Il quartiere san Cosmo è uno di quei quartieri difficili, che però da un paio di anni a questa parte, mediante iniziative ed eventi di inclusione, sta tentando un cammino di recupero. Venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 hanno visto lo spiazzale della chiesa dei santi Cosma e Damiano protagonista di un progetto di integrazione e solidarietà: Cosmofest 2025.
>Tre giornate di musica, danza, pittura e teatro a cui la presenza di tanti ragazzi sulla sedia a rotelle, di altri affetti dalla sindrome di down o da altre patologie neurologiche hanno dato maggiore spessore.

Il Cosmofest è stato aperto il 13 da “Miseria e nobiltà”, commedia di Eduardo Scarpetta del 1883, rivisitata e trasposta nelle sale da Totò una settantina di anni dopo.
La compagnia teatrale “La collina d’Aci” l’ha fatta rivivere, tra l’ilarità del pubblico e spunti di riflessione. Di tutte e tre le serate forse la più piacevole, perché la più ordinata.
Il giorno dopo il C.S.I. – Comitato sportivo italiano ha organizzato delle gare e dei giochi per intrattenere i ragazzi. Poi, alle ore 18 si è svolto il raduno delle auto d’epoca, una vetrina per gli amateur del vintage a quattro ruote.
Il duo “Dagale” ha cantato dei brani inediti, sia strumentali che vocali, ispirati alla Trinacria. La serata è volta al termine con le acrobazie spericolate delle allieve della “Space fitness” di Acireale.
All’interno del Cosmofest 2025 anche un angolo per i libri
Domenica è stata il cuore del Cosmofest. All’interno della tre giorni è stato ritagliato un angolo per i libri: il Cosmobook. Qui il professore Salvo Borzì ha presentato la sua ultima fatica letteraria il “Colore del buio”. E’ seguito il momento più significativo per la veicolazione del messaggio di inclusività che l’evento si proponeva. Cioè la performance di ballo dell’associazione “20 novembre”, che si prende cura di coloro che soffrono di disturbi neurologici.

Il ballerino-mimo Alosha ha interpretato con la sua arte – si autodefinisce un danzastorie – tre novelle di Pinella Musmeci. E a congedare il pubblico “I free times” che hanno riproposto alcuni dei pezzi più popolari della musica leggera italiana e anglosassone: da Vasco Rossi e Battisti fino ai Queen e Vecchioni. Rita Vinciguerra ha presentato il progetto lungo le tre serate.
Una tre giorni piena ed entusiasmante senza dubbio, con un nobile intento, anche se non raccolto da tutte le associazioni: molte erano quelle mancanti. Ma tanta folla che si è attardata fino a notte fonda significa che il Cosmofest è piaciuto.
Forse l’anno venturo sarebbe meglio realizzarlo in maniera meno dispersiva e più unitaria. Sembrava una di quei gomitoli di lana tanto aggrovigliati, da rendere impossibile districarne la matassa e realizzare l’ordito. Tralasciando l’esito complessivo, speriamo tra un anno di essere ancora qui.
Giosuè Consoli