Dalle sinergie associazionistiche di ArigrafMediterraneo e Alta Formazione e Sviluppo, Sinergie Aps, Fondazione “Carlo Felice” e Anteas Amica Metropolitana Cagliari Aps è nato un incontro unico e fecondo di stimoli e collaborazioni. In particolare, la cooperazione è convogliata sull’espletamento del seminario dal titolo “Oltre la lezione frontale”, tenutosi nei giorni scorsi, nella sede di ArigrafMediterraneo (via Asiago 10, Catania). In particolare, quest’ultima associazione si occupa di incentivare e favorire la conoscenza e lo sviluppo della grafologia, quale strumento educativo e formativo.
Gli enti coinvolti, tutti di alto profilo professionale, si sono riuniti per esplorare metodologie didattiche attive, dinamiche educative e innovazioni nel campo dell’insegnamento. L’obiettivo è tout court ambizioso: ripensare l’approccio all’apprendimento e fornire un’importante occasione di aggiornamento alle classi di formatori, educatori e insegnanti.
La grafologia come chiave di apprendimento
Il seminario è stato aperto da Elisa Arcidiacono, psicoterapeuta e vicepresidente di ArigrafMediterraneo. Per l’’occasione, la sua lectio si è incentrata sull’illustrazione della cultura grafologica, protesa a rivedere le logiche per dedurre talune caratteristiche psicologiche di un individuo. In più, ha proposto una simulazione pratica sull’uso della grafologia nella formazione e nel potenziamento delle capacità educative. Sono intervenuti altresì Laura Bruno, presidente di ArigrafMediterraneo e grafologo forense, Salvo Caccamo, grafologo forense e avvocato.

Il pensiero pedagogico di Stefano Porcu
Un altro momento fondamentale dell’incontro è confluito nella presentazione del volume “Metodologie per l’apprendimento. Tecniche e strategie per formatori, insegnanti, educatori” (FrancoAngeli Editore, 2025) di Stefano Porcu, psicologo e psicoterapeuta.
Attraverso il suo intervento, Porcu ha introdotto “un repertorio di oltre 150 metodologie suddivise in 20 raggruppamenti, finalizzato a trasformare l’insegnamento tradizionale in un’esperienza partecipata e dinamica”. Ha indicato una classificazione che si muove sia dall’azione richiesta all’approccio di riferimento, sia dall’azione richiesta verso metodi e tecniche specifiche.
«Sono molto contento – ha dichiarato Porcu – di poter dialogare con formatori e lettori a Catania. L’obiettivo è avviare una riflessione condivisa che favorisca un cambiamento concreto nella pratica educativa, rendendo l’apprendimento più efficace, coinvolgente e autentico».

Dalla logica del teaching alla logica del learning
Stefano Porcu ribadisce, poi, il concetto di Stella & Quagliano (1988, p.12), secondo cui “La formazione per i giovani e per gli adulti si deve attrezzare, per rispondere a esigenze che non sono più solo esclusivamente nozionistiche”, al fine di gestire “il passaggio essenziale e delicato (…) da una logica di teaching a una di learning”.
Inoltre, per guidare gli stadi della coscienza-conoscenza, è opportuno partire dal principio di realtà, che rappresenta la parte conscia, distinta dal principio di desiderio, riferibile all’inconscio. In tal senso, diventa fondamentale proporre una didattica “della pluralità delle occasioni di apprendimento, dell’offrire una gamma più ampia possibile di situazioni in cui apprendere e partecipare socialmente” (Caverano & Ianes, 2023, p.11).
Afferma, poi, Porcu: “Nella moderna concezione dell’insegnamento e nella predisposizione di autentiche stazioni didattiche, soprattutto in un approccio rivolto ai più giovani, occorre pensare ad alcuni passaggi e azioni specifici, legati agli stili di apprendimento. Ad esempio: visualizzare, toccare, giocare, raccontare”.
A seguire, l’intervento si è orientato alla presentazione di strumenti concreti, per rendere la didattica più attiva, cooperativa e inclusiva. Per l’evenienza, l’autore ha elencato alcuni sistemi applicativi per un’educazione coeva, come “brainstorming guidato, role playing, peer education, lavoro in piccoli gruppi e debate che sono solo alcune delle strategie educativo-formative, con l’obiettivo di stimolare il pensiero critico e la partecipazione autentica degli studenti. L’intento preordinato – continua Porcu – si commisura nell’esigenza di superare il puro nozionismo e nel promuovere una didattica che favorisca esperienze multiple di apprendimento e partecipazione sociale”.
Una “cassetta degli attrezzi” per una didattica attiva e inclusiva
Inoltre, Stefano Porcu propone una “cassetta degli attrezzi”, composta da metodologie per l’apprendimento, strumenti didattici e tecniche di conduzione d’aula. “L’obiettivo è offrire a docenti e formatori un’ampia gamma di possibilità per favorire la partecipazione degli studenti. E un apprendimento autentico e significativo, andando oltre le modalità formative tradizionali, frontali e nozionistiche”.
In più, tra le plurime metodologie tratteggiate, si menzionano quelle di esposizione, esercizio del leggere e/o discussione. Ed ancora, di analisi dei casi, di simulazione, di riflessione. In tal contesto, l’espediente educativo si confà all’azione che il docente-facilitatore intende proporre, attivare o far sperimentare ai discenti partecipanti.
Si elencano, in realtà, specifiche azioni relative all’ascolto o alla comprensione. Si può parlare, altresì, di attività più interattive correlate, ad esempio, alla visualizzazione.
Il passaggio successivo consiste, poi, nel convogliare l’attenzione ad attività di analisi, discussione o riflessione tra i discenti o, in una relazione partecipata, tra educatore-docente/facilitatore e discenti.
Un testo per chi intende insegnare
Si può asserire, ancora, che il volume di Porcu è una sorta di vademecum. Esso fornisce una descrizione di criteri e tecniche, pensati in base alle esigenze del gruppo classe.
“Ad ogni raggruppamento proposto (sono in elenco ben 20 raggruppamenti), l’autore offre una breve trattazione dell’approccio teorico di riferimento. Così da mettere il docente-facilitatore nella condizione di utilizzare consapevolmente gli strumenti”.
Si parla, dunque, di una narrazione simile ad un “abaco delle contemporanee metodiche didattiche”, a cui attingere ogni qualvolta si vuole guidare un’attività laboratoriale di un gruppo da formare/informare. Il fine è pervenire, seguendo step preordinati, ad un apprendimento attivo e consapevole. Secondo Giovanni Bonaiuti, curatore della prefazione del volume, l’opera è una guida preziosa per la formazione e l’educazione. Si tratta, invero, di un testo destinato a quei professionisti che intendano esercitare la pratica quotidiana dell’insegnamento.
Valentina D’Anna sulla grafologia: l’importanza del gesto grafico
Tra gli interventi di rilievo, si rammenta quello di Valentina D’Anna, pedagogista ed educatrice del gesto grafico, che ha offerto spunti interdisciplinari su apprendimento, relazione educativa e processi espressivi.
D’Anna ha posto l’accento sulla funzione educativa della scrittura manuale. Ha sottolineato come il gesto grafico sia strettamente connesso allo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale dei bambini e degli adulti.
Il gesto grafico come specchio dell’anima
Secondo D’Anna, la scrittura a mano – e in particolare il corsivo – non è solo un atto espressivo e comunicativo, ma anche uno specchio dell’anima.
Attraverso l’analisi grafologica, è possibile osservare la sintesi unica tra linguaggio della mente e movimento del corpo, rivelando aspetti profondi della personalità e delle capacità cognitive.
Così, si reitera l’impegno dell’associazione ArigrafMediterraneo, proteso alla valorizzazione del gesto grafico della scrittura. La finalità è riappropriarsi delle capacità logico-cognitive che sovente vengono accantonate. Scrivere, infatti, significa rimpossessarsi anche delle fasi mnemoniche poco esercitate. La scrittura manuale con sistematicità viene soppiantata dall’uso corrente di altri metodi di scrittura. Si deve incentivare, al contrario, la pratica della scrittura manuale, anche con apposite formazioni, per rivalutare il valore espressivo della scrittura a mano e del corsivo.
Grafologia: una scienza umana al servizio della persona
Nell’epoca attuale, la grafologia è riconosciuta come “scienza umana autonoma”, affine alla psicologia, ma dotata di propri strumenti metodologici.
Essa permette una comprensione approfondita dell’individuo e trova applicazione in contesti sempre più diversi. Si va dalla perizia giudiziaria alla rieducazione del gesto grafico nei casi di difficoltà di scrittura, fino alla selezione del personale e al supporto allo sviluppo cognitivo in età prescolare.
Il seminario di Grafologia, occasione di aggiornamento e dialogo
In chiosa, si riferisce che ha moderato l’incontro la giornalista Marinella Arcidiacono, presidente di Anteas Amica Metropolitana Aps Cagliari. Nei vari passaggi da lei sottolineati, tra l’altro, il valore dell’educazione intergenerazionale quale spazio ideale di incontro di saperi ed esperienze.
In più, la moderatrice ha riferito che “il seminario si è configurato alla stregua di una rilevante opportunità, destinata alla formazione, al confronto e crescita professionale, capace di coniugare teoria e pratica, tradizione e innovazione, in una prospettiva educativa sempre più aperta, dinamica e inclusiva”.
Luisa Trovato