Riflessione / C’è bisogno di un nuovo faro che illumini il cammino della Chiesa

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Spirito Santo,

Scrivo a te, artefice indiscusso della bimillenaria storia della Chiesa, in questo momento così delicato in cui i riflettori del mondo sono puntati su un comignolo in attesa di una fumata bianca e dell’annuncio, immutato nel corso dei secoli, dell’ habemus papam.

Lungi dai pronostici da scommesse calcistiche, sono convinto che l’eletto sarà colui che è stato designato dal Pastore grande delle pecore, per pascere – in questo momento storico –il gregge di Dio e confermare i fratelli della fede.

Sebbene, nella cronotassi succede a papa Francesco, non ne è il suo successore. Bensì il successore di Pietro a cui, a Cesarea di Filippi, hai conferito la potestas (Mt 16,18). E siccome so che tu sei perennemente nuovo e non ami la serialità, bensì l’originalità, inevitabilmente sarà un nuovo Papa.

Un nuovo Papa

Sarà un novello Pietro, che tra paure e speranze, prenderà il largo sul mare del mondo e sulla tua Parola getterà le reti (Lc 5,1-11). Sarà come Paolo appassionato del vangelo (1Cor 9, 16). Come Simone di Cirene (Lc 23,26) pronto a caricarsi della pesante  croce del pontificato  e portarla per il tratto di strada che gli sarà affidato. Sarà come tutti coloro a cui è stato chiesto un amore più grande e pur consapevole dei propri limiti umani. Ma confidando nella tua forza, avrà il coraggio di dire il suo adsum, e come intrepido timoniere condurre la barca della Chiesa.

Non mi interessa sapere se abiterà il palazzo apostolico o rimarrà a Santa Marta. Se indosserà le scarpe rosse e la mozzetta, oppure sceglierà di fare a meno di questi orpelli. Se è progressista o conservatore – credimi, a sessant’anni non so cosa significhino queste distinzioni, perché so che si è solamente figli della Chiesa del proprio tempo che vive “tra gioie e dolori, tristezze e angosce” –  (Gaudium et spes, 1).

Un faro che illumina il cammino della Chiesa

Quello che so è che sarà il Papa, “il dolce Cristo in terra” come amava chiamarlo Santa Caterina da Siena. Colui che con la sua autorità guiderà questa Chiesa di pellegrini di speranza per confermarli nella fede, amandoli intensamente e di vero cuore (1Pt1,22). Promuovendo la dignità di ogni uomo e donna sul cui volto, come amava ripetere S. Ireneo da Lione, si riflette la gloria di Dio.

Tu, con la tua forza, gli insegnerai a seguire le tue mozioni perché possa essere: “Padre dei poveri, luce per i cuori desolati, datore dei doni della Grazia, consolatore per gli sfiduciati e gli afflitti”. E, attingendo alla Tua luce, possa essere faro che illumina e orienta il cammino della Chiesa.

Allora, con la liturgia della Chiesa, unendomi alle voci di tanti sparsi per il mondo, anch’io prego così. “O Dio, pastore eterno, che guidi il tuo gregge con sollecitudine di padre, dona alla tua Chiesa un pastore a te gradito per santità di vita, vigile e premuroso nella cura del tuo popolo. Per Cristo nostro Signore. Amen”.

Don Roberto Strano