Proteste in Georgia / La bandiera europea vince sulla morsa antidemocratica

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disegno protesta in Georgia

Siamo a Tblisi, capitale della Georgia, la sera dell’otto marzo 2023. Tblisi conta il milione di abitanti, Roma, per esempio, ne arriva circa a quattro che, coincide grosso modo con l’intera popolazione georgiana. Questi numeri a confronto dicono niente, ma sono rilevanti se si conta che la quantità di bandiere europee sventolate in piazza a Tblisi sia stata vastissima. Quasi più di una qualunque capitale europea.

Parliamo di Unione Europea perchè la Georgia è un paese che vorrebbe farne parte. Appartenuta all’ex blocco sovietico, cerca sempre più di svincolarsi dagli strascichi del passato e, dopo l’invasione russa del 2008, ha rinunciato a qualsiasi tentativo di adesione alla NATO. Prediligendo un iter di inserimento nell’Unione Europea, e rinunciando di fatto all’adesione al blocco atlantico.
La nuova costituzione dei georgiani è caratterizzata da dettami filo europeisti, tutti finalizzati all’europeizzazione georgiana.

protesta in Georgia, disegno
(Disegno di Giulia Bella)

Cosa accadrebbe se il parlamento dovesse approvare una legge “contro gli agenti stranieri”, dunque antidemocratica, che limita la libertà di stampa e di espressione, incentivata dalla Russia?
Questo era lo scenario che si stava verificando in Georgia. Il parlamento stava approvando una legge voluta da Vladimir Putin che avrebbe represso il dissenso. Ovvero avrebbe limitato qualsiasi associazione finanziata per il venti per cento da enti stranieri.
I giornalisti e le ONG sarebbero stati drasticamente limitati e, dunque, tacciati come dissenzienti.

A Tblisi la gente scende in piazza

Da Bruxelles non sono tardati i commenti, negativi, chiaramente. Josep Borrell si è espresso dicendo che questa misura sarebbe incompatibile con i valori dell’Unione Europea rallentando, di fatto, il processo di adesione della Georgia, come da intento russo.

Ma, nel frattempo, a Tblisi la gente scende in piazza. Sventolano tantissime bandiere europee, compaiono sui muri scritte con ‘’Fuck Russia”, un po’ come Euromaidan, ma con una maggiore consapevolezza e volontà di affermazione europeista. La Georgia, a differenza dell’Ucraina, ha già una costituzione ed una presidente. E’Salomé Zovrabichvili che, da New York, dove si trovava in viaggio istituzionale non fa mancare il proprio supporto ai manifestanti.

C’è un’immagine potentissima: una donna sventola contro gli agenti di polizia che continuano a lanciarle addosso il getto degli idranti, la bandiera dell’Unione Europea.
Lei sta lì, è stoica nel suo coraggioso sventolare e a me ricorda anche le proteste di Piazza Tienanmen, ma la folla si riunisce intorno a lei: fa andare via la polizia.
La folla ed il coraggio delle persone non hanno fatto passare la legge contro gli agenti stranieri.
La forza di un sogno democratico è stata più forte della morsa russa.

Giulia Bella

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