Aci Trezza / La comunità parrocchiale “San Giovanni Battista” saluta la missione argentina

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La comunità di Aci Trezza con gli ospiti argentini
La comunità di Aci Trezza con gli ospiti argentini
La comunità di Aci Trezza con gli ospiti argentini al termine della serata

A conclusione della loro missione nella nostra diocesi abbiamo incontrato gli argentini don Miguel Cacciutto di Mar del Plata e Franco Ferrante di Buenos Aires, nel corso di una piacevolissima serata conviviale, organizzata in loro onore dalla comunità parrocchiale “San Giovanni Battista” di Aci Trezza. Tra i boschi dell’Etna, accolti con squisita ospitalità dal parroco don Giovanni Mammino,  dal vicario parrocchiale don Anand Raj Suripogula, da don Salvatore Coco, sacerdote originario della frazione castellese, e dai numerosi fedeli presenti, don Miguel Cacciutto e Franco Ferrante hanno preso parte alla cena imbandita con le specialità gastronomiche della nostra terra, partecipando anche alla successiva esecuzione di canti tradizionali del repertorio italiano e siciliano, accompagnati alla chitarra da don Marcello Zappalà, direttore dell’ Ufficio Migrantes della diocesi di Acireale ed organizzatore dell’annuale convegno, dedicato ai migranti italiani, che ha avuto quest’anno come paese protagonista proprio l’Argentina.

 

Qual è il vostro ruolo nelle vostre diocesi di origine?

don Michele Cacciutto: “Sono delegato vescovile per la pastorale “Migraciones y turismo” della diocesi di Mar del Plata, una città di oltre novecentomila abitanti, nella provincia di Buenos Aires”. Franco Ferrante: “Sono referente del migrate italiano nella diocesi di Buenos Aires. Si calcola che siano oltre 3 milioni i cittadini argentini di origine italiana; oltre un milione e mezzo risiede a Buenos Aires”.

 

Un momento della esibizione canora
Un momento della esibizione canora

 

Qual è la finalità della vostra missione in Italia?

d. M.C.: “E’ quella di portare i saluti degli emigrati a parenti ed amici, manifestare la loro vicinanza e il loro immutato affetto per la terra natìa; il nostro compito è tenere vivo questo legame tra gli emigrati e le loro comunità di origine. Un legame reso saldo dalla Fede: è la Fede, infatti, che nel tempo li ha tenuti uniti come famiglie, comunità nazionale e comunità di credenti. L’immagine del Santo patrono e le tradizioni religiose per loro sono simboli e ricordi della patria lontana, che vengono gelosamente custoditi e tramandati di generazione in generazione”.

Qualche delucidazione sul fenomeno migratorio in Argentina, ieri e oggi?

d. M.C.: “Mar del Plata è il primo porto commerciale di Argentina, per cui è stata nel passato meta di flussi migratori da tutto il sud Italia, specialmente dalle zone marittime. Gli italiani trovarono impiego, nelle mansioni più umili, anche nel settore turistico, quando la città diventò una delle mete più apprezzate per il “veraneo” degli argentini. Oggi la comunità regionale più numerosa è quella campana (provenienza: Ischia, Capri, Sorrento), seguita dalla siciliana (Acireale, Aci Trezza, Giardini, isole Eolie) e dalla calabrese; sono presenti anche migranti pugliesi, abruzzesi e marchigiani, soprattutto da San Benedetto del Tronto”. F.F.: “Negli ultimi tempi si è verificato un fenomeno opposto, con il trasferimento in Italia e in Europa di molti giovani in cerca di lavoro, che hanno così ripercorso all’inverso il viaggio compiuto dai loro avi”.

Ferrante, p. Cacciutto e p. Zappalà
Ferrante (1° a sn), don Cacciutto (al centro) e don Marcello Zappalà

Qual è il bilancio della vostra missione? I ricordi più belli di questa vostra esperienza nella diocesi di Acireale?

F.F.: “Il bilancio di questa nostra terza esperienza in Italia è molto positivo. Abbiamo partecipato a diverse celebrazioni liturgiche e visitato tanti paesi, ma il ricordo più bello che ci portiamo è quello dell’incontro con i siciliani, del contatto con la gente, del caloroso rapporto umano che si è instaurato tra di noi, all’insegna della comune origine, cultura e fede cristiana”.

Al termine della serata don Miguel ha voluto ringraziare la comunità parrocchiale di Aci Trezza, per avergli fatto sentire nel corso della serata la “gioia di sentirsi in famiglia”, ed ha   assicurato a tutti che trasmetterà i loro saluti a parenti e amici residenti a Mar del Plata.

Guido Leonardi

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