Convegno / Il crimine organizzato all’epoca della società digitale

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Moltissimi giovani e rappresentanti delle istituzioni hanno partecipato all’incontro che si è svolto nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza intitolato: “Il crimine organizzato all’epoca della società digitale”. Presente  il procuratore  della Repubblica presso il tribunale di  Napoli dott. Nicola Gratteri, esperto di ‘ngrangheta.  Nel 2009 è stato infatti  nominato Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria.

Tra gli altri incarichi ricevuti, durante il governo Renzi (1 agosto 2014) è stato presidente della Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotte alle mafie . Saggista, autore di diversi ,citiamo soltanto qualche titolo: “La mafia fa schifo”, “Fuori dai confini” testi scritti insieme ad Antonio Nicaso.

 I partecipanti

Il convegno è stato organizzato dall’ associazione Alfredo Agosta, rappresentata dal presidente ing. Carmelo La Rosa, dal prof. Felice Giuffrè, componente del Consiglio Superiore della Magistratura e dal prof. Salvatore Zappalà, direttore del  Dipartimento di Giurisprudenza.
All’iniziativa hanno preso parte inoltre il prof. Giuseppe Speciale, presidente del Corso di Laurea di Giurisprudenza, il prof. Carlo Colloca docente di Sociologia del Territorio, la prof.ssa Ida Nicotra docente di Diritto Costituzionale, già componente del Consiglio dell’ Autorità nazionale anticorruzione.

Nicola Gratteri
Il procuratore Nicola Gratteri

Nel suo intervento, il Procuratore Gratteri ha esordito affermando che avrebbe usato un linguaggio adatto ai non addetti ai lavori formato da 400 parole. Ossia quelle di cui si avvale un italiano di media cultura. Ha anche ricordato che durante gli anni di studi universitari a Catania ha acquisito una cultura non soltanto giuridica ma anche umanistica grazie ai docenti dell’ateneo.

Il diffondersi delle mafie

Il nucleo fondamentale degli interventi, non soltanto quello del dott. Gratteri, è stato l’allargarsi ed il diffondersi delle mafie sia nei luoghi di origine che su tutti i territori. Abbracciando non soltanto l’Italia ed i paesi europei ma anche gli Stati Uniti, l’Africa, l’America latina. Le mafie hanno assunto soprattutto negli ultimi anni aspetti globali e sempre più ramificate.

Le mafie esistono perché si interfacciano con il potere. All’origine della nascita del fenomeno, nell’ ottocento i latifondisti in Sicilia ed in Calabria si servivano dei picciotti per amministrare e non ricorrere alle Forze dell’ordine. Se per esempio la figlia del contadino veniva violata, il padre si rivolgeva ai picciotti per recuperare l’onore perduto e cercare l’autore dello stupro per spingerlo a sposare la ragazza vittima.

Ma la criminalità, attualmente, grazie alle molteplici attività illecite, per esempio la vendita della droga, ricicla denaro investendolo nell’edilizia e nella ristorazione. E le ingenti somme di quattrini permettono ai malavitosi di avvalersi di tecnologie sempre più avanzate e sofisticate e di hacker molto esperti.
Questo argomento è oggetto di una breve intervista con il prof. Felice Giuffrè.

Da sx: Carmelo La Rosa, Giuseppe Speciale, Nicola Gratteri, Salvatore Zappalà, Ida Nicotra, Felice Giuffrè, Carlo Colloca           
Quali caratteristiche ha assunto il crimine organizzato nella società criminale?

Questa domanda è incentrata sul titolo del convegno, ossia sulle nuove tecnologie sempre più utilizzate dalla criminalità organizzata per perseguire i propri scopi illeciti. Dell’ argomento il procuratore Nicola Gratteri si è molto occupato mettendo  in luce che spesso le organizzazioni criminali sono dotate di apparati ma  soprattutto di tecnici veri e propri hacker, in grado di perseguire attraverso il dark web ed altri strumenti di questo tipo le attività criminali.

Quali sono gli strumenti ed i dettati normativi più recenti con i quali lo Stato cerca di arginare il crimine organizzato?

 Diciamo che c’è molto da fare ed è proprio su questo aspetto che il procuratore Gratteri insiste spesso nei suoi incontri. Lo Stato deve dotarsi di apparati di sicurezza in grado di stare al passo con le organizzazioni criminali. Queste, spesso per le enormi disponibilità finanziarie di cui dispongono, sono in grado di procurarsi  tecnologie all’ avanguardia,  personale specializzato veri e propri hacker che operano in maniera sempre più nascosta per raggiungere le proprie finalità.

Quali sono gli scopi della criminalità organizzata?

Gli scopi della criminalità organizzata sono innanzi tutto la ricerca del profitto attraverso attività illecite. Per raggiungere questo scopo ovviamente contaminano l’economia sana e soffocano gli spazi di chi vuole fare impresa nel rispetto delle regole. Quindi c’è un doppio danno: la commissione di illeciti ed allo stesso tempo la creazione di un mercato drogato.

I colletti bianchi che ruolo hanno, riescono a farsi catturare dalla criminalità organizzata?

Talvolta anche i colletti bianchi sono arruolati dalla criminalità. Ma dall’inchiesta del procuratore Gratteri svolta in Calabria, è stato possibile dimostrare che lo Stato quando affronta questi fenomeni sa reprimere e prevenire gli eventi criminosi.

                                                                                                                                               Mirella Cannada