Catania / A San Berillo il calcio è multietnico

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Il San Berillo Calcio Junior in piazza Carlo Alberto

Un percorso partito da pochissimo, ma con un obiettivo ben preciso: partecipare al primo torneo il 18 febbraio, per dare finalmente forma al sogno di più di 20 bambini. Questo è molto altro è rappresentato dal San Berillo Calcio Junior, squadra multietnica nata a Catania grazie all’impegno della Palestra popolare sportiva etnea: un gruppo, quest’ultimo, che cerca di portare avanti l’idea di “sport popolare”, slegato quindi da ogni sorta di profitto e che ha come obiettivi principali l’integrazione, la lotta a razzismo e discriminazioni e l’abbattimento di qualsiasi tipo di barriera.

San Berillo, cuore di Catania, è un quartiere storicamente difficile che vive ancora il trauma dello sventramento effettuato nei primi anni ’50. Una sorta di ferita aperta in pieno centro città, in perenne attesa della realizzazione di un progetto che colmi un vuoto non solo geografico, ma anche culturale e storico. A San Berillo è difficile, per i più piccoli, avere accesso a servizi come campi sportivi, palestre e parchi giochi: è per questo che i gestori della Palestra popolare sportiva etnea sono andati incontro al desiderio di un gruppo di ragazzini che si ritrovavano nella centralissima Piazza Carlo Alberto per giocare a calcio, profittando di quello spazio libero. Giovani che vanno dagli 8 ai 14 anni, con una idea ben precisa in testa: creare una squadra di calcio a 7 che soddisfi la loro voglia di giocare a calcio, rappresentando anche il quartiere in cui vivono.

E’ così che, grazie all’unione di tante volontà, è nato il San Berillo Calcio Junior: un progetto che rappresenta per tanti aspetti una perla rara, in un territorio come quello catanese. La squadra, che continua ad allenarsi tra la piazza e una palestra in fase di ristrutturazione sita in Via Coppola, è infatti composta da 23 ragazzi del quartiere, provenienti da diversi angoli del mondo: oltre ai catanesi, infatti, ci sono africani provenienti da Senegal e Ghana, oltre a un ragazzino sudamericano. Un meraviglioso melting pot, caratterizzato da un forte spirito identitario: questi giovani, infatti, si sentono profondamente legati al quartiere in cui vivono. Un luogo che, nel corso dei decenni, ha subito una sorta di allontanamento e ghettizzazione dal resto della città: elemento, quest’ultimo, che ha creato una unione ancor più forte tra i componenti della squadra.

«C’è chi sogna di giocare nella Juventus e nel Milan: loro, invece, vogliono correre dietro a un pallone vestendo la maglia del loro quartiere»: parola di Fabrizio Cappuccio, uno degli istruttori della Palestra popolare sportiva etnea che sta curando questo intrigante progetto. Il San Berillo Calcio Junior si allena già da un mese e mezzo: l’obiettivo, come detto in precedenza, è quello di essere in grado di partecipare al primo torneo della loro storia il prossimo 18 febbraio. Per farlo, però, servono risorse necessarie all’acquisto di completini, per l’affitto del campo da gioco e le iscrizioni.

L’obiettivo, dunque, è adesso quello di far conoscere alla città questo affascinante progetto di calcio popolare, in cui ragazzini provenienti da tante parti del mondo convivono fianco a fianco, senza alcun tipo di discriminazione e nel totale rispetto del prossimo. Il progetto del San Berillo Calcio Junior sarà presentato domani, mercoledì 27, in via Opificio 16 a Catania, all’interno di una officina di biciclette: questa sarà anche l’occasione per una prima raccolta fondi, necessaria anzitutto ad acquistare il materiale per l’allenamento dei ragazzi. Palloni, scale a pioli, conetti, palle mediche: tutti elementi che daranno corpo al sogno della squadra di quartiere. E’ solo l’inizio di una straordinaria avventura di sport e vita che, forse, riuscirà a dimostrare anche ai più scettici come sia sempre possibile abbattere le barriere culturali, economiche e mentali: una grande lezione da parte di venti bambini, il cui sogno più grande è quello di divertirsi e rivendicare la propria identità attraverso il gioco più bello del mondo.

Giorgio Tosto

 

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