Parlare di associazionismo, in ambito giornalistico, equivale a tratteggiare il valore della testimonianza, in lato sensu. Questo valore disegna il periplo di un “ineffabile anfiteatro”, in cui si inscena un’interazione comunicativa rivolta a un astante/interlocutore. In questo andirivieni verbale, si restituisce segnatamente a un pubblico ideale, presente o virtuale, il significato di caleidoscopici accadimenti.
Il racconto di siffatti eventi, se pienamente vissuti interiormente dagli ascoltatori e/o lettori, può divenire, a sua volta, elemento narrativo capace di creare ispirazione per la vita altrui. Ancor di più, racconti e testimonianze possono assurgere a insegnamento o monito, soprattutto quando richiamano esperienze segnate dal dolore o da eventi funesti. Così, una narrazione ben formulata e veicolata può, all’occorrenza, divenire lectio magistralis di vita. Una lezione fondata su riflessioni, determinanti per generare arricchimento, sia in senso cognitivo o cinestetico, sia emozionale. Tale lezione, oltre a rappresentare un’opportunità di crescita culturale hic et nunc e/o in una prospettiva futura – per sé o per chi si pone all’ascolto – può costituire il prodromo di nuove riflessioni.
Aifvs / Educazione e prevenzione degli incidenti stradali
La premessa qui profferta è funzionale alla presentazione di testimonianze, scritte od orali che, in particolare, devono toccare e far vibrare le corde della sensibilità individuale. Una sensibilità che si riversa precipuamente nell’ambito dell’educazione e della prevenzione degli incidenti stradali. A tal proposito, si menziona, tra gli enti quotidianamente impegnati in una continuativa promozione della cultura della legalità nel settore stradale, l’Aifvs (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada). In più, si precisa che tra le agenzie educative primarie si annoverano, altresì per le aspettative di riscontro collettivo, gli Istituti scolastici.

Si precisa, inoltre, che tra le agenzie educative primarie si comprendono anche gli istituti scolastici, in quanto depositari di un ruolo centrale, non solo sul piano formativo, ma anche in relazione alle aspettative di impatto collettivo.
Si recita, invero, all’art. 4 della Direttiva Ministeriale n. 133 del 3 aprile 1996: “Le istituzioni scolastiche favoriscono tutte le iniziative che realizzano la funzione della Scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile del territorio”.
In tale cornice si inseriscono molteplici o potenziali figure educative – dirigenti, docenti, personale scolastico e non – che operano all’interno delle agenzie pedagogico-didattiche, assumendo un ruolo di osservatori, educatori e testimoni.
Come affermato dalla presidente dell’Aifvs, prof.ssa Giuseppina Cassaniti: “La scuola sviluppa nel fanciullo il senso di responsabilità, uno dei più grandi privilegi della persona umana. Più cresce il progresso tecnologico e scientifico, più l’uomo deve sentirsi responsabile”.
(Riferimento ai Principi Universali di Educazione Civica, J. Piaget & J. Muhlethaler, Ginevra, 1948).
Ecco la testimonianza di Santa Sciuto, socia dell’Aifvs: “Va sottolineato, inoltre, che l’interazione educativa, all’interno del contesto scolastico, coinvolge anche le famiglie. In alcuni tragici casi, i genitori stessi diventano testimoni diretti della perdita, quando la loro prole è vittima di incidenti stradali. Queste esperienze personali, dolorose ma significative, possono trasformarsi in strumenti di testimonianza e prevenzione, rafforzando l’azione educativa della scuola”.

Le istituzioni coinvolte
A seguire, la lista degli enti coinvolgibili comprende, oltre al mondo dell’associazionismo, quello di matrice istituzionale. Si ricordano, così all’uopo, le istituzioni che, a vario titolo, sono delegate all’ordine pubblico e al rispetto delle regole, con l’obiettivo di garantire il buon vivere quotidiano. Cioè Prefettura, Questura, Uepe, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, Forze di Polizia (Carabinieri, Polizia con specifiche competenze territoriali, Guardia di Finanza). In più, tenendo conto delle pertinenze territoriali, merita menzione un’articolazione interna all’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania (Asp): Uoepsa (Unità Operativa Educazione e Promozione della Salute aziendale).
Questo ente coordina un Tavolo tecnico dedito all’orientamento, all’educazione e alla prevenzione degli incidenti stradali, operante su Catania e sull’intero territorio provinciale. L’unità promuove anche progetti educativi destinati alle scuole di ogni ordine e grado ricadenti nell’area. Un lavoro corale – che coinvolge sanità, educazione e giustizia – delinea i canoni di una testimonianza concreta: la memoria che si fa progetto, la perdita che si trasforma in guida.
Si potrebbero versare fiumi d’inchiostro sul valore propedeutico dell’atto del testimoniare. Si può, de facto, testimoniare in vari modi in vari contesti. Tra questi, è possibile focalizzare l’attenzione sulla testimonianza in ambito legale-processuale, o diversamente, sulla testimonianza in campo religioso. In questo secondo contesto, il valore della testimonianza si sviluppa lungo l’asse della fede, enucleando l’attenzione sul potere innovatore e liturgico del racconto. Un ponte simbolico attraverso cui far transitare la memoria, i doni interiori e il servizio al prossimo. Una testimonianza, dunque, che si carica di movenze rigeneranti e di riflessi etici e spirituali, fino a configurarsi come espressione di un rifinimento cristiano.

Il valore della testimonianza: tra memoria, prevenzione e rinascita
Continuando sul fil rouge della testimonianza, si rinsalda il concetto di potenza da tramandare ai posteri: uno dei gesti più autenticamente umani e potenti della comunicazione. La testimonianza si configura alla stregua di un’intelaiatura tra passato e futuro, tra esperienza vissuta e consapevolezza collettiva. Raccontare un evento, specie quando doloroso, significa offrirlo come dono di senso a chi ascolta. Perché non accada più, perché si comprenda, perché se ne tragga insegnamento.
Nel suo significato più alto, la testimonianza è un atto di responsabilità civile e morale. Riguarda chi ha vissuto, direttamente o indirettamente, una vicenda significativa e decide di comunicarla, non per tornare a soffrire, ma per trasformare il dolore in valore. In insegnamento. In consapevolezza condivisa.
La testimonianza nella legalità e nella fede
Come già evidenziato, due ambiti esemplari restituiscono, in modo particolarmente eloquente, il valore universale della testimonianza: quello legale-processuale e quello religioso. Nel primo, il testimone è figura chiave per l’accertamento della verità e per l’amministrazione della giustizia. La sua parola può fare chiarezza, dare voce a chi non può più parlare. Può contribuire al bene comune attraverso la ricostruzione dei fatti e la difesa della legalità.
Nel secondo, il testimone della fede è colui che, spesso attraverso un’esistenza segnata dalla sofferenza, diviene messaggero di speranza, portatore di luce e custode della memoria spirituale. In entrambi i casi, testimoniare significa servire. Cioè mettersi al servizio degli altri per ricordare ciò che conta, per non smarrire i valori fondanti della convivenza umana.
Aifvs / Educazione, prevenzione e impegno civile
Si ribadisce poi che, all’interno del contesto educativo, la testimonianza acquisisce una forza speciale. In questo processo, il nucleo familiare di appartenenza e l’ambiente sociale, unitamente all’ente scolastico, partecipano in tandem alla “costruzione” delle coscienze.
Qui si formano le generazioni future, si seminano quei valori che contribuiranno a rendere la società più giusta e consapevole e solidale. In questa missione formativa, un ruolo centrale è svolto da testimoni diretti. Si reiterano, tra le tante figure: dirigenti scolastici, docenti, educatori e formatori, genitori. Si ricordano persino gli studenti che hanno vissuto, in prima persona, la tragedia di un incidente stradale. E si citano, altresì, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, istituzioni e associazioni coinvolte nell’educazione alla legalità, secondo le perentorie declinazioni.
Tra le associazioni, dunque, si menziona l’Aifvs – Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, guidata dal presidente, prof.ssa Giuseppina Cassaniti. Quest’ultima si distingue per l’opera costante di sensibilizzazione e per il valore testimoniale portato avanti soprattutto da chi, colpito dalla perdita di un figlio o di una persona cara, ha scelto di trasformare il proprio dolore in un impegno civico e preventivo. Le scuole, accogliendo queste testimonianze, si trasformano, così, in luoghi di verità, di scambio, di riflessione. Spazi vivi dove la memoria si fa educazione, e la parola diventa strumento di consapevolezza.

L’impegno costante dell’Aifvs
In particolare, l’Aifvs ha presenziato in diversi contesti delegati all’educazione e alla divulgazione, sia in ambito istituzionale che scolastico. Nell’hinterland catanese, si rammenta la significativa partecipazione dell’associazione all’interno di vari istituti del territorio.
Tra questi: l’Iss Ramacca – Palagonia (dirigente scolastico, prof. Emanuele Dilettoso; coordinatrice prof.ssa Raffaella Di Stefano); il liceo “Giovanni Verga” di Adrano (dirigente scolastico, prof.ssa Loredana Lorena; referente legalità e funzione strumentale, prof.ssa Maria G. Romano); l’Istituto Superiore Majorana Arcoleo di Caltagirone (dirigente scolastico, prof. Giuseppe Turrisi, referente ai progetti sulla sicurezza stradale: prof.ssa M. Concetta Di Gregorio); l’Istituto Superiore “Savoia” di Catania (preside, prof. Domenico Garozzo).
In particolare, all’istituto di Ramacca, l’Aifvs ha preso parte a giornate formative rivolte ai discenti, promuovendo attività di interazione e progettualità specifiche, racchiuse nell’iniziativa dal titolo “Vita”, organizzata in ricordo degli studenti vittime della strada.
Aifvs / Un novero di testimonianze esortative
Nel prosieguo, si annovera la testimonianza del dirigente scolastico Dilettoso (Iss Ramacca-Palagonia): “L’idea di dedicare momenti alla sicurezza stradale è nata dalla volontà di discenti rappresentanti d’Istituto. Il fine risuona come eco per ricordare compagni rimasti vittima di un incidente stradale (es. memorial “Ivan Olivieri). L’esperienza merita di essere reiterata in occasioni prossime di formazione, con iniziative in favore della comunità scolastica”.
In sequenza, si riporta la riflessione della prof.ssa Raffaella Di Stefano: “La scuola è presente, sia con attività di sensibilizzazione e, all’occorrenza, anche di supporto psicologico agli studenti, sia con progetti mirati all’educazione stradale. L’obiettivo è di instillare comportamenti improntati alla prudenza alla guida e al rispetto del Codice della strada. Si è sempre propensi a sinergie e collaborazioni con associazioni come l’Aifvs. Il fine che accomuna si concretizza nella condivisione di progetti che inneggiano alla vita. In questo modo, si può contribuire a salvare vite, a partire da quelle dei nostri studenti”.
La collaborazione della scuola con le realtà del territorio
Segue l’asserzione della docente Maria Concetta Di Gregorio (referente per l’Educazione alla Salute e Benessere per il Successo Formativo – Is Majorana di Caltagirone): «La partecipazione a eventi formativi è la palese dimostrazione che l’educazione dei giovani diviene più efficace se la scuola collabora alacremente con le realtà del territorio. Quando i ragazzi interagiscono nel corso di un’attività esperienziale, è quasi tangibile l’entusiasmo. In più, acquisiscono consapevolezza riguardo ai rischi che si manifestano attuando specifici comportamenti, talvolta usuali o frequenti tra i giovani. La presenza delle autorità e delle associazioni, qualora sia la risultante di intenti corali relazionati a cittadinanza attiva e legalità, viene percepita e recepita positivamente da parte degli studenti. Ciascun contesto esperienziale, di certo, deve essere adeguatamente supportato, dai vari attori istituzionali e scolastici. Il fine collima con una condizione di arricchimento e inclusività per i nostri giovani, che non devono sentirsi soli, bensì attorniati da un abbraccio di benevolenza condivisa».
Infine, il preside Garozzo (Iss Savoia Catania) interviene con un’affermazione propositiva: “Rinnovo il nostro impegno a mantenere sempre alta l’attenzione sui temi della legalità, della cittadinanza attiva e del rispetto dei diritti umani. Nel particolare, grazie anche alle proposte di Pcto e dell’Associazione Gianfranco, gli studenti hanno l’opportunità di informarsi e formarsi su aspetti inerenti alla prevenzione e sicurezza stradale. È proprio dalla scuola, infatti, che si edifica il futuro, secondo canoni di prevenzione e consapevole prudenza”.
Aifvs / Testimoniare in ricordo delle vittime della strada
Ulteriori testimonianze si inseriscono nel momento commemorativo in ricordo delle vittime della strada, intitolato “Giornata Mondiale Onu e Nazionale del Ricordo delle Vittime della strada”, si inquadra nella legge n. 227/2017, che invita le istituzioni a promuovere: “Ogni iniziativa utile a migliorare la sicurezza stradale e ad informare gli utenti della strada, in particolare i giovani, sulle gravi conseguenze che possono derivare da condotte di guida non rispettose del Codice della strada”.
La ricorrenza si celebra ogni anno nella terza domenica di novembre e, su scala nazionale, è accompagnata da commemorazioni che risuonano nell’intento: “Ricordare per cambiare. Ricordare le vittime, per cambiare i comportamenti” (www.vittimestrada.org).
In tal contesto, si rammenta la partecipazione di un altro ente scolastico, il Liceo artistico ‘Emilio Greco’ di Catania, guidato dal ds Antonio Alessandro Massimino. In conclusione, si riporta quale testimonianza significativa la riflessione dal forte valore evocativo di Maria Melluso, vicepreside del Liceo artistico ‘Emilio Greco’.
Con parole accorate, ha voluto rivolgersi alla collettività – e in particolare alle nuove generazioni – offrendo un messaggio di educazione civica e dialogo plurale. Di seguito il pensiero esplicitato: «La sicurezza stradale si conquista con il rispetto dei regolamenti. Siffatta deferenza si manifesta, soprattutto, con la prudenza e il senso di responsabilità verso se stessi e gli altri. È ormai accertato che l’ebbrezza della velocità e dell’alcool provoca scariche adrenaliniche che annientano la lucidità mentale e il senso del pericolo. Così, basta un attimo… ed è ‘la fine’. Bisogna educare ed educarsi alla consapevolezza, alle logiche del buon senso, per delineare obiettivi più alti che celebrino la vigilanza, la cura e la sicurezza sulle strade declamando, in ogni ancorato fine, il valore più profondo: l’Amore per la vita».
Conclusione: dal dolore al dono
Testimoniare è dunque molto più che raccontare. È un atto d’amore, una scelta etica. Nei racconti di chi ha perso, di chi ha visto, di chi ha sofferto, troviamo semi preziosi per il futuro. Trasformare la memoria in educazione è un dovere, un atto di civiltà, ma anche una speranza: affinché nessun dolore sia vano, e ogni testimonianza sia luce per chi cammina ancora.
Luisa Trovato