Mentre sempre più stancamente e svagatamente si continua a seguire in processione un’Immagine, una Statua che, seppur carissima a tutti noi, appare ormai effigie svuotata di ogni simbologia legata a quella tradizione che, seppur tutta rivolta all’“esterno”, era capace di far sentire l’“interno” della nostra profonda natura umana.
Sempre più una sfilata di assenti nella preghiera e nel silenzio, sempre più un “dovere rappresentativo” dovuto alla consuetudine e non alla tradizione del Mistero del Cristo morto, dell’Infinito che si fa Finito, che misteriosamente e miracolosamente “comprime” la propria Natura per la Redenzione di quell’Essere creato a sua immagine e somiglianza che, smarrito nel tempo e nello spazio, ha smesso da molto tempo di contemplare Dio e le sue Creature.
Cadono man mano sempre più le effigi di antichi sentimenti spirituali, ci si perde nei mille rivoli di frenetica “organizzazione”, è assente del tutto la preghiera. E’ assente del tutto la consapevolezza che quello cui si partecipa è un rito e non un rituale che, come tale, è diventato una ripetizione priva di ogni senso spirituale, uno “spettacolo” e una esibizione dei simboli di una chiesa arcaica, paramentata di sacro ma priva del loro contenuto. Così come avviene in tutte le altre manifestazioni della “Settimana Santa”.
Rituali pasquali “obbligati”
Settimana nella quale ci si riserva di “pensare” a Cristo e al suo misterioso Sacrificio. Ci si concentra su una sorta di passaggi “obbligati” di “devozione” e “amicizia” relazionale stantii, nella parodia della Vita, della Morte e del Perdono della Speranza e della Gioia, sovrabbondante sul peccato sconfitto.
Sentimentalismo fatuo che scivola sempre più in un declino a-religioso, persino ateo, come è da tempo appare ormai anche il Natale.
Pasqua, lo dice la sua stessa natura legata al ciclo delle stagioni, è una Festa senza tempo; Pasqua è sempre, come ci si sforza invano di ricondurre alla domenica. Pasqua è la gioia della Prima Vera e dei fanciulli, è lo schiudersi dell’Uovo Cosmico che contiene in sé tutta la Manifestazione. E’ il suono a stormo delle campane e della loro sacra consonanza con le vibrazioni dell’Universo.
Pasqua è il giorno del “paradossale“ Silenzio di fronte alla sconfitta della Morte. Senza l’Uomo Sofferente che, ripudiato da tutti, soffre e muore sul sacro mandala della Croce non è Pasqua, ma una parentesi, un superficiale lavacro, una mancata “risurrezione” dalla nostra anima morta.
Non servono i rituali pasquali se manca Dio
Perché a nulla servono gli incensi e le sfilate processionali con abiti e segni incomprensibili a tanti, a nulla serve atteggiarsi da Pastori senza gregge. A nulla montare alla bell’e meglio nelle chiese, sempre più svuotate, simulacri di sacri “sepolcri” che rappresentavano una profondissima spiritualità di adorazione davanti al Santissimo che legava Occidente e Oriente, sempre piu disardoni, persino blasfemi nella loro sciatteria.
Senza l’Uomo povero, malato, perseguitato, incarcerato, rifiutato senza la Pasqua che è ogni santa domenica nel vero sacrificio dell’Agnello di Dio , non ci sono Statue e roboanti prediche e paramenti che tengano. Né patetici fiati e ottoni che suonano una scialba e inutile musica; non ci sono fasce tricolori che possano rappresentare il Popolo.
Inutili i rituali pasquali senza l’Amore
Non c’è Popolo, e Popolo di Dio, se da quella tenerissima immane sofferenza della Croce, senza che da quell’immensa apertura delle braccia capaci di accogliere, consolare, accettare, perdonare non scaturisce in tutti noi l’Amore che tutto comprende tutto perdona, tutto fa rinascere senza fine.
Basta dunque con queste ritualità se esse non creano “inquietudine” nel cuore di ogni uomo e cristiano; basta con questi “eventi” se sono privi di significato e di senso, nei quali non ci sono più la Fraternità e la Pace.
Basta “esibire” immagini e riti se essi sono privi di quella profonda “Verità” di cui ci dice con pacata fortezza Sant’ Agostino: «…in interiore homine habitat veritas… non intratur in veritatem nisi per caritatem..»( Nell’uomo interiore abita la verità….Non si entra nella verità se non con la carità). Da essa sola nasce il “nuovo ordine” l’Ordine dell’Amore. «Ama e fa quel che vuoi».
Rosario Patanè