzatrice che si confà ai tempi attuali.
L’etica della modernità comunicativa
Emersa nell’incontro anche l’esigenza di mantenere un approccio critico all’integrazione dell’IA.
Non si può valutarne l’uso senza le implicazioni etiche che si rifanno al suo utilizzo. La dignità umana non può mai essere compromessa da queste nuove forme tecnologiche, allo stesso modo l’applicazione di questi nuovi strumenti non deve mai penalizzare la giustizia sociale, evitando la creazione di nuove forme di esclusione e disparità di trattamenti.
E’ fondamentale pertanto formarsi per diventare missionari digitali, affinché i nuovi strumenti possano essere modi efficaci per perseguire il bene comune.
Flessibilità ed atteggiamenti proattivi di fronte alle sfide, ma soprattutto alle opportunità, che l’IA offre permettono di innovare la risposta missionaria e di formulare nuove ipotesi di evangelizzazione. Questo fa si che l’utilizzo di questi strumenti possa far annunciare in maniera più contemporanea il Vangelo, in tutti i nuovi contesti culturali e tecnologici che il millennio mette a disposizione.
Chiara Costanzo