Caro affitti / La protesta delle tende degli studenti italiani contro il governo

0
31
affitto studenti protesta

Il caro affitti sta rendendo la situazione degli studenti italiani sempre peggiore sfociando in una protesta nazionale. In Sicilia, come anche in tutte le altre regioni italiane, la situazione degli affitti per studenti universitari sta diventando sempre più insostenibile. A Catania, per esempio, nell’ultimo anno gli affitti sono aumentati dell’11% per via della crisi economica in corso. Si tratta di un fenomeno diffuso in tutto il territorio e che sembra lontano da una soluzione. Per questo motivo, al momento, nelle maggiori città italiane è in corso la protesta delle tende.

La protesta delle tende in Italia

La protesta delle tende degli universitari contro il caro affitti è partita da Milano, che è in assoluto la città italiana più costosa con una media di 628 euro per una stanza singola. E’ partita da un’iniziativa di una studentessa del Politecnico di Milano stanca di trovare solo alloggi costosissimi e invivibili. La ragazza si è trovata costretta a fare la pendolare e ha realizzato che le sarebbe convenuto dormire in una tenda davanti all’università. Da qui le è venuta l’idea per far partire la protesta.

La manifestazione si è diffusa in poco tempo in tutte le maggiori città italiane. Si tratta infatti di un problema di portata nazionale. Studenti universitari di ogni regione si lamentano per il caro affitti. Molti sono i ragazzi che devono fare i pendolari quotidianamente perché non si possono permettere di pagare un alloggio. Le conseguenze sono che i giovani però non riescono a vivere al massimo l’ambiente universitario. Tendono così a perdere motivazione e sprecano a viaggiare tempo che potrebbero invece investire nello studio.

Le richieste degli studenti

L’obiettivo della protesta degli studenti contro il caro affitti è stimolare le istituzioni a sbloccare fondi per aumentare il numero di alloggi pubblici e la loro qualità. Vorrebbero anche che fosse fissato un prezzo massimo per gli alloggi privati. I Comuni dovrebbero inoltre prendere in gestione gli appartamenti sfitti dei privati, rimetterli sul mercato e aumentare così il numero di posti letto disponibili nelle città universitarie che spesso è troppo basso.

Le problematiche

In Italia vi sono pochi posti letto in quanto spesso gli appartamenti privati restano vuoti e non vengono messi in affitto. Il caro affitti che colpisce gli studenti rende loro difficile trovare dunque un alloggio vivibile, ad un buon prezzo e in una buona posizione. Le residenze universitarie hanno pochi posti e sono mal gestite e dunque spesso restano mezze vuote. E’ un grande problema quello del mercato in nero: i privati in questo modo possono gestire il prezzo e le condizioni come meglio credono, e spesso sono svantaggiosi per gli studenti. Anche la pratica del subaffitto complica la soluzione. Il governo dovrebbe intervenire per regolamentare meglio questo mercato privato e per fissare dei limiti precisi.

Le soluzioni del governo

Il governo in carica però ha intanto tagliato ben 330 milioni dai fondi per il diritto allo studio nell’ambito degli affitti. Nonostante continuino le proteste, il governo non ha ancora fatto nulla di concreto per cambiare rotta. La ministra Bernini ha affermato di voler imporre un taglio del 15% per il mercato immobiliare studentesco, inoltre vorrebbe censire gli immobili inutilizzati affinché vengano messi a disposizione degli studenti. Il governo ha inoltre promesso che sarà messo in atto uno sblocco-record di 660 milioni del 2022, da destinare agli alloggi universitari. Queste promesse hanno tuttavia più l’aspetto di un contentino temporaneo piuttosto che di una concreta soluzione.

Palazzo Chigi ha capito che la situazione è grave e che non si può più permettere di fare tagli in questo settore. Non sappiamo ancora cosa accadrà in futuro nell’ambito degli affitti e degli alloggi universitari. Si spera che il nostro governo capisca l’importanza di gestire al meglio questo settore. Di certo, il diritto allo studio andrebbe garantito da Costituzione e l’università dovrebbe essere un luogo di formazione e non una fonte di stress.

Martina Fidelio

Print Friendly, PDF & Email